19.9
Appendici
19.9.1
Plain old telephony services (POTS↓)
Il
buon
vecchio servizio telefonico consiste nel collegamento audio, nella
banda del canale telefonico, attuato mediante un
terminale di utente
(telefono), e nella
segnalazione (sempre
di utente)
necessaria ad instaurare il collegamento. L’insieme degli apparati che
permette di interconnettere tra loro i telefoni di rete fissa è spesso
indicato con l’acronimo
pstn↓
(
Public Switched Telephone Network), da cui si sono evoluti tutti
gli sviluppi successivi delle telecomunicazioni.
Quando la centrale locale deve far squillare il telefono, invia sul
doppino una tensione alternata che ne attiva la suoneria. Quando la
cornetta dell’apparecchio telefonico viene sollevata
, nel
telefono si chiude un interruttore che determina lo scorrimento di una
corrente continua nel
subscriber loop, indicando la risposta da
parte del chiamato. Se viceversa siamo dal lato chiamante, sollevando la
cornetta
allertiamo la centrale di accesso, la quale dopo aver
riservato le risorse necessarie (ivi compreso un time-slot in uno dei
flussi
pcm uscenti) ci manifesta la
sua disponibilità ad acquisire il numero che intendiamo comporre,
mediante l’invio di un
tono di centrale.
All’interno del telefono troviamo un particolare
trasformatore a quattro porte, detto
ibrido↓,
in grado di separare il segnale in ingresso da quello in uscita, in modo
da inviare il primo all’altoparlante, e di inviare al secondo quello del
microfono.
Per comporre il numero, fino agli anni 80 erano in
uso i
dischi combinatori, che aprendo e chiudendo
l’interruttore, determinavano una forma d’onda impulsiva, in cui il
numero degli impulsi corrispondeva alla cifra immessa. Questo meccanismo
è in diretta relazione alla presenza, nelle centrali telefoniche di
prima generazione, dei motori passo-passo che determinavano
l’azionamento dei commutatori di centrale.
Il disco combinatore è stato poi soppiantato dalla
attuale tastiera numerica
dtmf (
Dual
Tone Multi Frequency), in cui ad ogni tasto (vedi lato sinistro
della fig.
19.35↑)
sono associate
due frequenze che individuano la cifra (od il
simbolo * e #) premuta, come descritto dalla figura. Viceversa, la
segnalazione di utente nella direzione
centrale
-> utente avviene per mezzo
di un codice basato su di un tono intermittente a 440 Hz, le cui durate sono
descritte in basso a sinistra nella figura.
A seguito della ricezione del numero, la centrale
di origine coinvolge il resto della rete, impegnando risorse
della stessa, ed individuando quali nodi attraversare per giungere a
destinazione (fase di
istradamento, in inglese
routing).
Una volta contattata la centrale di destinazione, questa provvede a far
squillare il telefono chiamato, ed inviare indietro un segnale di
RingBack↓
che produce presso il chiamante un
tono di libero, oppure un
segnale di occupato (
Busy), nel caso in cui il chiamato sia già
impegnato in altra conversazione.
Il risultato dei messaggi di segnalazione di
utente è esemplificato nel lato destro di fig.
19.35↑,
in cui è evidenziato come ogni conversazione è in realtà composta da tre
fasi imprescindibili:
- formazione della connessione (call setup), in cui sono
svolte le funzioni di indirizzamento, e vengono riservate da parte
della rete le risorse necessarie alla comunicazione
- mantenimento (hold), durante la quale le risorse impegnate
sono utilizzate in modo esclusivo dalle parti in conversazione
- svincolo (release) in cui le risorse impegnate sono liberate
Il passaggio dalla telefonia analogica a quella
numerica, in cui il segnale vocale è campionato e quantizzato come pcm, non ha di fatto alterato la presenza
di queste tre fasi.
La
Integrated
Service Data Network
è una modalità di accesso
numerico alla rete telefonica,
definito da una serie di standard reperibili presso l’
itu.
In
isdn la conversione
a/d
avviene all’interno del terminale di utente, il quale può collegare allo
stesso bus
isdn (interfaccia S
a quattro fili, utilizzante un codice di linea
ami),
diversi dispositivi numerici, oppure anche analogici, interponendo per
questi ultimi un dispositivo detto
Terminal Adapter (
ta).
L’accesso alla rete da parte del dispositivo
nt (
Network Termination) connesso al
doppino, corrisponde alla
Interfaccia U,
su cui è trasmesso un segnale a quattro livelli noto come 2B1Q,
per il quale sono standardizzate due diverse velocità di trasmissione.
Nella modalità cosiddetta di
Accesso Base (
bri↓,
Basic Rate Interface), si ha a disposizione un collegamento
numerico di banda base a 144 kbps, in cui trova posto una struttura di
trama
che ospita due canali voce (B1 e B2, da
Bearer, ossia
portatore,
con dati
pcm) a 64 kbps, in cui la
trasmissione avviene in modo ininterrotto, e un canale dati (D) a 16
kbps, in cui la trasmissione avviene in modalità a pacchetto, ed in cui
trovano posto le informazioni di segnalazione,
come il protocollo Q.931.
Nella modalità di
Accesso Primario (
pri↓,
Primary Rate Interface),
adatta al collegamento di centralini, si hanno a disposizione 30 canali
B (voce) a 64kbps, ed un canale D (dati) di segnalazione a 64 kbps.
Pertanto,
pri viene direttamente
interconnesso al primo livello (
e1)
della gerarchia
pdh descritta al §
19.3.4↑.
Dato che l’accesso isdn
preserva il flusso binario inviato sui canali B da estremo a estremo
della rete, su quegli stessi canali possono essere inviate anche
informazioni niente affatto vocali, ma bensì nativamente numeriche,
purché il ricevente condivida le stesse modalità di interpretazione dei
bit in arrivo. Sfruttando tale possibilità, sono stati (ad esempio)
definiti i primi standard di videotelefonia H.320.
19.9.3
Sistema di segnalazione numero 7
Il
Signaling
System #7↓ (
ss7)
è un insieme di protocolli di segnalazione telefonica a canale comune,
usato per controllare la maggior parte delle chiamate telefoniche della
pstn mondiale, che in questo caso
prende il nome di
Intelligent Network↓ (
in).
Oltre ad gestire la fasi di
instaurazione e abbattimento della chiamata, permette altri servizi come
reindirizzamento, carte prepagate,
sms,
numero verde, conferenza, richiamata su occupato...
L’ss7 è descritto
dalla serie di raccomandazioni itu-t
Q.700,
a cui aderiscono anche le varianti regionali descritte da altri enti
normativi. I messaggi ss7 sono
trasferiti mediante connessioni numeriche tra entità di
segnalazione, ospitate nelle centrali telefoniche, indicate con i
termini di
- Service switching point (ssp),
che termina la segnalazione di utente, ed invia una query all’SCP per
determinare come gestire la richiesta di servizio;
- Signal Transfer Point (stp),
che instrada i messaggi SS7 tra le diverse entità della IN;
- Service Control Point (scp),
che interroga un Service Data Point (sdp),
il quale a sua volta detiene un database che (ad es.) identifica il
numero geografico a cui deve essere inoltrata una chiamata diretta ad
un numero verde. Alternativamente, l’scp
può determinare la riproduzione di messaggi preregistrati, o
richiedere ulteriore input da parte del chiamante, in base all’Intelligent
Network Application Protocol (inap)
che opera sopra il Transaction Capabilities Application Part (tcap) della pila protocollare ss7.
Oltre alle entità che prendono parte alla architettura,
ss7
è definito anche nei termini della gerarchia protocollare che descrive
la stratificazione delle funzioni necessarie allo svolgimento dei
servizi richiesti. Il semplice scambio dei messaggi tra le entità è
basato su di una rete a commutazione di pacchetto, ed avviene in base
alle procedure collettivamente indicate come
Message Transfer Part
(
mtp),
responsabile della consegna affidabile dei messaggi
ss7
tra le parti in comunicazione. Le funzioni di
mtp
sono stratificate su tre livelli, che dal basso in alto, si occupano
degli aspetti di trasmissione tra le entità, della gestione degli errori
in modo da garantire una comunicazione affidabile, e dell’instradamento
dei messaggi tra le entità.
Al disopra della
mtp
possono operare diversi protocolli indicati come
User Part, come
ad esempio il
Signalling Connection Control Part (
sccp),
che arricchisce le funzionalità di rete, offrendo ulteriori capacità di
indirizzamento, ed un servizio orientato alla connessione
anziché a pacchetto; attraverso
sccp
possono operare processi applicativi basati sul
Transaction
Capabilities Application Part (
tcap).
Altri esempi di User Part sono la Telephone
User Part (tup)
e la isdn User Part (isup).
tup è stata la prima up
ad essere definita, e fornisce il supporto all’offerta di servizi pstn mediante la rete ss7.
Attualmente è quasi ovunque rimpiazzato da isup,
che offre altri servizi, come ad esempio l’identificazione del
chiamante, e che può dialogare con l’mtp
anche per il tramite di sccp.
Qualora la rete di interconnessione tra le entità
della in sia una rete ip,
allora sono da considerare gli ulteriori protocolli indicati come sigtran
o Signalling Transport.
L’
Asymmetric Digital Subscriber Line
è l’insieme di tecnologie trasmissive e di rete per mezzo delle quali
viene fornito l’accesso ad Internet
a banda larga per il tramite
del doppino telefonico (
subscriber loop) in rame, già utilizzato
per il normale servizio telefonico
pots.
L’uso condiviso del mezzo è reso possibile realizzando la trasmissione
numerica
adsl su di una banda di
frequenze
più elevate di quelle usate da
pots,
come mostrato in figura, dove sono rappresentati gli intervalli di
frequenza riservati alla telefonia
pstn,
ai dati in uscita (
upstream) ed in ingresso (
downstream).
La massima velocità di trasmissione è stata
inizialmente posta rispettivamente pari ad 1 ed 8 Mbps per i due versi
trasmissivi, anche in funzione della lunghezza del collegamento utente -
centrale;
successivamente, la massima velocità di ricezione è stata elevata
rispettivamente a 12 e 20 Mbit/sec per gli standard adsl2
e adsl2+.
I due segnali (vocale e numerico) sono poi separati su linee differenti inserendo, a valle
della presa telefonica casalinga, un doppio filtro passa-alto e
passa-basso detto
splitter. Un filtro del tutto simile esiste
anche dal lato centrale, in modo da inoltrare la componente in banda
audio alla centrale
pots, e la
componente dati verso un dispositivo
dslam.
Il Digital Subscriber Line Access
Multiplexer risiede nella centrale dell’operatore che offre il
servizio pots, provvede ad effettuare
la demodulazione del segnale adsl di
ogni singolo utente, e si occupa di aggregare il traffico relativo a più
utenti ed inviarlo verso gli isp (Internet
Service Provider) con cui gli utenti hanno un contratto di
connessione ad Internet.
A questo fine può essere necessario attraversare prima una rete di
trasporto
basata su
atm o
Ethernet,
che termina il traffico sul
Broadband Remote Access Server (
bras↓)
dell’
isp, utilizzato da quest’ultimo
anche per terminare il protocollo di strato di collegamento
ppp,
svolgere le funzioni di autenticazione dell’accesso, ed applicare
eventuali
policy a livello
ip.
Quindi, l’
isp provvede ad
interconnettere il traffico del cliente con la rete Internet.
Alternativamente, l’
isp può disporre di
un
Point of Presence (
pop)
nella stessa centrale in cui sono ospitati i
dslam↓
dei propri clienti,
che in questo caso producono direttamente traffico
ip,
inoltrato verso la
core network dell’
isp
usando la sua stessa connettività.
Il modem
adsl
utilizza una tecnica di modulazione numerica multi-portante detta
Discrete Multi Tone, in cui il flusso binario viene ripartito su
più canali di frequenza contigui, ed il segnale analogico sintetizzato
direttamente nel dominio della frequenza mediante il calcolo di una
fft, come previsto dalla tecnica di
trasmissione
ofdm (vedi §
14.8↑). In questo modo, oltre a
semplificare le operazioni di equalizzazione, è possibile variare la
velocità di trasmissione in modo indipendente per le diverse portanti, e
mantenere buone prestazioni anche nel caso in cui l’
snr
vari con la frequenza.
19.9.5
TDM mediante modulazione di ampiezza degli impulsi
Al tempo in cui la realizzazione del componente di quantizzazione (vedi
§
4.2.1.1↑)
presentava discrete difficoltà circuitali, si pensò
di sfruttare il teorema del campionamento (vedi §
4.1↑) per inviare su
di un unico collegamento più comunicazioni multiplate a divisione di
tempo (
tdm =
Time Division
Multiplex).
E’ sufficiente infatti sommare alla funzione
x○(t) introdotta al §
4.1.4↑ altri segnali
simili, ad esempio
y○(t),
z○(t)
come mostrato alla figura precedente, ognuno campionato a frequenza
fc, ma sfasato
rispetto agli altri.
Da questa modalità di multiplazione analogica
deriva il termine
onda pam↓,
che sta per
Pulse Amplitude Modulation,
ovvero modulazione ad ampiezza di impulsi; gli impulsi sono separati da
un intervallo
Ts = (1)/(Nfc), con
N
pari al numero di segnali multiplati. Il pedice
s
indica che si tratta di un
periodo di simbolo.
Il segnale xPAM(t)
composto dalle 3 sorgenti dell’esempio della figura in alto è mostrato a
lato, e può essere nuovamente campionato estraendo x(nTc),
y(nTc), z(nTc),
mentre i segnali x(t), y(t)
e z(t) sono riprodotti facendone passare
gli impulsi campionati a frequenza fc
in un filtro di ricostruzione con banda W
≤ fc⁄2.