8.1
Trasmissione su canale numerico↓
Al primo capitolo (§
1.2↑) abbiamo evidenziato come tra sorgente e
destinazione di una trasmissione numerica si possa idealizzare la
presenza di un
canale numerico, che racchiude i dispositivi
idonei a svolgere diverse operazioni, in modo da permettere la
trasmissione di informazioni numeriche mediante un segnale analogico
(indicato come
segnale dati↓), che
viaggia su
canale analogico. Se quest’ultimo presenta una
risposta in frequenza di tipo
passa-banda, il segnale
dati dovrà presentare le stesse caratteristiche, ed al capitolo
14↓ saranno illustrati i principi di
funzionamento dei dispositivi
modem necessari a generare tali
segnali. Nel caso in cui, invece, il canale analogico sia da considerare
passa-basso, il
modem che genera il segnale dati è
indicato come
codificatore di linea.
8.1.1
Trasmissione numerica di banda base
La figura
8.1↓
rappresenta uno schema generale di canale numerico, con evidenziati i
principali elementi che lo compongono. Notiamo innanzitutto come
il
ritmo con cui le informazioni numeriche sono emesse dal
codificatore
di linea↓ (§
8.1.2↓) sia descritto da una
frequenza di
simbolo↓
fs potenzialmente
inferiore al ritmo
binario fb
che è proprio del messaggio. Come vedremo al §
8.1.2.4↓, il caso tipico per cui deve essere
fs < fb
si verifica quando il canale analogico presenta una risposta in
frequenza
H(f) limitata in banda, al punto da dover
ridurre la banda del segnale trasmesso, fino a farla
rientrare
in quella del canale, in modo da poter ri-ottenere in uscita dal canale
lo stesso segnale trasmesso.
Dal lato ricevente del canale numerico si trova il
decodificatore
di linea, che
ricostruisce la sequenza delle informazioni
trasmesse, prima
campionando (con ritmo
fs)
il segnale dati ricevuto, e quindi
decidendo quale simbolo
fosse rappresentato, in base al confronto tra il valore osservato e
delle
soglie di decisione.
La presenza di un processo di
rumore additivo↓ n(t)
fa si che il segnale preso in esame dal decisore possa superare la (o
le) soglia di decisione, determinando
un errore (con probabilità
Pe) a riguardo di
quale simbolo sia stato trasmesso. La valutazione di tale probabilità
viene svolta al §
8.3.3↓,
ma anticipiamo subito che
Pe
è tanto maggiore quanto più è grande la potenza (e dunque l’ampiezza)
del rumore in ingresso al decisore, che può essere minimizzata dal
filtro
HR(f)
di ricezione (vedi §
13.1.1↓);
inoltre,
HR(f)
può realizzare un
filtro adattato (§
6.5↑), oppure ancora un dispositivo di
equalizzazione
(§
15.4↓).
Lo schema di fig.
8.1↑ mostra inoltre come il decodificatore di
linea svolga anche una funzione di
temporizzazione, per
consentire al dispositivo decisore di operare al passo con il ritmo
fs dei simboli in
arrivo; al §
8.6↓ sono
descritte alcune tecniche per affrontare questo aspetto. Infine, nel
caso in cui ogni simbolo sia rappresentativo di più di un bit (vedi §
8.1.2.4↓),
è evidenziata la presenza di un
serializzatore che provvede ad
emettere uno dopo l’altro i bit corrispondenti ai diversi simboli
ricevuti.
8.1.2
Codifica di linea↓ e segnale dati↓
Consideriamo
una sorgente discreta che produce, ad una frequenza
fs,
simboli
ak
corrispondenti a
valori numerici: possiamo allora descrivere il
segnale dati x(t) uscente dal
codificatore
di linea come un segnale analogico
e idealizzare il codificatore stesso come illustrato nella figura a lato,
in cui
πTs(t)
è un treno di impulsi (§
3.8.1↑)
con periodo
Ts = 1⁄fs.
Notiamo come tale figura sia del tutto simile al
s&h
introdotto al §
4.1.4↑,
tranne che ora
g(t) è generico. Come sarà approfondito
al §
6.9.3↑,
si può mostrare che (sotto condizioni abbastanza generali) lo spettro di
densità di potenza di
x(t) può essere espresso come
↓
in cui
ℰG(f) rappresenta lo spettro di densità di
energia di
g(t), che quindi determina l’andamento di
Px(f),
mentre
σ2A è la varianza dei
valori
ak, e
dunque ne rispecchia la dinamica.
Il segnale dati
(10.58↑)
è a volte indicato come
onda pam,
forzando la semantica di
Pulse Amplitude Modulation per indicare
la modulazione delle ampiezze degli impulsi che realizzano un segnale
periodico nella forma di eq.
(8.17↑) (pag.
1↑) in base ai valori
ak.
Un ulteriore punto di vista è illustrato al §
19.9.5↓.
8.1.2.1
Segnale binario e onda rettangolare
Come applicazione della (
10.59↑) osserviamo che, nel caso in cui si
effettui una trasmissione binaria (ossia
ak
= {0, 1}
ed
fs = fb)
e si scelga un impulso dati rettangolare
g(t) = rectτ⎛⎝t
− (τ)/(2)⎞⎠ (con
τ ≤ Tb),
allora la densità spettrale di
x(t) presenta un andamento
sinc2(fτ),
con il primo zero per
f = (1)/(τ),
ed occupazione di banda (approssimativamente) pari ad alcuni multipli di
tale valore.
8.1.2.2
Effetto della limitazione in banda e ISI
Qualora il segnale dati
x(t) attraversi un canale con risposta
impulsiva
h(t) non perfetta (§
120↑), in uscita si presenta un nuovo segnale
y(t) = ⎲⎳kak⋅g̃(t − kTs) in cui
g̃(t)
= g(t)*h(t)
come mostrato alla nota.
L’effetto della convoluzione tra
g(t) ed
h(t),
è quello di
disperdere nel tempo la forma d’onda
g(t),
che quindi anche se delimitata entro un periodo di simbolo,
invade
gli intervalli temporali riservati ai simboli adiacenti, dando luogo al
fenomeno della
interferenza intersimbolica↓
(
isi,
InterSymbolic Interference).
8.1.2.3
Diagramma ad occhio↓
In Fig.
8.5↑
è riportato un esempio di segnale dati binario ad onda rettangolare con
base pari a
Tb,
a cui è applicata una limitazione di banda mediante un filtro
passa-basso ideale. Nella riga superiore è mostrato l’andamento del
segnale, mentre alla riga inferiore si riporta un grafico noto come
diagramma
ad occhio (
eye diagram), che si ottiene
visualizzando il segnale dati mediante un oscilloscopio con la base dei
tempi sincronizzata al periodo di simbolo. Come si può vedere, in
presenza di una limitazione di banda, il valore del segnale dati in
corrispondenza di un determinato simbolo viene a dipendere anche dal
valore dei simboli circostanti.
Riservandoci di riprendere l’argomento nel
seguito, notiamo che il problema non si presenta se:
- la frequenza di simbolo è molto inferiore alla banda del canale, ovvero
- la risposta impulsiva h(t) ha estensione temporale molto
inferiore a Ts.
Nel seguito della sezione, assumiamo vere queste
ipotesi.
8.1.2.4
Trasmissione multilivello↓
Nel
caso in cui la banda a disposizione per la trasmissione sia
insufficiente, una soluzione di semplice attuazione è quella di ricorre
ad una trasmissione non più
binaria, ma che impieghi
L
simboli diversi, o
livelli.
A tale scopo, occorre raggruppare
M
bit del messaggio
an
(che arrivano a velocità
fb
bits/sec) in una unica
parola binaria.
Scegliendo
M = log2L,
occorrono
Ts = MTb
secondi per accumulare
M bit, ed
emettere uno tra
L = 2M
possibili valori
bm,
usati quindi come ampiezze degli impulsi (generati a ritmo
Ts)
necessari a produrre un segnale dati
x(t) ad
L
livelli, e caratterizzato da una frequenza di simbolo
↓ fs = 1 ⁄ Ts
= 1 ⁄ MTb = fb ⁄ M.
La figura seguente mostra il segnale dati binario ad onda rettangolare,
e quello che invece si ottiene con
L = 4.
L’aumento del periodo di simbolo
Ts
corrisponde ad un aumento della durata di
g(t),
e di conseguenza ad una
contrazione di
G(f),
determinando quindi una eguale riduzione della banda occupata da
x(t),
come si verifica tenendo conto della (
10.59↑). Pertanto, l’occupazione di banda del
segnale dati può essere ridotta a piacere, semplicemente aumentando il
numero
M di bit raggruppati in una
singola parola. D’altra parte al §
8.3↓
si mostra come, a meno che la potenza del segnale non venga aumentata,
si assisterà ad un peggioramento della probabilità di errore del
ricevitore, in quanto a parità di potenza e quindi di ampiezza, i
livelli risultano ora ravvicinati. Questo fenomeno è raffigurato
mediante l’esempio di figura
8.7↓
dove a sinistra è mostrato un segnale dati ad 8 livelli, al centro il
diagramma ad occhio corrispondente, ed a destra una versione del segnale
limitata in banda.