Prefazione alla seconda parte
Dopo aver affrontato lo studio dei segnali, sia di banda base che modulati, aver esaminato gli effetti prodotti sugli stessi dai sistemi lineari e dai disturbi additivi, dopo aver posto le basi della trasmissione numerica di banda base, ed aver approfondito i temi della teoria dell’informazione e della codifica di canale e di sorgente multimediale, in questa parte ci occupiamo di trasmettere le informazioni impresse sul segnale.
Nel capitolo
13↓ si analizza come, e soprattutto quanto, il rumore presente in ricezione influenzi la qualità del segnale demodulato, in funzione della tecnica di modulazione analogica adottata (cap.
10↑), e come la modulazione
fm consenta di avvantaggiarsi del
compromesso banda-potenza, conseguendo prestazioni migliori a spese di una maggiore occupazione di banda. Al cap.
14↓ le tecniche di modulazione studiate nei capp.
9↑ e
10↑ vengono applicate ai segnali numerici,
dando vita ad una vera e propria
famiglia di tecniche, impiegate per assolvere alle comuni necessità quotidiane, dal modem
adsl alla televisione, dalla telefonia cellulare al WiFi.
Il capitolo
15↓ sviluppa tre argomenti che, anche se
marginali rispetto alla trasmissione dei segnali, sono profondamente legati agli aspetti
fisici che la caratterizzano: innanzi tutto viene svolta una analisi degli effetti che i
circuiti elettrici producono sui segnali in transito; quindi, viene descritta la modalità con cui tenere conto del
rumore introdotto dagli apparati, compreso il caso dei collegamenti sviluppati mediante una catena di ripetitori, e infine, si affronta in modo abbastanza approfondito il tema della
equalizzazione, ovvero come ovviare agli effetti di distorsione lineare eventualmente introdotta da un canale.
La caratterizzazione dei mezzi fisici di trasmissione, ovvero il cavo in rame, il canale radio e la fibra ottica, viene svolta al cap.
16↓, ponendola nel contesto del
bilancio di collegamento, ovvero della valutazione della potenza necessaria a coprire una determinata distanza. Nel caso del canale radio, viene approfondito lo studio delle particolarità che rendono le trasmissioni mobili una sorta di palestra, in cui le basi teoriche discusse nella prima parte dispiegano tutta la loro versatilità, consentendo di ottenere un modello concettuale dei fenomeni, e volgerli a vantaggio dell’esigenza trasmissiva.