Questi segnali sono noti anche come
a banda
stretta,
passa banda, o
in banda traslata, dato
che
presentano uno spettro che occupa una limitata regione di frequenze,
ristretta attorno ad un valore
f0
detto
frequenza portante.Sono il risultato del
processo di
modulazione (§
3.6.2↑), che effettua la trasformazione di un
segnale
m(t) modulante (o di
banda
base, come quelli studiati finora) in un secondo segnale
x(t) modulato, allo scopo di
renderne il contenuto spettrale idoneo alla trasmissione mediante il
canale a disposizione.
Il segnale
ricevuto r(t) (a cui è sovrapposto un processo di
rumore
n(t)) deve quindi essere
demodulato
(operazione che, se applicata ad
x(t), restituirebbe
m(t))
per ottenere
d(t), che rappresenta il segnale
trasmesso, più eventuali
distorsioni↓ ε(t).
Per evidenziare la situazione, scriviamo il segnale demodulato come
d(t)
= m(t)
+ ε(t),
in cui
ε(t) = Dem{n(t)} + Dem{y(t) − x(t)}: evidentemente, le distorsioni hanno
origine sia dal risultato della demodulazione del rumore in ingresso,
sia dagli effetti prodotti dalla demodulazione sulle alterazioni
introdotte dal canale sul segnale in transito.
Il processo di modulazione è spesso associato ad
una trasmissione radio, ma può rendersi necessario e/o utile anche per
trasmissioni su rame. In generale, individuiamo almeno tre situazioni in
cui è necessario l’impiego di segnali modulati: