Sezione 12.1: Modulazione di ampiezza - AM Su Capitolo 12: Modulazione (e ritorno) di segnali analogici Sezione 12.3: Modulazione angolare  

12.2 Demodulazione di ampiezza

Il segnale informativo m(t) può essere recuperato a partire da quello modulato x(t) mediante il processo di demodulazione, che nel caso am può avvenire mediante diverse tecniche, denominate omodina, di inviluppo, in fase e quadratura, eterodina; ognuna di esse ha il suo campo di applicazione, assieme a pregi e difetti.

12.2.1 Demodulazione coerente o omodina

Si tratta del circuito già noto (vedi § 11.2.4) di estrazione della componente in fase xc(t) mediante moltiplicazione o mixing[609]  [609] Il dispositivo fisico che effettua la moltiplicazione per una portante viene indicato in letteratura con il termine di mixer, il cui significato letterale è mescolatore. Dato che lo stesso termine è usato anche per indicare un circuito od apparato in grado di realizzare la somma di più segnali, come ad esempio avviene per il mixer audio di un sistema di amplificazione sonora, per distinguere i due casi si può parlare di mixer additivo oppure moltiplicativo, come nel nostro caso. In appendice 12.4.1 sono illustrate due tecniche di realizzazione del mixer. di x(t) per una portante di demodulazione cosω0t,
figure f9.51.png
e di rimozione delle componenti a frequenza 2f0 mediante un filtro passa-basso, come mostrato in figura. La portante generata localmente deve avere la stessa fase e la stessa frequenza della portante ricevuta[610]  [610] Dato che un qualunque canale presenta un ritardo di propagazione τ, la portante del segnale ricevuto sarà nella forma cos2πf0(t − τ) = cos(2πf0t − 2πf0τ) = cos(2πf0t − φ), ovvero sarà sempre presente una fase φ = 2πf0τ incognita. Nel caso poi di un collegamento radiomobile, può anche essere presente un errore di frequenza, dovuto all’effetto doppler., vedi § 20.4.6., condizione indicata anche con il nome di demodulazione omodina, sincrona, coerente, a conversione diretta, o zero-if[611]  [611] Le ultime due definizioni sono orientate a differenziarsi dal metodo di demodulazione eterodina, che in realtà si è affermato prima della praticabilità di quello omodina, per i motivi esposti al § 12.2.7.. Il metodo è applicabile a tutti i tipi di modulazione di ampiezza, in quanto per tutti la componente in fase è direttamente legata al messaggio m(t); nella pratica, nei casi di bld-pi ed in quelli ad esso riconducibili, può essere invece preferibile adottare il demodulatore di inviluppo (§ 12.2.5).

12.2.2 Sincronizzazione di portante

Individua il compito di generare presso il demodulatore una copia della portante quanto più possibile coerente con la fase di quella ricevuta. Descriviamo due dei metodi utilizzati a questo scopo, mentre un terzo attuabile con tecniche totalmente digitali è descritto al § 12.4.3.

12.2.2.1 Metodo della quadratura

Anche se nel segnale ricevuto non vi è traccia della portante, come per bld-ps, la portante di demodulazione può essere comunque ottenuta mediante lo schema simbolico
figure f9.19.png
rappresentato in figura, che come prima cosa eleva al quadrato il segnale modulato ricevuto x(t) = m(t)cos(ω0t + φ), producendo
12 m2(t) [1 + cos(2ω0t + 2φ)]
Il termine di banda base 12m2(t) viene quindi rimosso dal filtro passa alto, mentre il termine cos(2ω0t + 2φ) è convertito in un’onda quadra a frequenza 2f0 mediante il dispositivo non lineare squadratore[612]  [612] Realizzato mediante un amplificatore ad elevato guadagno, portato a lavorare in saturazione., che produce in uscita la funzione segno di ciò che si presenta in ingresso. A sua volta l’onda quadra attraversa un divisore di frequenza[613]  [613] Vedi ad es. https://it.wikipedia.org/wiki/Divisore_di_frequenza, ottenendo così una nuova onda quadra, ma a frequenza f0; come noto (§ 2.5.2) l’onda quadra contiene anche tutte le armoniche dispari, che sono rimosse dal filtro passa basso di uscita,
figure f9.19a.png
ottenendo in definitiva la portante desiderata.
Qualora il divisore sia implementato mediante un multivibratore bistabile[614]  [614] Vedi ad es. https://it.wikipedia.org/wiki/Multivibratore che commuta sul fronte di salita dell’ingresso, il metodo è affetto da una ambiguità di segno, che corrisponde ad un eventuale errore di fase pari a π, come mostrato in figura.

12.2.2.2 Phase Locked Loop o PLL

Una seconda tecnica (nota come circuito ad aggancio di fase) adotta invece un approccio a controreazione, e si basa sull’utilizzo di un dispositivo chiamato oscillatore controllato in tensione (voltage controlled oscillator o vco[615]  [615] Vedi ad es. https://it.wikipedia.org/wiki/Oscillatore_controllato_in_tensione) il quale genera una sinusoide
y(t) = sin (ω0t + 2πkf t−∞ε(τ)dτ)
la cui fase varia nel tempo in proporzione all’integrale del segnale di ingresso ε(τ)[616]  [616] Se ad esempio ε(τ) = Δkf ossia è costante, si ottiene y(t) = sin(2πf0t + 2πΔt) = sin[2π(f0 + Δ)t], ovvero la frequenza si è alterata di una quantità pari a Δ. Infatti, il vco realizza il processo di modulazione di frequenza, vedi eq. (14.7) a pag. 1..
figure f9.7.png
Lo schema a lato illustra come il ruolo del vco sia quello di generare una portante sfasata di π2 rispetto a quella del segnale x(t) in arrivo, mentre a quest’ultimo è richiesto di contenere almeno un residuo di portante[617]  [617]  Un diverso circuito controreazionato in grado di operare anche per segnali a portante soppressa prende il nome di Costas loop, vedi https://en.wikipedia.org/wiki/Costas_loop, mentre al § 16.11.1 si discute di una realizzazione relativa ad una trasmissione a spettro espanso.. In uscita dal vco è pertanto presente il segnale y(t) = sin(ω0t + ^θ(t)) in cui
(14.46) ^θ(t) = 2πkf t−∞ε(τ)dτ
rappresenta la stima della fase θ(t) del segnale in ingresso, valutata all’istante t. Eseguendo ora il prodotto tra y(t) ed il segnale ricevuto[618]  [618] Trascuriamo la presenza di eventuali modulazioni, il cui effetto si intende mediato dalla caratteristica passa-basso del pll, dovuta sia all’integratore presente nel vco, che al filtro di loop. x(t) = cos(ω0t + θ(t)) si ottiene[619]  [619] Utilizziamo qui la relazione cosα sinβ = 12 [sin(α + β) + sin(α − β)].
12 sin[2ω0t + θ(t) + ^θ(t)] + 12 sin[θ(t) − ^θ(t)]
il cui primo termine è centrato a frequenza doppia (2ω0) e viene eliminato dal filtro passa basso (detto anche filtro di loop), alla uscita del quale troviamo dunque
ε(t) = 12 sin[θ(t) − ^θ(t)] = 12 sin(Δθ(t))
dove Δθ(t) = θ(t) − ^θ(t) rappresenta l’errore di fase che desideriamo annullare, ed ε(t) è la grandezza in ingresso al vco.
Pensiamo ora al caso in cui la θ(t) presente nel segnale di ingresso sia costante: nel momento in cui Δθ = 0, si ottiene che anche ε = 0, ed il vco non altera la fase (esatta) della portante generata. Se invece Δθ ≷ 0 (e |Δθ| < π)[620]  [620] La grandezza di controllo ε(t) proporzionale a sin(Δθ) si azzera per Δθ = kπ con k intero, positivo o negativo. Per k dispari si hanno condizioni di instabilità, in quanto ad es. per Δθ che aumenta o diminuisce rispetto a Δθ = π, il segno di ε è rispettivamente negativo e positivo, causando un ulteriore ritardo o aumento di ^θ(t) che causa un ulteriore aumento o diminuzione di Δθ, finché questo non raggiunge il valore 0 o 2π, corrispondenti a condizioni di stabilità. In altre parole, se |Δθ| < π si determina un transitorio alla fine del quale ε → 0, mentre se π < |Δθ| < 3π il transitorio converge verso ε → 2π, e così via., allora ε ≷ 0, e dunque
figure f9.7a.png
(vedi figura a lato) il vco è portato ad aumentare (diminuire) la fase della propria portante, riducendo di conseguenza l’errore di fase[621]  [621] Notiamo che un moltiplicatore, seguito da un filtro passabasso, esegue il calcolo dell’intercorrelazione tra gli ingressi del moltiplicatore (vedi § 7.5.4), che nel nostro caso è una sinusoide. . Nel caso in cui, infine, la fase θ(t) del segnale in arrivo vari nel tempo, allora il pll insegue tali variazioni tanto più da vicino, quanto più è elevato il coefficiente di proporzionalità kf tra ^θ(t) e l’integrale di ε(t) che compare nella (14.46)[622]  [622] Inoltre, le prestazioni del PLL dipendono fortemente anche dalla banda e dall’ordine del filtro di loop, che limita la velocità di variazione di ε(t) e l’estensione dell’intervallo di aggancio. Lo studio teorico si basa sull’uso della trasformata di Laplace e sulla approssimazione sin(Δθ) ≃ Δθ, in quanto così il PLL può essere studiato come un sistema di controllo linearizzato, sommariamente descritto al § 12.3.2.1. Per approfondimenti, vedi http://it.wikipedia.org/wiki/Phase-locked_loop..
Al § 12.4.3 viene illustrato come utilizzare il pll allo scopo di generare una portante stabile di modulazione a frequenza qualsiasi, a partire da un oscillatore al quarzo.

12.2.3 Errori di fase e di frequenza

Cosa accade se la sincronizzazione di portante non è perfetta? Qualora tra la portante del demodulatore (§ 12.2.1) e quella del segnale in arrivo x(t) siano presenti errori di fase θ e/o di frequenza Δf, ovvero risulti x(t) = cos(2π(fo + Δf)t + θ), il risultato della demodulazione (non più coerente) risulta pari a[623]  [623] Si applichi cosαcosβ = 12 [cos(α + β) + cos(α − β)].:
y(t)  =  xc(t) cosω0t cos[(ωo + Δω)t + θ]  =  12 xc(t) [cos(Δωt + θ) + cos((2ω0 + Δω)t + θ)]
Mentre il termine a frequenza (circa) doppia viene eliminato come di consueto dall’apposito filtro, sul segnale demodulato y(t) si manifestano ora le seguenti distorsioni:

12.2.3.1 Demodulazione I e Q in presenza di errore di fase

Poniamoci ora nel caso in cui nel segnale modulato siano presenti entrambe le c.a. di b.f., ovvero x(t) = xc(t)cosω0t − xs(t)sinω0t, e si desideri demodularle entrambe.
figure f9.24.1.png
Si ricorre allora al demodulatore in fase e quadratura (§ 11.2.4), che prevede due rami (detti anche i e q) con portanti di demodulazione, appunto, in quadratura.
Applicando i risultati del § 11.2.4, e con riferimento alla notazione adottata nella figura che segue, in condizioni di coerenza si ottiene yc(t) = 12xc(t) e ys(t) = 12xs(t). Se viceversa il segnale ricevuto presenta una fase incognita θ, e dunque
x(t) = xc(t)cos(ω0t + θ) − xs(t)sin(ω0t + θ)
si ottiene invece [624]  [624] Per il ramo in fase risulta
yc(t)  =  (xc(t)cos(ω0t + θ) − xs(t)sin(ω0t + θ)) ⋅ cosω0t =   =  xc(t)cos(ω0t + θ)cosω0t − xs(t)sin(ω0t + θ)cosω0t =   =  12 xc(t)[cos(2ω0t + θ) + cosθ] − 12 xs(t)[sin(2ω0t + θ) − sin( − θ)]
mentre svolgendo simili sviluppi per il ramo in quadratura, si giunge a
ys(t) = 12xc(t)[sinθ − sin(2ω0t + θ)] + 12xs(t)[cos(θ) − cos(2ω0t + θ)]
Anche qui i filtri passabasso eliminano le componenti centrate a 2f0, permettendo di ottenere la (14.47).
(14.47)
yc(t)  =  12 (xc(t) cosθ − xs(t) sinθ) ys(t)  =  12 (xc(t) sinθ + xs(t) cosθ)
figure f11.112-9.png
Ovviamente, per θ = 0 le (14.47) si riducono al caso noto, mentre curiosamente per uno sfasamento θ = π2 le due c.a. di b.f. (a parte un segno) si invertono di ruolo. Un ragionamento più approfondito è fornito a pag. 1, e dimostra che θ rappresenta l’angolo di cui ruota il piano dell’inviluppo complesso tra x(t) e y(t). Ad ogni modo il sistema (14.47) è perfettamente invertibile, qualora θ sia noto.

12.2.4 Demodulazione incoerente

Si tratta di uno schema utile nella fase di ricerca della regione di frequenza in cui è presente un segnale[625]  [625] La ricerca dell’emittente può essere l’azione banale di sintonizzare a mano la propria radio sul programma preferito, oppure (come si dice, in modalità ricerca automatica), mediante un circuito del tipo di cui stiamo discutendo, con il quale vengono provate diverse portanti di demodulazione, finché non si riscontra un segnale in uscita.
In generale, la ricezione della comunicazione vera e propria viene preceduta da una fase di acquisizione della portante, svolta ad esempio come qui accennato, dopodiché la sincronizzazione è mantenuta mediante interventi automatici (ad es. via pll), necessari qualora si tratti di dover compensare le variazioni di frequenza dovute ad esempio al movimento reciproco di trasmettitore e ricevitore (effetto doppler), come per il caso delle comunicazioni con mezzi mobili, vedi § 20.4.6.
, ovvero quando si desidera verificare la presenza o meno di un segnale ad una determinata frequenza. In tale schema la coerenza di fase tra la portante ricevuta e quella di demodulazione viene deliberatamente trascurata, adottando una architettura che utilizza anche il ramo in quadratura.
Se consideriamo un segnale am-bld-ps ricevuto in presenza di una fase θ incognita rispetto alla portante del ramo I del demodulatore, ovvero x(t) = m(t) cos(ω0t + θ), il relativo inviluppo complesso rispetto ad f0 (e θ = 0) risulta pari a
x(t) = m(t) e jθ = m(t) cosθ + jm(t) sinθ
figure f9.6.png
le cui parti reale ed immaginaria corrispondono all’uscita dei filtri passa-basso posti sui rami del demodulatore i-q mostrato in figura, ossia yc(t) = m(t)cosθ e ys(t) = m(t)sinθ, come si ottiene (a parte un fattore 12) dalle (14.47) avendo posto xc(t) = m(t) e xs(t) = 0. Dunque il segnale z(t) di uscita corrisponde a
z(t) = y2c(t) + y2s(t) = |m(t)|cos2θ + sin2θ = |m(t)|
Pertanto, nonostante l’ignoranza della fase θ, siamo ancora in grado di individuare la presenza di un segnale modulante. L’operazione di modulo impedisce l’uso dello schema per demodulare generici segnali bld-ps, mentre il caso pi sarebbe perfettamente demodulabile, ma per quello è più che sufficiente il demodulatore di inviluppo discusso al § seguente. Infine, al § 14.4.2 si illustra come usare il demodulatore incoerente per decidere per la presenza o meno di una sinusoide a cui è sovrapposto un rumore gaussiano, e viene valutata la relativa probabilità di errore.

12.2.5 Demodulatore di inviluppo per AM-BLD-PI

Si tratta del semplice circuito non lineare riportato in figura[626]  [626] Il simbolo figure f9.8b.png rappresenta un diodo, costituito da un bipolo di materiale semiconduttore drogato, che ha la particolarità di condurre in un solo verso (quello della freccia).. Durante i periodi in
figure f9.8.png
cui il segnale in ingresso x(t) è positivo rispetto alla tensione d(t) accumulata dal condensatore, quest’ultimo si carica, inseguendo l’andamento dell’ingresso. Quando diviene x(t) < d(t), il condensatore si scarica sulla resistenza con una costante di tempo (pag. 1) τ = RC, abbastanza grande rispetto al periodo della portante 1f0, e tale da permettere la ricostruzione dell’andamento di xc(t). Le oscillazioni a frequenza f0 (e sue armoniche) possono quindi essere rimosse da un successivo filtro passa-basso, mentre la costante ap è rimossa mediante un passa alto. D’altra parte, il valore di τ deve essere scelto né troppo piccolo né troppo grande, per evitare una eccessiva seghettatura, ed al contempo riuscire ad inseguire anche le variazioni più rapide del messaggio[627]  [627] Presso http://it.wikipedia.org/wiki/Rivelatore_d'inviluppo qualche linea guida di progetto..
La semplicità del circuito è tale da farlo usare nel maggior numero di casi possibili, anche se il suo uso prevalente è per la demodulazione di segnali a portante intera. D’altra parte, la contemporanea presenza di altri segnali modulati con portante diversa da quella del segnale desiderato rendono obbligatoria l’adozione di ulteriori provvedimenti, come discusso nel § 12.2.7 relativo alla demodulazione eterodina.

12.2.6 Demodulazione per segnali a banda laterale unica e ridotta

Nel caso di segnali blu (§ 12.1.2)
xBLU(t) = m(t) cosω0t − ^m(t) sinω0t
figure f9.9.png
il segnale modulante m(t) può essere riottenuto a partire da x(t) utilizzando il demodulatore omodina mostrato in figura, dato che la componente in fase xc(t) dell’inviluppo complesso corrisponde proprio pari ad m(t). Occorre però prestare attenzione ad eventuali errori di frequenza e di fase (Δf e θ) della portante di demodulazione perché, essendo presenti entrambe le componenti xc(t) ed xs(t), come mostrato al § 12.2.3.1 in uscita dal demodulatore si ottiene (nel caso di banda laterale superiore):
d(t) = m(t) cos(Δωt + θ) − ^m(t) sin(Δωt + θ)
Pertanto la modulazione blu è più sensibile di quella bld agli errori della portante di demodulazione, dato che anche un semplice errore di fase θ produce non solo un affievolimento, ma un vero fenomeno di interferenza tra m(t) e ^m(t). Per evitare che ciò accada, nella trasmissione blu è spesso presente una portante parzialmente soppressa, in modo da agevolare il funzionamento delle tecniche di recupero portante.
Anche nel caso blr è possibile ricorrere ad un demodulatore di tipo omodina, evitando i problemi di sincronizzazione di fase illustrati, purché il filtro H(f) usato in trasmissione per rimuovere parte di una banda laterale presenti alcune condizioni di simmetria attorno a f0[628]  [628]  Si può dimostrare che per l’inviluppo complesso H(f) di H(f) deve risultare: H(f) + H*(f) = cost perché in tal modo il residuo di banda parzialmente soppressa si combina esattamente con ciò che manca alla banda laterale non soppressa..
Ampiezza dei segnali BLU
Le variazioni di ampiezza dei segnali am-blu sono ben maggiori che nel caso bld, a causa del brusco troncamento spettrale causato dal filtro di Hilbert, e dalla distorsione di fase non lineare associata, e di ciò va tenuto conto per evitare fenomeni di saturazione e distorsione non lineare (§ 8.3), anche adottando adeguate contromisure[629]  [629] Vedi ad es. https://en.wikipedia.org/wiki/Amplitude-companded_single-sideband_modulation.

12.2.7 Demodulatore eterodina

Individua la tecnica di utilizzare una frequenza di demodulazione differente da quella della portante[630]  [630] Per la storia in maggior dettaglio, vedi ad es. https://en.wikipedia.org/wiki/Heterodyne, e fu inventata per rendere udibili i segnali in codice Morse[631]  [631] In origine il segnale telegrafico (lett. scrittura a distanza) era trasmesso via cavo; per approfondimenti vedi https://en.wikipedia.org/wiki/Morse_code e
https://en.wikipedia.org/wiki/Wireless_telegraphy
trasmessi via radio in forma di una portante intermittente f0: dato che cosαcosβ = 12(cos(α + β) + cos(α − β)), scegliendo la frequenza di eterodina fe di poco inferiore a quella della portante f0 il termine a frequenza f0 − fe cade infatti nella banda udibile. Da un punto di vista grafico il risultato equivale a sommare e sottrarre la frequenza
figure f9.10-morse.png
eterodina alle frequenze dell’altro segnale, traslando così f0 in f0 ± fe: indichiamo di qui in poi la differenza f0 − fe con il termine di media frequenza fM, detta anche frequenza intermedia o if.
Piccola storia della radio
Con lo sviluppo della trasmissione radio di segnali modulati, le diverse emittenti eseguivano trasmissioni am-bld-pi ognuna su di una portante differente; sebbene fosse possibile sintonizzare ciascuna emittente con un demodulatore omodina centrato sulla relativa portante, i dispositivi del tempo soffrivano di fenomeni di deriva, e non essendo ancora stato inventato il pll, la portante di demodulazione slittava. Inoltre la tecnica omodina soffriva anche del problema del rientro della portante di demodulazione sull’altro ingresso del mixer, comportando l’insorgenza di una componente continua in uscita dal mixer stesso, in grado di mandare in saturazione il successivo stadio di amplificazione[632]  [632] A causa di fenomeni di induzione elettromagnetica che si manifestano tra conduttori presenti all’interno del circuito di demodulazione (che perdipiù aumentano con il valore delle frequenze in gioco) la portante di demodulazione omodina può appunto rientrare nella via percorsa dal segnale modulato. Se in ingresso al mixer è presente, oltre al segnale da demodulare a portante soppressa, anche un termine alla stessa frequenza portante, si verifica un fenomeno noto come self-mixing dovuto all’eguaglianza cos2α = 12(1 + cos2α) che determina la comparsa di un termine in continua, e che non può essere eliminato mediante filtraggio passa alto qualora il segnale modulato presenti componenti energetiche prossime a frequenza zero. Lo stadio di amplificazione successivo mantiene un funzionamento lineare solo per valori di ingresso compresi in uno specifico intervallo, come discusso al § 8.3, mentre il valore medio ora presente può portare il segnale di ingresso al difuori di tale dinamica..
Si provò quindi ad adottare una modulazione a portante intera in modo da poter adottare un demodulatore ad inviluppo, ma in tal caso l’emittente desiderata doveva essere prima selezionata anteponendo al demodulatore un filtro passa banda variabile centrato sulla portante dell’emittente desiderata (vedi figura), filtro di difficile realizzazione all’aumentare della frequenza[633]  [633] Le difficoltà nascono sia dall’esigenza di accordare il filtro attorno alla frequenza portante desiderata, sia dalla necessità di attenuare sufficientemente le trasmissioni che avvengono su frequenze limitrofe, determinando la necessità di realizzare un filtro con regione di transizione molto ripida, problema che può divenire insormontabile se il rapporto tra banda del segnale e portante (la cosiddetta banda frazionaria) è particolarmente ridotto..

12.2.7.1 Supereterodina

La serie di considerazioni sopra svolte portò alla scelta di adottare in modo sistematico la tecnica di demodulazione eterodina, detta super- qualora si scelga una frequenza
figure f9.11.png
ricevitore supereterodina
intermedia fM più elevata di quelle dello spettro udibile[634]  [634] Il prefisso super venne scelto come contrazione di supersonic heterodyne, e dato che agli inizi del ’900 di certo non esistevano aerei supersonici, indicava il concetto di sopra i suoni, in contrapposizione al suo uso originario di traslare il segnale radiotelegrafico in banda audio., dando luogo allo schema di ricevitore che potremmo definire in due passi mostrato a lato: volendo sintonizzare l’emittente con portante f0 il segnale ricevuto viene innanzitutto moltiplicato per una portante eterodina fe = f0 − fM, in modo che lo spettro dell’emittente centrata su f0 sia traslato alla frequenza intermedia fM = f0 − fe. A quel punto un filtro passa banda fisso centrato su fM permette di isolare l’emittente desiderata, che viene successivamente portata in banda base ad opera dello stadio di demodulazione omodina operante a frequenza fM.
Da un punto di vista grafico accade quanto mostrato in figura, con la frequenza fe
figure f9.12.png
che viene sommata e sottratta a tutte le frequenze in ingresso al primo mixer, portando in fM l’emittente centrata su di una f0 distante da fe di una quantità pari alla loro differenza f0 − fe.
La sintonia di una diversa emittente avviene variando esclusivamente fe, e quindi
figure f9.12b.png
volendo ricevere ad esempio quella centrata in f1, si imposta fe = f1 − fM come mostrato in questa seconda figura, in modo che ora sia la seconda emittente a cadere dentro il filtro centrato su fM.

12.2.7.2 Frequenza immagine

In realtà un ricevitore eterodina prevede la presenza di un ulteriore filtro posto prima del mixer con fe, necessario ad evitare che in ingresso al filtro a media frequenza si presenti, oltre all’emittente centrata a f0 = fe + fM, anche quella a portante fi = fe − fM,
figure f9.13.png
per la quale cioè fe − fi = fM.
La frequenza fi prende il nome di frequenza immagine, in quanto è l’immagine speculare di f0 rispetto ad fe; in altre parole, l’utilizzo di una portante eterodina fe provoca la traslazione a media frequenza sia della emittente desiderata e centrata in f0 = fe + fM, sia della sua immagine a distanza 2fM, centrata in fi = fe − fM. Pertanto in ingresso al ricevitore va anteposto un filtro che elimini dal segnale di ingresso le frequenze immagine, ovvero, una volta nota la gamma di frequenze che si vuole sintonizzare, elimini tutte le trasmissioni centrate su portanti a frequenze minori di fe.
Scelta della frequenza di eterodina
Le trasmissioni broadcast am[635]  [635] Vedi ad es. https://en.wikipedia.org/wiki/AM_broadcasting adottano portanti nella regione di frequenze detta delle onde medie (540-1600 KHz) con modulazione am-bld-pi ed utilizzano un ricevitore per il quale si sceglie una fe maggiore della frequenza f0 da sintonizzare anziché minore come prima illustrato, con il risultato che ora la frequenza immagine fi è quella che si trova al disopra della f0, come mostrato
figure f9.13-b.png
nello schema a lato. Per queste trasmissioni si è scelto di utilizzare una frequenza intermedia fM pari a 455 KHz, quindi volendo ad esempio sintonizzare una emittente con f0 = 600 KHz occorre una fe = fM + f0 = 1055 KHz, ma allo stesso tempo anche l’emittente relativa alla portante fi = fe + fM = 1510 KHz viene traslata nella banda del filtro a frequenza intermedia. Pertanto, prima del mixer operante ad fe va posto un filtro che lasci passare solo le emittenti centrate a portanti inferiori ad fe, reintroducendo l’esigenza di un filtro variabile, ma meno complesso di quello di pag. 1 dato che questo non ha lo scopo di filtrare una sola emittente, ma l’intera banda.
La scelta fM = 455KHz, inferiore alla minima frequenza di 510 KHz, permette di utilizzare per la media frequenza una regione dello spettro libera da altre trasmissioni[636]  [636] Il valore della frequenza intermedia utilizzata per le diverse bande in cui operano sistemi di radio diffusione è determinato in seno ad enti di standardizzazione, e le autorità di concessione della licenza di trasmissione evitano di assegnare alle emittenti frequenze nella stessa banda in cui è prevista l’uso di una frequenza intermedia, allo scopo di impedire interferenze nella medesima banda da parte di una diversa trasmissione. Oltre alla MF a 455 KHz del broadcast AM, abbiamo ad esempio valori di media frequenza pari a 10.7 MHz per il broadcast FM, 38.9 MHz per la televisione, 70 MHz per trasmissioni a microonde terrestri e satellitari., che altrimenti potrebbero essere amplificate dagli stadi ad alto guadagno posti dopo il filtro mf. La scelta di fe > f0 permette poi di posizionare il filtro passa banda che elimina le frequenze immagine al disotto della fe, rendendo più semplice la sua realizzazione. La figura 12.23 mostra lo schema generale[637]  [637] Nel caso di trasmissione a portante intera lo stadio eterodina finale viene rimpiazzato da un demodulatore inviluppo, oppure ancora da un demodulatore in fase e quadratura per gli usi più generali. (compresi gli stadi di amplificazione) per un ricevitore supereterodina con fe > f0 .
figure f9.13a.png
Figure 12.23 Schema di un ricevitore supereterodina con fe maggiore della frequenza sintonizzata
Riassumiamo i vantaggi ottenuti:
Conversione di frequenza multipla
Notiamo che lo stadio di eterodina può essere ulteriormente ripartito in due conversioni di frequenza successive (vedi ad es. la fig. 25.8 a pag. 1), di cui la seconda conversione opera la sintonia, mentre la prima ha il solo scopo di traslare la banda di interesse in una regione centrata su di una frequenza inferiore, in cui il mezzo trasmissivo (ad es. un cavo coassiale) presenta minore attenuazione. Inoltre, la tecnica di mixing eterodina viene utilizzata anche negli apparati ripetitori[638]  [638] Vedi ad es. il caso di un trasponder satellitare, § 25.3.3, in cui la frequenza di trasmissione deve differire da quella di ricezione per evitare fenomeni di auto-interferenza.
Realizzazione numerica
Dopo lo stadio di eterodina, il segnale centrato a media frequenza presenta un valore di frequenza massima W assai ridotto rispetto alla sua versione modulata, permettendo di attuare su di esso le tecniche di (sotto)campionamento (§ 4.8) ed operare le restati operazioni, come la demodulazione in fase e quadratura, in via completamente numerica. Dato che attualmente tutti i ricevitori operano in questo modo, la questione verrà approfondita in una futura edizione.
 Sezione 12.1: Modulazione di ampiezza - AM Su Capitolo 12: Modulazione (e ritorno) di segnali analogici Sezione 12.3: Modulazione angolare