Capitolo 15: Trasmissione dati in banda base Su Capitolo 15: Trasmissione dati in banda base Sezione 15.2: Scelta dell’impulso dati 

15.1 Trasmissione su canale numerico

Al primo capitolo (§ 1.2.2) abbiamo illustrato come tra sorgente e destinazione di una trasmissione numerica si possa idealizzare la presenza di un canale numerico, che racchiude i dispositivi idonei a svolgere diverse operazioni, in modo da permettere la trasmissione di informazioni numeriche mediante un segnale analogico (indicato come segnale dati), che viaggia su canale analogico. Se quest’ultimo presenta una risposta in frequenza di tipo passa-banda[711]  [711] Ovvero lascia passare solo frequenze comprese in un intervallo che non comprende l’origine., anche il segnale dati dovrà presentare le medesime caratteristiche frequenziali, ed al capitolo 16 sono illustrati i principi di funzionamento dei dispositivi modem necessari a generare tali segnali. Nel caso in cui, invece, il canale analogico sia da considerare passa-basso, il segnale dati viene detto di banda base, ed il modem che lo genera è indicato come codificatore di linea.

15.1.1 Trasmissione numerica di banda base

La figura 15.1 rappresenta lo schema generale di un canale numerico, con evidenziati i principali elementi che lo compongono, la funzione dei quali viene ora brevemente illustrata. L’ingresso al canale è descritto, nella sua forma più generale, come un flusso (o sequenza) di cifre binarie con valore logico di 0 ed 1, indicate come bit (binary digit), che pervengono ad una velocità (binaria) di fb bit/secondo.
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Figure 15.1 Elementi costitutivi di un canale numerico
Il primo elemento del canale numerico prende il nome di codificatore di linea (§ 15.1.2) e produce un segnale dati analogico che, ogni Ts secondi, trasporta un simbolo, che a sua volta rappresenta uno o più bit. Pertanto per la frequenza di simbolo[712]  [712] Indichiamo Ts come periodo di simbolo, mentre il suo inverso fs = 1 ⁄ Ts è detto frequenza di simbolo, baud-rate o frequenza di segnalazione, e si misura in simboli/secondo, unità di misura indicata anche come baud, in memoria di Émile Baudot, vedi http://it.wikipedia.org/wiki/Codice_Baudot. fs = 1Ts si può scrivere fs ≤ fb, con il segno di uguale nel caso di simboli binari. Al contrario, se ogni simbolo rappresenta M > 1 bit, come vedremo al § 15.1.2.4 si ottiene un risparmio di banda per il segnale uscente dal codificatore, in modo da adattare lo stesso alla banda passante che caratterizza la risposta in frequenza H(f) del canale[713]  [713] Se non fosse preso questo provvedimento, e si trasmettesse un segnale con una occupazione spettrale maggiore della banda passante del canale, nel segnale ricevuto verrebbero a mancare alcune componenti frequenziali, e di conseguenza la forma d’onda del segnale risulterebbe modificata, causando così il fenomeno di interferenza tra simboli (vedi § 15.1.2.2).. Per qualunque scelta di M, ad ogni possibile simbolo è associato ad un diverso livello del segnale analogico trasmesso.
L’elemento che svolge le funzioni inverse a quelle finora descritte è il decodificatore di linea posto al lato ricevente, che ricostruisce la sequenza dei simboli trasmessi a partire dal segnale analogico ricevuto, innanzitutto campionandolo [714]  [714] Sembra giusto sottolineare che questo campionamento non ha lo scopo discusso al cap. 4, ma si tratta piuttosto qualcosa di più simile al filtro adattato (§ 7.6), che decide in base al superamento di una soglia. D’altra parte, mentre la decisione operata dal quantizzatore introduce un errore, quella del ricevitore numerico discrimina tra informazioni già discrete.(con ritmo fs), e quindi decidendo quale simbolo sia stato trasmesso all’istante t = nTs, in base al confronto tra il valore campionato, ed alcune soglie di decisione.
La presenza di un processo di rumore additivo n(t) all’uscita del canale fa si che il segnale preso in esame dal decisore possa superare la soglia di decisione, determinando un errore (con probabilità Pe) a riguardo di quale simbolo sia stato trasmesso. La valutazione di tale probabilità viene svolta al § 15.4.3, ma anticipiamo subito che Pe è tanto maggiore quanto più è grande la potenza (e dunque l’ampiezza) del rumore in ingresso al decisore, come evidente dalla figura a lato per una trasmissione a due livelli. Fortunatamente la potenza di rumore può essere resa minima progettando adeguatamente il filtro HR(f) di ricezione (vedi § 14.1.1), che può anche realizzare un filtro adattato (§ 7.6), oppure ancora un dispositivo di equalizzazione (§ 18.4).
Il confronto con la soglia di decisione non avviene di continuo come in figura, bensì agli istanti t = nTs corrispondenti a quelli in cui sono codificati i simboli. Nello schema di fig. 15.1 è infatti presente anche un imprescindibile dispositivo di sincronizzazione, che osservando il segnale ricevuto[715]  [715] Oppure mediante una seconda linea di trasmissione. genera un segnale di orologio (clock) che consente al decisore di operare al passo con il ritmo fs = 1Ts: al § 15.7 sono descritte alcune tecniche per affrontare questo aspetto.
Infine, nel caso in cui ogni simbolo codifichi più di un bit (vedi la trasmissione multilivello al § 15.1.2.4), è necessaria la presenza di un serializzatore che provvede ad emettere uno dopo l’altro i bit corrispondenti a ciascun simbolo ricevuto.

15.1.2 Codifica di linea e segnale dati

Poniamoci nel caso più generale in cui una sorgente discreta con alfabeto composto da L simboli[716]  [716] Se L risulta essere una potenza di due ovvero L = 2M, ogni diverso valore rappresenta un gruppo di M = log2L cifre binarie (bit), e la trasmissione convoglia un messaggio numerico con frequenza binaria pari a fbbitsecondo = Mbitsimbolofssimbolisecondo. emetta la sequenza {ai(k)k}, dove il pedice k individua l’istante temporale t = kTs mentre l’indice i(k) rappresenta l’identità (con i da 1 a L) del simbolo emesso in tale istante. Come anticipato i simboli sono prodotti con frequenza fs = 1Ts, ed il codificatore di linea fa corrispondere alla sequenza {ai(k)k} un segnale dati x(t) espresso come
(21.1) x(t) = g(t) * kai(k)kδ(t − kTs) = kai(k)kg(t − kTs)
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Generazione del segnale dati
a cui corrisponde lo schema simbolico mostrato a lato, in cui πTs(t) = k δ(t − kTs) è un treno di impulsi (§ 3.7) con periodo Ts = 1fs, schema del tutto analogo al Sample&Hold introdotto al § 4.2.4, tranne che ora g(t) è generico e prende il nome di impulso dati.
Dato che i simboli ai(k)k sono entità casuali, il segnale x(t) risulta essere un processo aleatorio, e la valutazione della relativa densità di potenza Px(f) coinvolge il calcolo della autocorrelazione Rx(τ) e l’applicazione del teorema di Wiener (§ 7.2.1). Tale sviluppo è svolto al § 7.7.4, dove l’ipotesi aggiuntiva di simboli ak statisticamente indipendenti ed a media nulla porta per Px(f) all’espressione
(21.2) Px(f) = σ2AEg(f)Ts
in cui Eg(f) è lo spettro di densità di energia di g(t) che determina la sagomatura della densità di potenza Px(f), mentre σ2A è la varianza dei valori ak[717]  [717] La modalità generale di calcolo per σ2A viene descritta alla nota 415 di pag. 1. che ne determina il fattore di scala.
Onda PAM
Il segnale dati (21.1) in alcuni contesti è indicato come onda pam, acronimo di Pulse Amplitude Modulation, ad indicare la variazione (o modulazione) che i valori ak determinano sugli impulsi g(t − mT) che si susseguono sull’asse temporale m g(t − mT)[718]  [718] Infatti, se i valori ak fossero tutti uguali, il segnale mg(t − mT) sarebbe semplicemente periodico, come descritto a pag. 1.. Un ulteriore punto di vista è illustrato al § 24.9.5.

15.1.2.1 Segnale dati binario e onda rettangolare

Partiamo dalla (21.2) per ottenere l’espressione della densità di potenza relativa ad una trasmissione binaria, ossia con fs = fb ed ak = {1, − 1}, con valori ak equiprobabili in modo che la sequenza {ak} sia a media nulla, ed adottando un impulso rettangolare g(t) =  rectτ(t − τ2) con τ ≤ Tb in modo da mantenere la sua durata inferiore al periodo di simbolo. In tal caso il segnale dati x(t) assume l’aspetto mostrato in fig. 15.4 e per esso si ottiene[719]  [719] Svolgendo i conti si ha
           σ2A = E{a2k} − (E{ak})2 = E{a2k} = pi(a(i)k)2 = 12 ⋅ 12 + 12( − 1)2 = 2 ⋅ 12 ⋅ 1 = 1
essendo E{ak} = 0, mentre per quanto riguarda EG(f) si ottiene
           EG(f) = |G(f)|2 = |F {g(t)}|2 = |τ sinc(fτ)e −j2πfτ2|2 = τ2  sinc2(fτ)
σ2A = 1 e EG(f) = τ2 sinc2(fτ), dunque la (21.2) diviene
Px(f) = σ2AEG(f)Tb = τ2Tb ⋅ sinc2(fτ)
e presenta l’andamento[720]  [720] Estendiamo il risultato al caso noto di segnale periodico. Ponendo ak = ( − 1)k si genera un’onda rettangolare, il cui spettro (mancando la componente aleatoria) è a righe, con lo stesso inviluppo di tipo sinc2(fTb). del tipo riportato sulla destra di fig. 15.4 ed espresso in scala in deciBel (§ 8.1), per i casi τ = Tb e τ = Tb2, indicati rispettivamente come Not-Return-to-Zero (NRZ) e RZ (vedi § 15.2.1).
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Figure 15.4 Segnale dati binario e relativa densità di potenza espressa in dB/Hz
Osserviamo che il lobo principale di Px(f) è delimitato in |f| < 1τ, ovvero |f| < fb qualora τ = Tb, mentre nel caso RZ il lobo principale si dilata fino a |f| < 2fb mentre si abbassa di 6 dB[721]  [721] Infatti il fattore τ2Tb passa da Tb (NRZ) a Tb4 (RZ), pari ad una riduzione di 6 dB.. L’occupazione di banda complessiva sarà infine approssimata ad un valore pari ad alcuni multipli dell’ampiezza del primo lobo[722]  [722] 
fb apparato Tb 10 ⁄ Tb
2.4 ⋅ 103 Modem (anni ’80) 4.2 ⋅ 10 − 3 24 KHz
28.8 ⋅ 103 Modem (anni ’90) 3.5 ⋅ 10 − 5 288 KHz
10 ⋅ 106 Thin Ethernet (anni ’90) 10 − 7 100 MHz
100 ⋅ 106 Fast Ethernet 10 − 8 1 GHz
Nella tabella a fianco è riportata l’occupazione di banda necessaria a contenere 10 lobi di un sinc(fTb) = 1TbF { rectTb(t)}, ovvero relativa ad una trasmissione binaria a velocità fb = 1Tb per alcuni casi tipici del passato: osserviamo che un’onda rettangolare può andar bene a basse velocità di trasmissione, infatti già per 10 Msimboli/sec, velocità di una LAN, occorrono 100 MHz di banda.
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15.1.2.2 Distorsione lineare e interferenza intersimbolica

Qualora il canale attraversato dal segnale dati (21.1) non sia un canale perfetto (§ 243) ovvero presenti una risposta impulsiva h(t) ≠ aδ(t − τ), x(t) subisce distorsione lineare (§ 8.2), ed in uscita dal canale si presenta[723]  [723] 
Possiamo infatti sviluppare le seguente uguaglianze
y(t)  =  [kakg(t − kTs)] * h(t) = [g(t) * kakδ(t − kTs)] * h(t) =   =  g(t) * h(t) * kakδ(t − kTs) = (t) * kakδ(t − kTs) =   =  kak(t − kTs)
il nuovo segnale dati
y(t) = k ak(t − kTs)       in cui     (t) = g(t) * h(t)
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L’effetto della convoluzione tra g(t) ed h(t) è quello di disperdere nel tempo la forma d’onda g(t), che anche se delimitata entro un periodo di simbolo come per il caso dell’onda rettangolare, arriva ad invadere gli intervalli temporali riservati ai simboli adiacenti, dando luogo al fenomeno della interferenza intersimbolica indicata anche come isi ovvero Inter Symbolic Interference.

15.1.2.3 Diagramma ad occhio

Per valutare sperimentalmente l’effetto della distorsione lineare sul segnale dati x(t) facciamo riferimento ad uno schema di misura rappresentato a lato,
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che prevede di limitare la banda di x(t) ad una frequenza W e quindi visualizzare il segnale distorto y(t) ponendolo in ingresso ad un oscilloscopio[724]  [724] Vedi https://it.wikipedia.org/wiki/Oscilloscopio, la cui base dei tempi è sincronizzata con quella di x(t), in modo da visualizzare sullo schermo la sovrapposizione di forme d’onda corrispondenti a coppie di simboli binari.
L’esito di tale operazione viene raffigurato in fig. 15.7, la cui parte superiore mostra il segnale dati x(t) originario realizzato in versione nrz mediante un impulso g(t) = rectTb(t) e valori ak binari pari a 11110101000, a fianco della sua versione filtrata a W = 2fb (al centro) e W = fb2 (a destra), ossia limitato in una banda W pari rispettivamente al doppio ed alla metà della larghezza del primo lobo di Px(f) (vedi fig. 15.4).
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Figure 15.7 Segnale dati a banda infinita e limitata, e relativo diagramma ad occhio
Come evidente la limitazione di banda causa una alterazione della forma d’onda, ed il campionamento di x(t) agli istanti di simbolo t = kTs produce valori diversi da quelli originari.
La riga inferiore di fig. 15.7 mostra invece la visualizzazione dei casi descritti da parte dell’oscilloscopio, e la disposizione risultante dei tracciati è detta diagramma ad occhio (traduzione di eye diagram), termine che deriva dall’aspetto che assume il disegno che si forma, analogia che apparirà più evidente in seguito all’adozione di un impulso g(t) limitato in banda (figura 15.23), ed in presenza di rumore (figura 15.32).
Riservandoci di riprendere l’argomento nel seguito, osserviamo che il problema non si presenta se

15.1.2.4 Trasmissione multilivello

Nel caso in cui la banda a disposizione per la trasmissione sia scarsa, una soluzione di semplice attuazione è quella di ricorrere ad una trasmissione non più binaria, ma che impieghi simboli ad L valori, detti livelli[725]  [725] Proseguiamo l’esposizione riferendoci direttamente al termine livelli, indicando con questo la scelta tra L possibili valori di ampiezza per il segnale trasmesso.. A tale scopo, M simboli binari della sequenza originaria ak sono raggruppati assieme, ed emessi in contemporanea da un dispositivo serie/parallelo[726]  [726] Si tratta di un componente di elettronica digitale noto come registro a scorrimento (vedi https://it.wikipedia.org/wiki/Registro_a_scorrimento), costituito da M celle di memoria di un bit, ciascuna delle quali (con frequenza fb) copia il contenuto della precedente, mentre la prima è caricata (in serie) con un nuovo bit; al termine di M cicli i bit vengono letti tutti assieme, appunto, in parallelo. come una unica parola binaria di M bit, posta quindi
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in ingresso ad un converitore D/A (pag. 1) che produce in uscita uno tra L = 2M possibili valori, ampiezze, o livelli, che rappresentano i valori dei simboli per la nuova sequenza bh, con h = kM. Dato che occorrono Ts = MTb secondi per accumulare M bit, i simboli bh della nuova sequenza sono prodotti ad una velocità indicata come frequenza di simbolo, pari a
fs = fb ⁄ M = 1 ⁄ MTb = 1 ⁄ Ts
ed utilizzati per produrre un segnale dati x(t) = h bhg(t − hTs) ad L livelli e frequenza di simbolo fs[727]  [727]  In ricezione si effettua il procedimento inverso, ripristinando la codifica binaria originaria di M bit a cui il codificatore ha associato il valore L-ario ricevuto, e quindi serializzando gli M bit, in modo da ri-ottenere la sequenza binaria di partenza. Vedi anche fig.15.38..
Il risultato finale della codifica multilivello è esemplificato in figura 15.9-a), che mostra un segnale dati binario ad onda rettangolare nrz assieme al corrispondente segnale dati x(t) ottenuto per L = 4.
a) figure f4.171.png
b) figure f4.171b.png
Figure 15.9 a) - codifica a quattro livelli di una sequenza binaria; b) - densità spettrale per un segnale binario ed uno ad otto livelli a parità di fb
All’aumento del periodo di simbolo Ts corrisponde quindi l’aumento della durata di g(t), ovvero una contrazione della G(f) che compare nella (21.2), determinando quindi la riduzione della banda occupata da x(t), come mostrato in fig. 15.9-b), relativa all’uso di M = 3 bit/simbolo (L = 8). Pertanto l’occupazione di banda del segnale dati può essere ridotta a piacere, semplicemente aumentando il numero M di bit raggruppati in una singola parola.
Sembrerebbe tutto risolto, se non che al § 15.4 si mostra come, a meno di non aumentare la potenza del segnale dati, in presenza di rumore la codifica multilivello causi un peggioramento della probabilità di errore del decisore, in quanto a parità di dinamica complessiva del segnale i valori dei livelli risultano ora ravvicinati. Questo fenomeno è rappresentato in figura 15.10, in cui a sinistra si mostra un segnale dati ad 8 livelli, al centro il diagramma ad occhio corrispondente, ed a destra lo stesso diagramma, per un segnale filtrato a meno della sua banda.
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Figure 15.10 Segnale dati ad 8 livelli e diagramma ad occhio per banda infinita o limitata
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