8 Distorsione e rumore
Descriviamo la natura del peggioramento, o
distorsione, subìto da un segnale che attraversa un sistema fisico, e caratterizziamo quest’ultimo al fine di quantificare l’entità della distorsione introdotta. Questa analisi serve a valutare la qualità di un segnale dopo che ha attraversato circuiti (cap.
18), linee di trasmissione (§
19.2) od amplificatori, oltre che a sviluppare criteri di progetto che tentano di migliorare le prestazioni del sistema, in termini di probabilità di errore (cap.
15) e/o di rapporto segnale/rumore (cap.
14). La natura della distorsione subita da un segnale rientra in una o più delle seguenti categorie:
- distorsione lineare quando prodotta da un sistema lineare come un filtro;
- distorsione non lineare, causata da mezzi trasmissivi come la fibra ottica o dispositivi come gli amplificatori, che possono presentare comportamenti non lineari;
- distorsione dovuta a disturbi additivi come interferenza, quantizzazione e rumore termico, e che a differenza dei precedenti casi non dipende dal segnale, ma semplicemente vi si somma.
Osserviamo poi che per distorsione si intende un effetto indesiderato, mentre se invece il segnale viene “manipolato” di proposito, si dice che questo è elaborato.
Segnale utile, disturbo,
canale perfetto ed
SNR
Può essere preferibile trattare i tre fenomeni esposti in modo unificato, definendo la distorsione come un
disturbo additivo che si sovrappone ad una componente di segnale
utile presente nel segnale ricevuto. Tale impostazione si basa sulla considerazione che ricevere un segnale
identico a quello trasmesso, tranne che per un fattore di scala ed un ritardo temporale, non altera né forma né sostanza del messaggio: pertanto, un canale che presenti una risposta impulsiva
h(t) = aδ(t − τ)
viene indicato come
canale perfetto, ed il segnale ricevuto
y(t) = u(t) = ax(t − τ) è tutto utile. Se invece viene ricevuto qualcosa di diverso, la differenza
ε(t) = y(t) − ax(t − τ) = y(t) − u(t) viene chiamata
disturbo additivo. Noti
u(t) e
ε(t), se ne può valutare la rispettiva potenza, e caratterizzare la qualità del segnale ricevuto nei termini del rapporto
PuPε tra la potenza del segnale utile e quella del disturbo, indicato come
rapporto segnale rumore o
SNR: ovviamente, la qualità è tanto migliore quanto più
SNR è elevato .
Canale rumoroso e attenuazione
Il modello di canale costituito dalla sua componente perfetta e da un disturbo additivo si presta bene a rappresentare, oltre alle cause di distorsione lineare
e non, anche quelle più propriamente additive, come il
rumore termico la cui natura è descritta al §
8.4.2. In tal caso il disturbo
ε(t) si manifesta in ricezione, con una potenza
Pε indipendente da quella
Pu del segnale. Allo stesso tempo, al diminuire del fattore di scala
a che caratterizza il canale perfetto, la potenza del segnale utile diminuisce con
a2, e l’
SNR di pari misura.
La riduzione della potenza del segnale ricevuto (
a < 1) è indicata come
attenuazione o
affievolimento e, pur se in presenza di un canale perfetto ovvero privo di distorsione, produce un peggioramento dell’
SNR ovvero della qualità del segnale ricevuto. Questo è il caso, ad esempio, dei collegamenti radio (cap.
20), in cui oltre alla attenuazione di natura deterministica legata alla distanza, intervengono ulteriori cause di attenuazione di tipo aleatorio come quelle di natura atmosferica (pioggia o nebbia), quelle dovute al movimento, e quelle dovute alla casualità delle condizioni di propagazione in condizioni di non visibilità (§
564).
L’approccio da seguire per valutare il peggioramento dovuto a diverse cause di distorsione che si verificano contemporaneamente è rinviato al §
8.4.1, mentre le cause di distorsione lineare e
non lineare sono affrontate ai §§
8.2 e
8.3. Di seguito si approfondisce invece il significato della scala di misura logaritmica, in cui spesso sono espresse potenze di segnale, valori di attenuazione o di guadagno, ed
SNR, anche se l’uso principale che faremo dello “strumento” dB non avverrà che al capitolo
19.