Il viaggio è stato in parte di navigazione fluviale, parte via terra, e parte in volo.
  Si e' svolto tra l'11 ed il 26 Agosto 2006, in 16 persone. 
  
  Dal confine nord tra Thailandia e Laos, abbiam disceso il Mekong, 
  e raggiunto la strada presso Pakbeng, dove abbiam dormito 
  nella nostra prima palafitta. Di li abbiam raggiunto via terra Muang Sing, 
  vicina al confine nord tra Laos e Cina, dove abbiamo fatto una passeggiata 
  tra i villaggi e le risaie. Ancora un alloggio in palafitta, con cicale in concerto 
  per tutta la notte, visita ad uno stupa che pare conservi lo sterno del Budda, 
  e quindi abbiamo assistito a 20 min del canto dei monaci (pare che la tirino 
  per 2h e mezza !!). Abbiam sentito almeno un paio di urla di maiale sgozzato, 
  e poi qualcuno a cena, assaggia anche la minestra di serpente. Quindi, 
  un giorno di viaggio via terra, facendo tappa in diversi villaggi, son poveri ma contenti, 
  a volte tra le palafitte, spunta un grossa parabola satellitare, come ad esempio 
  vicino ad una capanna che sembra essere un luogo di ritrovo, ci invitano dentro 
  a bere un pò di grappa di riso, ma dopo poco ci accorgiamo che dietro l'altarino 
  con gli incensi... si sta svolgendo una veglia funebre, non so, credo che 
  in questi posti, sia cortese tenergli compagnia un pò più che da noi.

  Prima del tramonto si arriva a Nong Khiaw, dove c'e' un gran bel ponte 
  sotto al monte, dormiamo avvolti tra i suoni animali piu' strani, compreso 
  il tamburo dei monaci che inizia a suonare alle 4, e la mattina riprendiamo 
  una barca, con la quale discendiamo l'Ou, che si snoda tra monti e cespugli 
  di bambu', per arrivare (dopo un sosta ad un grotta lungo il fiume, contenente 
  una miriade di piccoli Budda) infine a Louangphrabang, che fu la capitale 
  del primo regno Laotiano (Lan Xang, o "del milione di elefanti") tra il 1353 ed il 1545, 
  quando la capitale fu trasferita a Vientiane. Li' stiamo fermi tre notti, la citta' e' 
  patrimonio dell'umanita' sotto timbro Unesco, e per questo priva di grattacieli, 
  con tutti i templi (Wat) intatti. Chi si sbizzarrisce a fare shopping, chi fa 
  una escursione di rafting (torneranno alle 22,30, iniziavamo a stare in pensiero), 
  chi va in visita alle cascate (e trova orsi orfani, ed una vera tigre-campione, 
  delle 5000 che abitavano li'), sempre con i tuk-tuk o con i pickup, ovvero con 
  camioncini con sedili e tetto. Peccato che, ora che siamo piu' a sud, 
  la sgrullatina monsonica quotidiana non ci abbandonera piu', lasciandoci 
  umidi di pioggia, oltre che di sudore.

  Finalmente ci muoviamo alla volta di Vientiane (la capitale) via terra, su 
  bus di linea noleggiato, un viaggio tra monti e nuvole, peccato che 
  la visibilita' sia scarsa, i posti che si intravedono sono notevoli... 
  ma di auto in giro ce ne sono davvero poche, per forza che le strade 
  sono cosi' cosi', praticamente non servono a nessuno !!! Vientiane si trova 
  in pianura, su di un lato del Mekong (dall'altra parte, è Thailandia), ed ospita 
  il 10 % della popolazione del Laos (che è di 5.000.000), e praticamente 
  la meta' degli autoveicoli, ed anche con questo... il traffico e' pressoche' inesitente, 
  il Laos e' un paese veramente tranquillo, gli esauriti sono tanto rari, 
  quanto da noi le malattie tropicali. Dopo il giro di alcuni Wat, ci dirigiamo 
  al mercato, dove perdo il contatto con il resto del gruppo, e mi sfogo 
  girandomelo tutto, dal reparto tessuti a quello dell'oreficeria, dai televisori 
  all'oggettistica... per finire nella zona ristoro, prendo la mia minestra 
  di noodles e carne, ti ci portano un bicchiere d'acqua e ghiaccio, ed un piattino 
  con basilico fresco... il basilico si aggiunge alla zuppa, e solo dopo, 
  vedo che il mio vicino indigeno, aggiunge anche un paio di polveri 
  che stanno li' sul tavolo, e mischia... si, mangio con le bacchette, 
  e' facile e divertente, l'imparai nel '97, quando andai in Vietnam 
  (e misi da parte quest'arte).

  Dopo due notti a Vientiane, prendiamo l'aereo per Phnom Penh,
  capitale della Cambogia, piena zeppa di moto, le fanno con il sellino 
  piu' lungo delle nostre, tanto che ho visto sulla stessa moto,  
  fino a 5 persone !!! Sarà che i cambogiani sono minuti... quando 
  non sono mutilati, per via delle tante mine disseminate (e ci giurerei, 
  anche made in Italy!). Visitiamo un museo degli orrori, dove i Khmer rossi 
  torturavano gli oppositori, le minoranze, e poi.. i Khmer stessi, tanto che 
  fu propio un ex comandante khmer (Hug Sen) a sconfiggere Pol Pot, 
  con l'aiuto dei Vietnamiti. Ma il morale, ci si risolleva con la visita del 
  Palazzo reale, costruito in stile Khmer con l'aiuto dei francesi nel 1866, 
  e residenza del re Sihanuk. E' proprio bello !!! Ma anche stavolta, 
  il monsone ci tuona contro... andiamo quindi al Central Market 
  (il Psar Thmay), e l'impressione della citta', si conferma molto piu' attiva 
  e vitale dei posti in Laos. Quindi, albergo e cena, dopo la quale.. 
  ci concediamo quattro salti in discoteca Cambogiana !!!

  Al mattino, siamo pronti ad affrontare un'altra tratta fluviale, 
  un aliscafo di fiume ci fa risalire in corso del Sap, defluente 
  di un gigantesco lago (il Tonle' Sap) di 3.000 kmq, e che si getta nel 
  Mekong proprio nei pressi di Phnom Penh. Ma nella stagione 
  delle piogge (la nostra!), il Mekong e' talmente gonfio (ce ne siamo 
  resi conto dall'aereo, non si distingueva il fiume dagli inondamenti), 
  che il Sap inverte il suo corso, ed il lago si gonfia, fino a raggiungere 
  gli 8000 kmq, inondando e fertilizzando tutta la campagna circostante. 
  Sara' per quello che piu' che le auto, in quelle zone 
  sono molto più utili le barche ??? 
  La navigazione e' veloce e piacevole, ed il panorama spettacolare.. 
  dopo sei ore di navigazione, eccoci arrivare a Siem Reap, 
  lasciamo i bagagli in albergo, e ci tuffiamo subito tra le rovine di Angkor 
  (che significa "citta'", una variante khmer del sanscrito nagara), 
  costruita tra il IX e l'XI secolo, che arrivo' ad ospitare 
  un milione di abitanti, e che si estende per una ventina di Km, comprendendo 
  moltissimi siti, di cui il piu' rinomato e' l'Angkor Wat. 
  Il "passi" costa 40 $ (in Cambogia i prezzi sono dati 
  direttamente in dollari) per 3 giorni, noi ne abbiamo solo 
  uno a mezzo a disposizione, ma fa lo stesso. 
  Visitiamo il tempio che dà il nome al sito, quello con le 5 torri a cono, 
  e poi il Bayon, con tutte le facce scolpite nella pietra, Ta Prohm, 
  con le radicione degli alberi (riprese anche da Indiana Jones) 
  incastrate tra i massi... ma le parole servono a poco, 
  c'e' solo che stare lì e vedere dal vivo, anche le foto non rendono, 
  e' un luogo unico al mondo, e se Angkor non è stata inserita tra 
  le Sette meraviglie del mondo, e' solo perche' i greci a quei tempi, 
  ne ignoravano l'esistenza... ma di sicuro, può superarle tutte !!!

  Dopo le due notti a Siem Reap, ci attende la sfacchinata finale, 
  38 ore di viaggio per tornare in Italia. Infatti, raggiungiamo 
  il confine tra Cambogia e Thailandia via terra, lungo una strada 
  all'80% sterrata e pienissima di buche e ponti rotti. Attraversiamo 
  il confine a piedi, con 200 m di terra di nessuno, ed una volta di la', 
  ci aspetta un comodissimo bus che viaggia su di una strada liscissima... 
  un'altro pianeta !! Ceniamo tra i ristorantini di strada di Bangkok, 
  l'aereo partira' alle 3 di notte, facendo uno scalo di 2 ore a Kuwait City, 
  per arrivare alle 14 a FCO (ma ci sono di mezzo, anche 5 ore fuso).