Votiamo il terzo referendum per obbligarli a cambiare
Io penso che questi qua ci prendono per scemi, anzi ce la mettono tutta per farcici diventare. Come che fossimo un gregge di pecore, a cui comandare di accendere il decoder come fosse un pascolo.
Personalmente, mi trovo d'accordo con chi vede nel successo dei primi due quesiti referendari del 21 e 22 giugno 2009, il pericolo di dar luogo ad una legge ancora peggiore, in cui chi riesce a vincere può poi fare tutto quel che gli pare e piace per i successivi 5 anni, riducendo le opposizione ad un ruolo di comparsa, fino a poter istituire un regime dittatoriale.
C'è chi dice che il bipartitismo è sinonimo di stabilità governativa, e garanzia di adesione al mandato elettorale, scongiurando il rischio che formazioni minori tengano la maggioranza sotto ricatto. Mi spiace, ma non la penso così, io ritengo che una democrazia rappresentativa debba permettere a ciascuno di riconoscersi in una delle mille possibili sfumature politiche, e che il governo debba poter tenere conto degli interessi di tutti.
C'è poi chi dice che, se i referendum riescono a passare, poi il parlamento sarà obbligato a cambiare la legge, ammettendo dunque implicitamente che ciò che si otterrebbe da una vittoria referendaria, sarebbe da modificare subito. Ma allora, con quale logica si invita la gente a votare per una cosa che andrà cambiata?
D'altra parte, se il referendum fallisce, o peggio ancora, non raggiunge il quorum, allora l'unico senso che si potrà dare alla consultazione, è che la stragrande maggioranza degli Italiani se ne infischia del quesito, ovvero pensa che l'attuale legge elettorale va bene così, e dunque chi la vorrà mantenere intatta, potrà ben appoggiarsi a questo.
Sul fatto però che l'attuale legge elettorale, in cui ci è negato il diritto di scegliere il nome a cui affidare la delega di governo, sia indecente e vada cambiata, non c'è alcun dubbio. Come fare allora per fruttare in modo politico l'opportunità che lo strumento democratico del referendum ci offre?
Io penso che andare a votare, non ritirare le prime due schede, ma solo la terza, e votare SI solo a quella, potrebbe essere il miglior modo per riappropriarsi della democrazia, e far capire ai partiti che la trattano come fosse una cosa loro, che noi siamo invece in grado di fare due più due, e dunque stessero attenti a quello che fanno.
Il terzo quesito è quello che priva i politici del potere di candidarsi in tutti i collegi, in modo da usare un nome di richiamo per poi far eleggere il secondo in lista. Se da un lato sostituire la persona votata con un'altra è una evidente beffa nei confronti dell'elettore, d'altra parte questa possibilità è per i partiti un meccanismo di branding a cui affidano prepotentemente l'esito delle elezioni, ed un metodo per poter occupare le poltrone del potere con un insieme di sottomessi sudditi.
Quindi, qualora vincesse il terzo referendum, ma non gli altri due, allora sì che sarebbero obbligati a modificare la legge elettorale risultante, che resterebbe priva di un meccanismo per loro fondamentale. E la modifica non potrebbe prescindere dalle indicazioni scaturite dell'esito della consultazione, ovvero il rigetto del bipartitismo, e del meccanismo di fiducia cieca ad una persona.
Che nessuno si azzardi a fare una analisi del genere è uno scandalo, la cui unica base è l'assoluta mancanza di fiducia che il cittadino medio possa riuscire, andando alle urne, a scartare due schede e prenderne solo una. Per sfortuna loro, non siamo così scemi.
Andate a votare, date un segnale, riappropriatevi del referendum e della politica, il paese che governano è il nostro, non è roba loro.