La crisi del settimo anno

Anche quest'anno sono pendolare con Latina, dove svolgo due corsi per la laurea in Ingegneria dell'Informazione. Per ridurre le spese di benzina, ho concordato un orario limitato a soli due giorni a settimana, in ognuno dei quali svolgo sei ore di lezione, intervallate da un'ora di pausa durante la quale mangio come posso. Inutile dire che per me, è una prova di resistenza fisica e mentale.
Sono sette anni che va avanti questa storia, ed ancora non ho capito cosa significhi che sebbene il mio dipartimento si dichiari favorevole a sostenere le attività della sede di Latina, nessuno dei suoi afferenti acconsenta ad una rotazione degli incarichi di insegnamento, sostituendomi. Come se i corsi che svolgono a Roma fossero di loro proprietà.
Sinceramente questo uso privato della cosa pubblica, che permea le nostre istituzioni, fa parte delle motivazioni che mi spingono a sostenere il movimento cinque stelle, il cui scopo (ricordo) è tentare di cambiare il paese, a partire dalle sue istituzioni.
Il mio senso di responsabilità mi spinge a tenere duro, una mia defezione da Latina, potrebbe voler dire la chiusura del corso di Laurea al quale contribuisco per 15 crediti. Ma al tempo stesso mi chiedo: che senso ha una università per la quale i designati dell'ANVUR mi scrivono che i miei libri di testo non hanno valore, e che averli presentati nell'ambito del processo di valutazione, può provocare una perdita economica al mio ateneo?
Si, c'è assoluto bisogno di un cambiamento.