Civiltà digitale centimetropolitana

Posted on Jun. 16, 2014 at 02:30 AM

Favola socio-tecno-sostenibile declamata in occasione della mostra Centimetropolis

Ci siamo distratti, e Internet è uscita dai computer per entrare nei telefoni; intanto, la TV di casa è diventata piatta, e poi si è riprodotta nei computer, via YouTube. Lo spettatore quindi usa lo smartphone al posto del telecomando, e twitta il suo commento nel sottopancia del talk show. Al posto dell'auditel usiamo i trending topics di Twitter, al posto dei call center ci sono ora le fan page di Facebook.

La distanza si trasforma, da concetto metrico, ad uno stato d'animo. Possiamo essere intimi, empatici e sentimentali in videoconferenza con un altro luogo del pianeta, così come possiamo essere solitariamente sperduti nella metropolitana affollata, immersi nello scroll di un social, nella lettura delle notizie, sparando alle bolle, schiacciando caramelle gommose, o persi con MP3 e cuffiette.

Le fonti di informazione si moltiplicano, tante quanti sono i punti di vista, il telefono diviene un Aleph e ci si può confondere, ma ogni cosa è alla portata di tutti, chiedi a Google e ti sarà risposto, ognuno ha il suo buon vecchio saggio, la sua rassegna stampa, il suo centro commerciale, tutto racchiuso in un palmo di mano.

Gli intermediari sono vanificati: gli editori, i discografici, i broadcaster. I produttori di contenuti raggiungono gli spettatori in modo diretto, in un rapporto tra pari; i contenuti si diffondono, e vengono scambiati come in un baratto, e le app come veicolo di pubblicità. Chi offre i contenuti più interessanti è colui che è meglio ripagato dagli inserzionisti.

Sostenibilità e chilometro zero: mentre l'arte e la socialità si liberano e si librano oltre i limiti fisici della distanza, e contrattuali dell'intermediazione, le industrie alimentari e farmaceutiche perdono terreno, di fronte al ritorno dei mercati contadini e della nutraceutica. Ippocrate disse: fa che il cibo sia la tua medicina, e che la medicina sia il tuo cibo.

Così, le merci non rimbalzano più per i quattro angoli del pianeta, ed i prodotti industriali sono assemblati localmente da tecno-carrozzieri, a partire dai componenti riprodotti da una stampante 3D. Tempi moderni di Chaplin sarà ricordato come c'era una volta. Specialmente adesso che anche l'energia è generata localmente, facendo decadere le dipendenze energetiche tra le nazioni.

Ora che siamo così indipendenti e autosufficienti, per quale motivo dovremmo lasciare che ci sia interposto qualcuno, tra la nostra società centimetropolitana ed il suo governo? Con il rischio che tra questi rappresentanti politici ci sia chi si crede così furbo da pensare di trarre vantaggi personali dalla gestione delle cose comuni?

Così come ogni pagina di Wikipedia è scritta a molte mani, ed è il risultato di una collaborazione asincrona tra molteplici individui, anche le decisioni politiche saranno allora frutto di una collaborazione diffusa e distribuita, coniugando rivoluzione anarchica, e democrazia diretta.

E l'uomo centimetropolitano, vivrà felice e contento!