15.3
Rumore nei ripetitori ↓
Come illustreremo al cap.
16↓, la propagazione del
segnale attraverso un mezzo trasmissivo ne determina una
attenuazione
la cui entità aumenta con la distanza. La realizzazione di un
collegamento molto lungo mediante un’unica
tratta è pertanto
praticamente impossibile, sia a causa del livello troppo ridotto del
segnale che sarebbe ricevuto, sia (nel caso di un collegamento radio)
per la mancanza di condizioni di visibilità. Pertanto, occorre
suddividere il collegamento in più
tratte, intervallate da stadi
di amplificazione (o
ripetitori) progettati in modo da
compensare l’attenuazione della tratta appena attraversata.
15.3.1
Ripetitore trasparente
L’aggettivo
trasparente si riferisce al
fatto che, oltre al segnale, viene amplificato anche il rumore presente
in ingresso, e nel caso delle trasmissione analogiche, è l’unico modo di
procedere, al contrario delle trasmissioni numeriche, che invece possono
adottare di un ripetitore
rigenerativo (§
15.3.2↓), che
cioè produce un
nuovo segnale, privo di rumore.
Analizziamo la questione con riferimento ad un
collegamento radio, anche se la trattazione può essere estesa ad altre
tecniche trasmissive, come il cavo o le fibre ottiche, e consideriamo
una successione di
M tratte come
mostrato in fig.
15.13↓.
Il ripetitore interposto tra ogni coppia di tratte amplifica il segnale
(ed il rumore) di una quantità pari al proprio guadagno disponibile
Gdi,
reso uguale all’inverso dell’attenuazione disponibile della tratta
precedente, ovvero
Gdi
= (1)/(Adi). Il rumore termico
accumulato alla fine del collegamento può calcolarsi con i metodi fin
qui esposti, ma considerando che il livello di segnale di uscita è lo
stesso per tutti i ripetitori, si ritrova il risultato ottenuto al §
7.4.1↑,
come ora illustreremo. Al §
15.3.1.2↓
valuteremo poi come le distorsioni
di non linearità (§
7.3↑) degli
amplificatori possano intervenire nel progetto.
15.3.1.1
Rumore termico accumulato
Osservando solamente il segnale in uscita
dall’ultimo ripetitore, si può definire un
SNR
complessivo come
SNRT =
(Pm)/(Pn). D’altra parte, il rumore
complessivo è dovuto ai contributi di rumore introdotti dai singoli
ripetitori: essendo questi ultimi indipendenti tra loro, la potenza di
rumore accumulata è la somma delle singole potenze di rumore:
Pn
= σ2n
= E{n2(t)} = E{( ⎲⎳ini(t))2} = ⎲⎳iE{n2i(t)} = M⎲⎳i
= 1 Pni
Osserviamo ora che per ogni singolo ripetitore può essere definito un
proprio
SNRi = (Pmi)/(Pni), e quindi
Pni =
(Pmi)/(SNRi); pertanto, l’
SNR
complessivo risulta:
SNRT
= (Pm)/(∑i(Pmi)/(SNRi)).
Notiamo inoltre che, essendo il livello di segnale
Pmi
in ingresso a ciascun ripetitore lo stesso, ovvero
Pmi =
Pm per
∀i, i singoli contributi
Pni
al rumore complessivo possono essere espressi nei termini di uno stesso
livello di segnale, ovvero
Pni
= (Pm)/(SNRi),
e dunque per l’
SNR complessivo
↓
si ottiene
SNRT = (Pm)/(Pm ⎲⎳i(1)/(SNRi))
= (1)/( ⎲⎳i(1)/(SNRi))
Questo risultato può essere espresso con la frase
l’SNR
prodotto da più cause indipendenti è il parallelo degli SNR
dovuti alle diverse cause di rumore
per via della analogia formale con l’espressione
della resistenza equivalente di un parallelo di resistenze; l’analogia
evidenzia, tra l’altro, che se una tratta è considerevolmente peggiore
delle altre, SNRT
dipenderà essenzialmente da questa.
Il risultato a cui siamo giunti ha validità più
generale del caso illustrato, e può essere invocato ogni volta che un
sistema di comunicazione è affetto da più cause di disturbo additivo
indipendenti tra loro, per ognuna delle quali si sia separatamente in
grado di giungere ad una espressione di
SNR,
come illustrato anche al §
7.4.1↑.
Proseguiamo l’analisi ipotizzando ora che tutte le
tratte siano
uguali tra loro, ovvero con eguali
Ad
e
Gd, uguali
temperature di rumore, ed uguali
SNRi.
In tal caso si ottiene
SNRT = (1)/((M)/(SNRi))
= (SNRi)/(M)
con
SNRi = αSNR0
= α(PR)/(Pn), dove
Pn = kTeiW
è la potenza di rumore nella banda di messaggio
W,
PR
è la potenza ricevuta da un ripetitore (uguale per tutti se le tratte
sono uguali), e
α è un fattore che
dipende dal tipo di modulazione. Sembrerebbe dunque che per migliorare
l’
SNR complessivo sia sufficiente
elevare il livello di trasmissione di tutti gli stadi, in modo da
elevare la potenza ricevuta. In realtà la potenza trasmessa non può
aumentare a piacere, in quanto intervengono fenomeni di non-linearità.
15.3.1.2
Compromesso tra rumore termico e di intermodulazione
Al §
7.3↑
si è osservato come per un segnale modulato la presenza di un elemento a
comportamento non lineare (tipicamente l’amplificatore di potenza del
trasmettitore) produce
interferenza in banda, la cui potenza
dipende con legge cubica dalla potenza del segnale trasmesso. Indicando
quindi con
SNRI = (Pm)/(PI) il rapporto
SNR
complessivo del collegamento dovuto a cause di non linearità,
indipendenti
dal rumore termico, osserviamo che questo
diminuisce
all’aumentare della potenza trasmessa da ogni ripetitore. Pertanto, l’
SNR complessivo deve tener conto sia
del rumore termico che di quello di intermodulazione, e può essere
espresso come “il parallelo” di entrambi, ossia
SNR = (1)/(1⁄SNRT
+ 1⁄SNRI)
Dato che all’aumentare della potenza di
trasmissione SNRT
diminuisce mentre SNRI
aumenta, l’SNR complessivo presenta
un massimo per un certo valore di potenza trasmessa, ovvero
esiste un dimensionamento ottimo in grado di fornire il miglior
SNR complessivo.
Esempio La figura a lato mostra
l’andamento di
SNR = (1)/((1)/(SNRT) + (1)/(SNRI))
dovuto ai due termini
SNRT = Pm e SNRI = (Pm)/(.1⋅ P2m
+ .01⋅ P3m)
Come si vede, SNR presenta
un massimo per Pm≃2.5.
15.3.2
Ripetitore rigenerativo↓
Affrontiamo ora il caso in cui la trasmissione
sia di natura numerica (§
14↑):
in tal caso i dispositivi intermedi di amplificazione anziché essere di
tipo
trasparente, vengono detti
rigenerativi,
ovvero mentre dal lato ricevente svolgono l’intero processo di decisione
(§
8.3↑) sui
simboli del messaggio, dal lato di trasmissione generano un
nuovo
segnale in cui è
assente il rumore presente in ricezione.
La valutazione delle prestazioni
complessive
nel caso si adottino
M ripetitori
rigenerativi posti in serie lungo un medesimo collegamento è piuttosto
semplice, qualora siano equispaziati, ed ognuno caratterizzato dalla
stessa
p = Pbite.
In tale circostanza si ricade infatti nel caso delle
prove ripetute,
permettendo di esprimere la probabilità che lo stesso bit sia sbagliato
da
n ripetitori (su
M)
mediante la distribuzione di Bernoulli (§
17.1↓)
p(n) = (Mn)pn(1
− p)M − n.
Ovviamente il bit risulterà sbagliato solo se avrà subito un numero
dispari
di errori, e dunque complessivamente possiamo scrivere
PTe = M⎲⎳n dispari, n = 1p(n) = Mp(1
− p)M − 1 + (M(M − 1)(M − 2))/(3!)p3(1
− p)M − 3 + ⋯
Nel caso, come spesso accade, che
p≪1,
l’espressione indicata è bene approssimata dal solo primo termine, e
dunque si può affermare che
PTe≃MPbite,
ovvero che la prob. di errore sul bit è proporzionale al numero di
tratte.
Ripetitore
trasparente nelle trasmissioni numeriche
In questo caso, ogni ripetitore
trasparente
amplifica oltre al segnale anche il rumore già presente, e ne aggiunge
di suo: come mostrato al §
15.3.1.1↑
nel caso di tratte identiche, all’estremo di destinazione del
collegamento si osserva un
SNRT
= (SNRi)/(M), pari cioè a quello di
ogni singola tratta, diviso per il numero delle tratte. In tal caso l’
Eb⁄N0 del
ricevitore a destinazione (l’unico ora che esegue il processo di
decisione) risulta diminuito della stessa quantità (vedi eq.
(10.69↑) pag.
1↑), producendo un
peggioramento delle sue condizioni operative di
10log10M
dB rispetto a quelle delle singole tratte.
Esercizio Una trasmissione numerica 16-qam
(§ 14.3↑) è realizzata
mediante un collegamento suddiviso in M
= 16 tratte uguali. Qualora si desideri una PTe
complessiva pari a 10 − 5,
valutare il valore di Eb⁄N0
necessario in ingresso a ciascuna tratta, nei due casi a)
ripetitori rigenerativi oppure b) ripetitori trasparenti.
Indicare quindi l’entità del rapporto tra le potenze di segnale in
ingresso ai ripetitori nei due casi.
Svolgimento Nel caso a) risulta PTe≃MPe,
dunque per ogni tratta si deve ottenere una Pe
= PTe⁄M = 10 − 5⁄16
= 6.25⋅10 − 7, a cui (per un 16-qam)
corrisponde (fig. 14.22↑) un valore Eb⁄N0≃14.5
dB. Nel caso b) la decisione ha luogo solamente nell’ultima
tratta, e per ottenere una PTe
= 10 − 5, la modulazione 16-qam
necessita di un valore Eb⁄N0≃13.5
dB. D’altra parte, per ottenere un tale Eb⁄N0 in
ingresso al decisore, ogni tratta che lo precede deve
presentare un Eb⁄N0 in
ingresso allo stadio di amplificazione maggiore (rispetto a
quello del decisore) di una quantità pari a log2M
= 4 dB, ossia Eb⁄N0
= 13.5 + 4 = 17.5 dB, ovvero 3
dB in più rispetto al caso a).
Essendo
le tratte identiche, per ognuna di esse il valore N0
= 1⁄2kTei
è lo stesso, in quanto (vedi eq. 16.74↑) Tei
= Tg + T0(F
− 1), e sia Tg
che F sono gli stessi per tutte
le tratte. Pertanto la differenza di 3
dB tra i valori di Eb⁄N0
nei casi a) e b) si riflette in un raddoppio
della potenza in ingresso ad ogni ripetitore trasparente, in confronto
a quello rigenerativo.