notiamo anche che il tempo
necessario
alla trasmissione dei 48 bits dello short PLCP Header ora è
dimezzato, dato che ora viene trasmesso a 2 Mbit/s in DQPSK.
Una stazione in grado di ricevere solo il formato lungo, non
è
in grado di acquisire il sincronismo con una trama con
preambolo
corto, ma è comunque in grado di
rilevare la presenza di segnale, in modo da evitare collisioni.
D'altra
parte,
le trame di controllo inviate come risposta, usano la stessa
modulazione trovata
nella richiesta; così come un AP che risponde ad
uno
scan
attivo, usa la stessa
modulazione trovata nella richiesta. In tal modo, una stazione
in
grado di gestire solo il preambolo lungo, può astenersi dal
tentare di associarsi ad un AP che annuncia l'uso di preambolo
corto.
Con il rilascio del'802.11g, esiste una ulteriore
possibilità di
formato, quella che impiega la modulazione OFDM per la PSDU e nota
come DSSS-OFDM, di cui mostriamo solo
la versione
corta in cui
preambolo e header PLCP sono gli stessi appena visti:
in cui notiamo che, appunto, la PSDU viene trasmessa in OFDM,
secondo il formato illustrato sotto.
Generazione
del
CRC e del preambolo
Quando il PLCP riceve la SDU da trasmettere, provvede a generare il
preambolo (con 128 uni se
lungo,
o con 56 zeri se
corto),
a
cui aggiunge i 16 bit di SFD (
Start
Frame
Delimiter), che nel caso
lungo
hanno il valore
1111001110100000,
e nel caso
corto,
sono
invertiti da destra a
sinistra. Quindi, si aggiunge l'header, ed infine, si calcola il CRC
necessario a verificare l'integrità dell'header PLCP,
mediante il circuito/algoritmo CCITT
CRC-16
mostrato sotto.
Ora che tutto è pronto per la trasmissione, la trama
risultante
viene fatta passare attraverso uno scrambler, in modo da evitare la
presenza di lunghe sequenze di bit tutti uguali, che peggiorerebbero
le
prestazioni dei circuiti di recupero del sincronismo.
Quindi, la trama è inviata al modulatore (che può
cambiare natura
nel corso della
trasmissione).
In ricezione, dopo demodulazione, un descrambler
con una
struttura del tutto simile effettua l'operazione inversa, con un
circuito che semplicemente inverte tra loro i segnali di ingresso e
di
uscita. Il circuito e' autosincronizzante, ed esaurito un
transitorio
associato all'inizio del preambolo, dal descrambler inizia ad
uscire una sequenza di uni (o di zeri, nel caso
corto)
che segna
l'acquisizione del
sincronismo.
Il ricevitore si pone pertanto in attesa dei 16 bit dell'SFD, e
quindi
verifica l'integrità del PLCP header. Dopodiché,
con le
informazioni ottenute,
può procedere alla
corretta demodulazione
del resto della trama.
DSSS - DBPSK
La modulazione
Direct
Sequence
Spread Spectrum è stata adottata fin dalla
versione 1999
dello standard. Al posto di ogni bit da trasmettere, viene
trasmessa una sequenza di 11
chip,
sempre uguale e pari a
10110111000
(se il bit vale zero, oppure pari al suo
complemento
01001000111,
se il bit vale 1), detta
sequenza
di
Baker. Anche i chip sono bit, ma vengono chiamati
così
per distinguere gli uni dagli altri. Di fatto quindi, la
trasmissione
a velocità di 1 Mbit/s, ora produce un flusso di
chip a
velocità di 11 Mchip/s!
Effettuando una modulazione differenziale di fase a due livelli
(DBPSK), ad ogni chip corrisponde la possibilità di
assistere ad
un cambio di fase della portante di 180° (se il chip
è pari
ad 1), oppure nessun cambio di fase (se il chip è pari a
zero).
Se non è applicata nessuna sagomatura all'impulso di
modulazione, che quindi è rettangolare di base
(1/11)·10
-6,
il segnale trasmesso esibirà uno spettro di
densità di
potenza con andamento (sinx/x)
2 con lobo
principale largo 22
MHz. Per evitare interferenza ai canali adiacenti, prima della
trasmissione si applica un filtro che riduce la potenza nei lobi
secondari come mostrato sotto.
Quindi in pratica, una trasmissione che poteva occupare 2 MHz, ora
ne
occupa 22. Qual'è il vantaggio? E' che la stessa potenza
risulta
distribuita su più banda, causando un minor livello di
interferenza agli altri dispositivi; inoltre quando il ricevitore
effettua l'operazione inversa (il
despreading),
il
segnale utile torna ad occupare la sua banda di 2 MHz, e tale
sarà l'ampiezza del filtro di ricezione; al contrario,
eventuali
segnali interferenti subiscono a loro volta (a causa del
despreading)
un
effetto di
spreading
in ricezione, e quindi la
potenza interferente risulta
spalmata
su più banda, tanto
che parte di questa finisce fuori dal filtro di ricezione.
Original signal
|
Spread signal
|
Decoded signal
|
|
|
|
|
|
|
In definitiva l'operazione di
spreading-despreading
può portare un vantaggio di prestazioni denominato
guadagno
di processo,
pari al
rapporto tra la banda allargata e quella nominale, e con un fattore
di
spreading di 11 come nel nostro caso, si ottiene un guadagno di
spreading superiore a 10 dB.
Sensibilità e portata
Imponendo un BER = 10
–5, la sensibilità del ricevitore
802.11b è
- –84 dBm @ 11 Mbps
- –87 dBm @ 5.5 Mbps
- –90 dBm @ 2 Mbps
- –93 dBm @ 1 Mbps
Considerando un modello di propagazione in cui la potenza si riduce
con
la quarta potenza della distanza anziché con il quadrato,
l'attenuazione
può
essere stimata con l'espressione
A(dB)
= 40 + 40·log
10 (d(m)) + M(dB)
ed assumendo un margine M contro il fading di 10 dB,
e potenza trasmessa di 15 dBm (30 mW), si ottiene che ad 1
Mbps la portata risulta di 29 metri.
DSSS - DQPSK
In questo caso si raggiunge la velocità di trasmissione di 2
Mbit/s, pur mantenendo quella di segnalazione pari a 1 Msimboli/s,
attribuendo ad ogni simbolo 2 bit di informazione. Come prima, ad
ogni
bit da trasmettere si associano gli 11 chip della sequenza di Baker,
e
la sequenza di chip così ottenuta, viene presa 2 chip alla
volta, per produrre un segnale modulato QPSK differenziale, in
cui
ad ogni simbolo avviene un cambio di fase,
corrispondente alle seguenti coppie di chip:
didi+1 |
delta
fi |
00 |
0 |
01 |
90° |
11 |
180° |
10 |
270° |
HR/DSSS
Con lo standard 802.11b si raggiungono velocità di 5.5 ed 11
Mbit/s, grazie ad un diverso modo di assegnare i bit ai
simboli
trasmessi. Il
Complementary
Code
Keying (
CCK)
mantiene una velocità di segnalazione f
s
di 11 Mbaud come nel caso DSSS, ma anzichè usare una sequenza PN di
Baker lunga 11 chip per ogni bit da trasmettere, associa ad ogni
sequenza di 4 o 8 bit una
CodeWord
di 8 simboli a quattro livelli, ottenendo così nei due casi una
velocità velocità di trasmissione pari a 5.5 ed 11
Mbit/sec rispettivamente.
I simboli utilizzati dal CCK sono
quaternari,
sono trasmessi con modulazione DQPSK, e realizzano una codifica di
canale piuttosto robusta. Con 8 simboli quaternari (corrispondenti 4
od 8 bit della sequenza dati originaria) si rappresentano 4
8=
65536
diverse
configurazioni, mentre con 4 (8) bit solo 2
4 = 16 (2
8
= 256). Pertanto, nel caso di
trasmissione a 5.5 Mbit/s questa è tuttora
protetta dalle interferenze mediante la presenza di una forte
ridondanza realizzata vincolando il tipo di di codeword ammissibili,
mentre ad
11 Mbit/s, per ogni 8 simboli quaternari sono trasmessi 2
8
=
256 bit di informazione.
Sempre 802.11b, prevede anche una codifica
Packet
Binary Convolutional Codig
(PBCC), in cui si usa un codificatore convoluzionale che raddoppia i
bit da trasmettere, ed una codifica QPSK in fase e quadratura.
Rampe di
potenza
Dato che la coretta detezione della accensione del trasmettitore può
essere cruciale ai fini del corretto funzionamento del meccanismo
di
Collison
Avoidance, la
specifica pone vincoli piuttosto severi a riguardo dei tempi
di
Power-Up
e
Power-Down
del trasmettitore,
riportati di seguito:
Velocità
di
trasmissione
Come preannuciato
sopra,
nel campo
Signal
della PLCP PPDU si può trovare il codice che esprime la
velocità di trasmissione e la tecnica di modulazione usata:
802.11b |
|
802.11g |
Signal |
Mbit/s |
Modulazione |
|
Signal |
Mbit/s |
Modulazione |
0x0A |
1 |
DBPSK |
|
0xDC |
22 |
PBCC |
0x14 |
2 |
DQPSK |
|
0x21 |
33 |
PBCC |
0x37 |
5.5 |
CCK |
|
0x1E |
6, 9, 12, 18, 24,
36, 48, 54 |
DSSS-OFDM |
0x63 |
11 |
CCK |
|
|
|
|
Anche l'802.11g
prevede la possibilità di utilizzare la PBCC, permettendo di
ottenere due velocità particolari. D'altra parte, un intero
intervallo molto
vario di velocità diverse, può essere ottenuto
adottando
la stessa tecnica di modulazione OFDM. La modulazione OFDM si
presta
particolamente bene al caso di trasmissioni per le quali è
prevista l'insorgenza di fading selettivo, in quanto permette di
evitare il ricorso a complesse operazioni di equalizzazione.
802.11g e ERP-OFDM
Questo standard utilizza la stessa tecnica di modulazione (OFDM)
precedentemente proposta per l'802.11a, che però opera a
frequenze centrate attorno ai 5 GHz. Un pò perché
in
Europa quella banda non è libera, un pò
perché la
minor portata delle apparecchiature a quella frequenza, riduceva
i
vantaggi di una soluzione wireless, fatto sta che la 802.11a,
pur se
emessa nel 1999, non sembra aver mai preso veramente piede.
Tutto il
contrario della 802.11g, la cui offerta di mercato
attuale sembra
pilotare il rapido rimpiazzo dell'11b.
Preambolo ed header in questo caso possono assumere una delle
forme
già previste,
oppure assumere un nuovo formato particolare, come illustrato
sotto, e che prende il nome di
ERP-OFDM PPDU (in cui ERP =
Extended
Rate
PHY), e che ha il vantaggio di non mescolare un
preambolo
DBPSK con un payload OFDM.
Le diverse velocità di 6, 9, 12, 18, 24, 36, 48, 54 Mbit/s
sono
ottenute con simboli OFDM costituiti da 48 portanti
(più 4
portanti
pilota),
ognuna delle
quali modulata con 2, 4, 16 o 64 punti (ovvero BPSK, QPSK,
16-QAM,
64-QAM) e con codici convoluzionali con rate da 1/2,
2/3, 3/4. Ad
esempio, trasmettendo 1 bit/portante con segnalazione BPSK, si
hanno
1*48 = 48 bit/simbolo, che si riducono a 24 dopo decodifica di
canale a
rate 1/2; dato che un simbolo OFDM ha durata di 4 microsecondi,
la
velocità risulta pari a 24/(4*10
-6) = 6*10
6.
La componente di sincronizzazione ha una durata di 16usec, ed il
suo formato è riportato sotto.
Per i simboli OFDM, è specificato il rispetto di una
maschera di
emissione il cui andamento è il seguente:
Quando preambolo ed header
PLCP sono a
portante singola come per il
DSSS-OFDM, lo
standard sfrutta le informazioni di
sincronizzazione acquisite in tale fase, per procedere alla
demodulazione della parte multiportante. In particolare, al
momento
della transizione tra i due i due tipi di modulazione,
dovrebbe
mantenersi la stessa
potenza, spettro, frequenza, fase e temporizzazione.
In particolare, si desidera
che
l'andamento spettrale sia lo stesso nei
due segmenti, in modo che l'equalizzatore stimato nel primo,
possa
essere direttamente utilizzato nel secondo. Per realizzare
questo
scopo, si lavora sia sulla parte OFDM, che su quella DBPSK.
Per quanto riguarda il
segmento OFDM,
questo viene finestrato
temporalmente, smussando la fase di attacco e di rilascio
con
un semiperiodo di coseno, di durata 0.1 microsec:
in questo modo, l'effetto
calcolato su
di una singola sottoportante, è quello di ridurre
notevolmente
le code
della densità di
potenza:
Viceversa, l'impulso
elementare usato
per trasmettere preambolo ed header, è ottenuto a
partire dallo
spettro OFDM ideale rettangolare tra -9 e 9 MHz attorno
alla portante,
che antitrasformato fornisce un sinx/x.
Per ridurne l'estensione temporale, questo inpulso viene
finestrato con
un coseno rialzato, ottenendo un nuovo impulso dalle
code che si
azzerano molto più rapidamente, ed il cui andamento
spettrale
è già più somigliante a quello che
dovrebbe avere
un simbolo OFDM