Codifica di sorgente multimediale

Affrontiamo gli aspetti applicativi della teoria esposta al capitolo precedente e relativi alla codifica di sorgente continua per segnali audio-visivi, che dunque si particolarizza in virtù delle caratteristiche peculiari di tali segnali, associati a quelle degli organi sensoriali umani che ne sono i destinatari naturali.

Per quanto riguarda l’audio sono illustrate le tecniche orientate a riprodurre il segnale nel tempo come ad es. nel PCM e quindi quelle più orientate al segnale vocale, basate su di un modello del sistema fonatorio di produzione; infine, sono accennate le tecniche basate su di un modello del sistema uditivo, come per l’MP3.

Si passa quindi alla codifica di immagini fisse, alle quali si possono applicare le tecniche nate per la codifica di sorgente discreta come ad es. per le GIF, oppure altre più ispirate alla fisiologia del sistema visivo come per il JPEG.

La trattazione della codifica video si articola attraverso l’evoluzione storica dei vari standard che se ne sono occupati, arricchendo le tecniche di codifica di immagine con la rappresentazione del movimento e di come questo possa essere predetto, fino a generare il multiplex numerico con i programmi televisivi che pervadono la nostra esistenza.


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