24.6 Rete in fibra ottica
Nel periodo iniziale le fibre ottiche sono state usate prevalentemente nella rete di trasporto tra centrali di grado gerarchicamente elevato, mentre ora trovano impiego anche nella sezione di accesso. Per ciò che riguarda le modalità di trasmissione ottica, si rimanda al §
19.3; nel seguito illustriamo i dispositivi utilizzati, la topologia risultante, ed i sistemi di protezione.
24.6.1 Dispositivi SDH
Come anticipato, la trasmissione
sdh si avvale di elementi (vedi Fig.
24.23) che possono essere descritti in termini funzionali secondo la seguente classificazione:
Rigeneratori Sono gli elementi di base, che consentono di suddividere in più tratte i collegamenti più lunghi, e che eliminano dal segnale in transito gli effetti del rumore e della dispersione temporale.
Multiplatori Combinano tributari pdh ed sdh, in modo da inserirli in flussi a velocità più elevate.
Multiplatori Add and Drop Permettono l’inserimento e l’estrazione di tributari a bassa velocità in/da un flusso in transito, e consentono la creazione di strutture ad anello.
Digital Cross Connect A differenza di un adm, un dxc è interconnesso a più di un flusso sdh, e quindi può inserire un tributario (od un container) prelevato da un flusso entrante all’interno di un diverso flusso uscente, realizzando così la funzione di commutazione.
24.6.2 Topologia ad anello
Le reti in fibra ottica sono quasi sempre realizzate mediante degli
anelli che congiungono tra loro i nodi di commutazione in forma ciclica. I dispositivi
dxc (
Digital Cross Connect) sono infatti interconnessi a più di un anello, e svolgono la funzione di commutazione delle comunicazioni che devono essere inoltrate verso gli altri anelli.
24.6.2.1 Rete di trasporto
Al 2002, l’interconnessione dei collegamenti
sdh nazionali risultava permessa dalla struttura su tre livelli riportata in Fig.
24.25.
24.6.2.2 Rete di accesso in fibra
La capacità del trasporto
sdh di accettare tributari di tipo Ethernet o
ip facilita la realizzazione di una rete completamente ottica, anche nella sezione di accesso. La fig.
24.26
mostra alcuni casi pratici di accesso in fibra ottica. Iniziando da destra, sono mostrate delle reti Gigabit Ethernet (pag.
1) residenziali, interconnesse mediante
switch di livello 2 ad un
pop (
Point of Presence)
, il cui router (12000) si interconnette ad un anello
sdh a 622 Mbps, sul quale sono instradati i pacchetti
ip diretti verso Internet, per il tramite del
pop primario. In basso a sinistra, sono mostrati accessi a due Megabit, contenenti sia traffico voce che dati, che vengono inseriti in anelli
sdh da 155 Mbps: quello al centro inoltra i canali voce verso la
pstn, mentre quello di sinistra si interconnette nel
backbone ip da 2.5 Gbps.
24.6.3 Sistemi di protezione automatica
L’abbondanza di ottetti
oam nella multiplazione
sdh permette un monitoraggio costante della qualità del collegamento e di eventuali malfunzionamenti, al punto che gli stessi apparati di commutazione sono in grado di svolgere compiti di rimpiazzo automatico tra la linea andata fuori servizio, ed una riserva presente, come indicato nei seguenti schemi.
In questo caso, ogni collegamento (vedi fig.
24.27) è provvisto di un collegamento di riserva. Qualora la via di esercizio vada fuori servizio, i terminali di linea che sono posti agli estremi se ne avvedono pressoché immediatamente, e provvedono a commutare la comunicazione sulla via di riserva.
Come nel caso precedente, per ognuna delle due direzioni di trasmissione è impegnata una diversa fibra ottica, ma in questo caso la via di ritorno (vedi fig.
24.28) si sviluppa investendo l’altra metà dell’anello, percorso nello stesso senso di rotazione. Aggiungendo un secondo anello di riserva (quello interno nella figura), anch’esso unidirezionale ma diretto in senso opposto al primo, la comunicazione può continuare anche nel caso in cui entrambi i collegamenti (generalmente co-locati) tra due nodi vadano fuori servizio.