18.1 Modello circuitale dei segnali
Fino ad ora un segnale è stato trattato nelle diverse forme di espressione analitica, sequenza simbolica, grandezza aleatoria, forma d’onda nel tempo, e densità spettrale. E’ giunto il tempo di confrontarci con la corrispettiva grandezza elettrica (o elettromagnetica) che lo veicola.
Potenza di segnale
e grandezze elettriche
La caratterizzazione energetica dei segnali si è finora svolta a prescindere dalla natura fisica degli stessi, in quanto non è mai stato specificato se si trattasse di tensioni o correnti, né si sono indicate le impedenze in gioco. Trattando ora di grandezze elettriche le potenze di segnale, di tensione o di corrente, saranno misurate in (Volt)2 o in (Ampere)2 rispettivamente.
Sia x(t) un segnale di tensione. La sua potenza Px ha unità di misura [V2], mentre la relativa densità di potenza Px(f) si esprime in [V2⁄Hz].
Eseguiamo quindi una distinzione relativa al ruolo che il circuito ha nei confronti del segnale, tradizionalmente basata sul numero di porte del circuito.
Le coppie di morsetti a cui applicare o da cui prelevare un segnale vengono denominate porte. In questo senso un generatore che appunto produce il segnale, ed una impedenza di carico che ne assorbe la potenza, costituiscono reti ad una porta. Al contrario, l’oggetto che abbiamo fin qui indicato come filtro, o canale, da un punto di vista circuitale è un sistema fisico dotato di una relazione ingresso-uscita, e per questo indicato come rete due porte.
Modello di rappresentazione
Un circuito può essere rappresentato mediante il suo
modello circuitale,
in cui sono evidenziati generatori, resistenze, impedenze, generatori controllati..., oppure il suo
schema simbolico, in cui sono mostrate solamente le relazioni funzionali tra i segnali in transito.
Proprietà delle reti due porte
Le proprietà di
linearità, permanenza, realizzabilità ideale e fisica, stabilità, già definite al §
1.6 per i sistemi fisici, possono essere verificate o meno nelle reti due porte. D’altra parte, alcune relazioni e grandezze che nella
teoria dei circuiti sono definite per segnali puramente sinusoidali, come per la
corrente alternata, nella
teoria dei segnali devono essere ridefinite in modo da tenere nel giusto conto dell’intera
densità spettrale dei segnali con un contenuto informativo.
Distinguiamo tra quelli tipo attivo o di tipo passivo.
Non contengono generatori, e sono caratterizzati dalle relazioni esistenti tra la tensione ai loro capi e la corrente che vi scorre (entrante). Il legame tra le due grandezze è una
convoluzione
v(t) = i(t) * z(t)
in cui si suppone
i(t) la causa e
v(t) l’effetto. La trasformata di Fourier fornisce
V(f) = I(f) ⋅ Z(f) in cui
Z(f) prende il nome di
impedenza, e può scriversi nei termini di parte reale ed immaginaria:
Z(f) = R(f) + jX(f)
in cui
R(f) (
resistenza) è una funzione
pari di
f (e sempre positiva), mentre
X(f) (
reattanza) è dispari: pertanto,
Z(f) = Z*(−f) e quindi
z(t) è reale. Allo stesso tempo è definita
l’ammettenza
Y(f) = 1Z(f) = 1R(f) + jX(f) = R(f) − jX(f)|Z(f)|2
e la corrispondente
y(t) = F −1{Y(f)}, permettendo di scrivere
i(t) = v(t) * y(t), in cui il ruolo di causa ed effetto per
i(t) e
v(t) è invertito.
Sono bipoli al cui interno è presente un generatore. Per il teorema di
Thévenin, qualunque circuito può essere ridotto ad un generatore di tensione con in serie una impedenza (vedi figura), in cui
Vg(f) rappresenta la tensione a vuoto, ossia quando
I(f) = 0 (considerata uscente nei bipoli attivi).
Esempio Una antenna trasmittente (
§ 20.1)
è schematizzabile come un bipolo passivo di impedenza pari all’impedenza di ingresso dell’antenna che assorbe la potenza erogata dal trasmettitore. Una antenna ricevente è schematizzabile come un generatore di tensione con in serie la propria impedenza di uscita, e trasferisce allo stadio di ingresso del ricevitore la potenza ricevuta per via elettromagnetica.
18.1.1.1 Potenza assorbita da un bipolo
Se ad un bipolo passivo di impedenza
Z(f) è applicato un segnale di tensione con spettro di densità di potenza
Pv(f) la potenza
dissipata sul bipolo (o assorbita), indicata come
Wz per distinguerla da quella
di segnale Pv, ha densità
La dimostrazione di tale relazione è fornita al §
18.5.1. Osserviamo come la dipendenza di
Y(f) dalla frequenza svolga
una azione filtrante, e la potenza totale assorbita (o dissipata) su
Z(f) vale
Wz = ∞⌠⌡ −∞Pv(f)R(f)|Z(f)|2 df [Watt]
18.1.1.2 Connessione tra generatore e carico
La tensione ai capi del carico è valutabile applicando la
regola del partitore:
Vc(f) = Vg(f) Zc(f)Zc(f) + Zg(f)
ossia
Vc(f) = Vg(f)H(f) con
H(f) = Zc(f)Zc(f) + Zg(f). La densità di potenza di segnale ai capi del carico vale quindi
Pvc(f) = Pvg(f)|H(f)|2, e la densità di potenza
dissipata su
Zc(f) risulta
Osserviamo dunque che la densità di potenza assorbita dal carico dipende da
Zc(f), che compare sia a denominatore che a numeratore con
Rc(f). Ci chiediamo allora quale sia il valore di
Zc che realizza il
massimo trasferimento di potenza tra generatore e carico, sfruttando così appieno la
potenzialità del generatore, indicata come
potenza disponibile.
18.1.1.3 Potenza disponibile e massimo trasferimento di potenza
La
Wzc(f) espressa da
(21.123) risulta massima quando il denominatore viene reso minimo, ed al §
18.5.2 si mostra che ciò avviene qualora risulti
Rc(f) = Rg(f) e
Xc(f) = − Xg(f), ovvero
Zc(f) = Z * g(f), in modo da poter enunciare
Il valore
Wdg(f) = Pvg(f)4Rg(f) prende il nome di spettro di potenza
disponibile del generatore, dipende solo dai suoi parametri
Pvg(f) e
Rg(f), e rappresenta la
massima potenza ceduta ad un carico che è
adattato per il
massimo trasferimento di potenza.
La potenza disponibile
Wdg(f) è pertanto
una grandezza caratteristica del generatore; la potenza effettivamente ceduta ad un carico generico
Zc(f) ≠ Z * g(f), risulta inferiore a
Wdg(f) di una quantità
α(f) = 4Rg(f)Rc(f)|Zg(f) + Zc(f)|2
(vedi §
18.5.3) e quindi in generale si ha
Wzc(f) = α(f) Wdg(f).
18.1.1.4 Adattamento di impedenza per assenza di distorsione lineare
Abbiamo già osservato come la tensione ai capi del carico abbia valore
Vc(f) = Vg(f) ⋅ Zc(f)Zc(f) + Zg(f) = Vg(f) H(f). Ci chiediamo ora quali condizioni debbano sussistere affinché
H(f) si comporti come un
canale perfetto (pag.
1), ovvero risulti
|H(f)| = cost e
arg{H(f)} = − 2πfτ: tali condizioni sono anche indicate come
assenza di distorsione lineare. Il risultato cercato si ottiene qualora si ponga
Zc(f) = α Zg(f) con α reale
infatti in tal caso risulta
H(f) = α Zg(f)(1 + α) Zg(f) = α1 + α
ossia
H(f) costante. La condizione
Zc(f) = αZg(f) prende il nome di
adattamento di impedenza, a volte ristretta al caso in cui
α = 1.
Notiamo che massimo trasferimento di potenza ed assenza di distorsione lineare possono sussistere congiuntamente, a patto che Zg(f) = Rg, ovvero quando sia il generatore che il carico sono caratterizzati da una impedenza reale.
18.1.2 Reti due porte
Come anticipato un circuito accessibile mediante due coppie di morsetti è detto rete due porte, e può essere rappresentata secondo almeno due diversi formalismi: il modello circuitale e lo schema simbolico.
18.1.2.1 Modello circuitale
In figura è mostrato un possibile modello circuitale per una rete due porte,
caratterizzata in termini di impedenza di ingresso
Zi(f), di uscita
Zu(f), e di un generatore controllato con tensione a vuoto
Vq(f) = Hq(f) Vi(f)
Le condizioni di chiusura sono quelle di un generatore
Vg(f) con impedenza
Zg(f) in ingresso, e di una impedenza di carico
Zc(f) in uscita.
La tensione
Vi(f) all’ingresso della rete
Vi(f) = Vg(f) Hi(f)
dipende da quella del generatore
Vg(f) mediante il rapporto di partizione
Hi(f) = Zi(f)Zg(f) + Zi(f), così come la tensione in uscita
Vu(f) = Vq(f) Hu(f)
dipende da quella del generatore controllato
Vq(f) mediante il rapporto di partizione
Hu(f) = Zc(f)Zu(f) + Zc(f). Combinando queste relazioni, si ottiene che la risposta in frequenza complessiva
H(f) risulta:
La relazione mostra come
H(f) dipenda, oltre che dalla risposta in frequenza intrinseca della rete
Hq(f), anche dalle
condizioni di adattamento che si realizzano in ingresso ed in uscita.
18.1.2.2 Schema simbolico
Lo stesso modello circuitale descritto può essere rappresentato equivalentemente mediante lo schema simbolico
rappresentato a lato, in cui sono evidenziate le tre funzioni di trasferimento sopra ricavate, e che operano sui segnali indicati. Lo schema simbolico ha il vantaggio di trascendere dal modello circuitale soggiacente, e di rendere del tutto evidente come la risposta in frequenza complessiva abbia origine dal prodotto di tre termini, di cui solo uno (
Hq(f)) rappresenta la rete due porte in senso stretto.
18.1.2.3 Trasferimento energetico
Applicando ora la (
21.122) alla potenza ceduta dal generatore controllato
Vq(f) al carico
Zc(f), e tenendo conto della (
21.125), si ottiene
Wc(f) = Pvu(f) Rc(f)|Zc(f)|2 = Pvg(f) |H(f)|2 Rc(f)|Zc(f)|2
che dipende anche da
Zc(f). Proseguiamo l’analisi nel tentativo di individuare una relazione di trasferimento energetico che rappresenti caratteristiche
della sola rete.
E’ definito come il rapporto tra tensione di uscita e di ingresso:
Gv(f) = Vu(f)Vi(f) = Hq(f) Hu(f)
Evidentemente, dipende dalle condizioni di chiusura all’uscita della rete.
E’ il rapporto tra la potenza ceduta al carico e quella assorbita all’ingresso della rete:
GW(f) = Wc(f)Wi(f) = Pvg(f) |H(f)|2 Rc(f)|Zc(f)|2 ⋅ 1 Pvg(f) |Zg(f) + Zi(f)|2Ri(f) = = |H(f)|2 Rc(f)Ri(f) ⋅ ||Zg(f) + Zi(f)Zc(f)||2 = = |Hq(f)|2 ⋅ Rc(f)Ri(f) ⋅ ||Zi(f)Zu(f) + Zc(f)||2
ed evidentemente è ancora funzione di
Zc(f) (). Notiamo ora che, qualora il carico sia adattato per il massimo trasferimento di potenza (
Zc(f) = Z * u(f)), la potenza ceduta a
Zc(f) (e quindi
GW(f)) è massima, e la dipendenza di
GW(f) da
Zc(f) decade, risultando
Il rapporto tra la potenza disponibile di uscita e quella disponibile del generatore posto in ingresso della rete, indipendentemente dal fatto se l’ingresso della rete presenti o meno le condizioni per il massimo trasferimento di potenza, è detto
guadagno disponibile e vale
La relazione trovata mostra la dipendenza di
Gd(f) dalle condizioni di chiusura in ingresso. Quando l’impedenza di ingresso
Zi(f) è tale da permettere il conseguimento del massimo trasferimento di potenza, ovvero
Zg(f) = Z * i(f), la dipendenza decade ed
|Hi(f)|2 = ||Zi(f)Zi(f) + Z * i(f)||2 = |Zi(f)|24R2i(f); considerando inoltre che
Rg(f) = Ri(f), la (
21.127) diviene
Quest’ultima quantità è chiamata
guadagno disponibile della rete due porte ed è quella che appunto dipende solo dai parametri della rete stessa. Confrontando (
21.128) con (
21.126) notiamo che
GdMax(f) coincide con
GWMax(f). Confrontando (
21.128) con (
21.127), troviamo che
Gd(f) = |Hi(f)|2 GdMax(f) 4Rg(f)Ri(f)|Zi(f)|2. Considerando ora che
|Hi(f)|21|Zi(f)|2 = ||Zi(f)Zi(f) + Zg(f)||21|Zi(f)|2 = 1|Zi(f) + Zg(f)|2
, otteniamo
Gd(f) = 4Rg(f)Ri(f)|Zg(f) + Zi(f)|2 ⋅ GdMax(f)
che ci consente di valutare
Gd(f) nelle reali condizioni di chiusura in ingresso, a partire da
GdMax(f) = GWMax(f) che dipende solo dalla rete.
Collegamento generatore-carico mediante rete due porte
Se una rete non contiene elementi attivi allora GdMax(f) ≤ 1 per qualunque f. In questo caso si parla più propriamente di attenuazione disponibile Ad(f) = 1Gd(f) ovvero Ad(f) [dB] = − Gd(f) [dB].
Se più reti sono connesse tra loro l’una di seguito all’altra, e si verificano per ciascuna coppia le condizioni di massimo trasferimento di potenza tra lo stadio di uscita di una e quello di ingresso della successiva, il guadagno disponibile complessivo è il prodotto dei singoli guadagni disponibili: GdTot = Gd1 ⋅ Gd2 ⋅ … ⋅GdN.
Esempio In figura è mostrato un generatore con potenza disponibile
Wdg collegato ad una serie di tre reti due porte; l’effetto complessivo è quello di un nuovo generatore
di uscita con potenza disponibile
Wdu pari al prodotto di quella del generatore originario, moltiplicata per i guadagni disponibili delle reti attraversate, tenendo anche eventualmente conto delle attenuazioni supplementari
:
Wdu = Wdg ⋅ Gd1 ⋅ Gd2 ⋅ 1Ad ⋅ 1As
che può essere egualmente valutato operando in decibel, come
Wdu[dBW] = Wdg[dBW] + Gd1[dB] + Gd2[dB] − Ad[dB] − As[dB]
in cui ovviamente, qualora
Wdg fosse espresso in
dBm anziché
dBW, lo stesso accadrebbe per
Wdu.
Con riferimento al circuito equivalente per una coppia di antenne di pag.
1, precisiamo che la potenza trasmessa è quella assorbita dall’impedenza di ingresso dell’antenna trasmittente, mentre quella ricevuta è quella ceduta dal generatore equivalente dell’antenna ricevente, all’impedenza di ingresso del ricevitore.