18.3 Rumore nei ripetitori
Come illustreremo al cap.
19, la propagazione del segnale attraverso un mezzo trasmissivo ne determina una
attenuazione la cui entità aumenta con la distanza. La realizzazione di un collegamento molto lungo mediante un’unica
tratta è pertanto praticamente impossibile, sia a causa del livello troppo ridotto del segnale che sarebbe ricevuto, sia (per un collegamento radio) per la mancanza di condizioni di visibilità. Occorre pertanto suddividere il collegamento in più
tratte, intervallate da stadi di amplificazione (o
ripetitori) progettati in modo da compensare l’attenuazione del segmento appena attraversato.
18.3.1 Ripetitore trasparente
L’aggettivo
trasparente si riferisce al fatto che, oltre al segnale, viene amplificato anche il rumore presente in ingresso, e nel caso di una trasmissione analogica, questo è l’unico modo di procedere. Le trasmissioni numeriche invece adottano un ripetitore
rigenerativo che produce un
nuovo segnale, privo di rumore ma con qualche bit errato in più: affronteremo questo caso al §
18.3.2.
Analizziamo ora la questione con riferimento ad un collegamento radio, anche se la trattazione può essere estesa ad altre tecniche trasmissive, come il cavo o le fibre ottiche, e consideriamo una successione di
M tratte come mostrato in fig.
18.13. Il ripetitore (il
triangolo) interposto tra ogni coppia di tratte (le
saette) amplifica il segnale (ed il rumore) di una quantità pari al proprio guadagno disponibile
Gdi, reso uguale all’inverso dell’attenuazione disponibile della tratta precedente, ovvero
Gdi = 1⁄Adi. Il rumore termico accumulato alla fine del collegamento può essere calcolato con i metodi già discussi, ma considerando che il livello di segnale di uscita è lo stesso per tutti i ripetitori si ritrova il risultato ottenuto al §
8.4.1, come andiamo ad illustrare. Al §
18.3.1.2 valuteremo poi come le distorsioni
di non linearità (§
8.3) degli amplificatori possano intervenire nel progetto.
18.3.1.1 Rumore termico accumulato
In base all’uscita dell’ultimo ripetitore indicata come
m(t) + n(t) si può definire un
SNR complessivo come
SNRT = Pm⁄Pn. D’altra parte il rumore
n(t) è dovuto ai contributi di rumore
ni(t) introdotti nelle singole tratte; essendo tali contributi statisticamente indipendenti tra loro la potenza di rumore accumulata è
la somma delle singole potenze:
Pn = σ2n = E{n2(t)} = E⎧⎨⎩( ⎲⎳ini(t))2⎫⎬⎭ = ⎲⎳i E{n2i(t)} = M⎲⎳i = 1Pni
Deriviamo i singoli termini
Pni osservando che all’uscita di ogni ripetitore è definito un
SNRi = Pmi⁄Pni locale da cui ottenere
Pni = Pmi⁄SNRi, consentendoci di scrivere
SNRT = Pm∑.i Pni = Pm∑.i Pmi⁄SNRi
A questo punto notiamo che, essendo il livello di segnale
Pmi in ingresso a ciascun ripetitore lo stesso, ovvero
Pmi = Pm per
∀i, i singoli contributi
Pni al rumore complessivo possono essere espressi nei termini di uno stesso livello di segnale, ovvero
Pni = PmSNRi, e dunque per l’
SNR complessivo
si ottiene
SNRT = PmPm ∑.i 1SNRi = 1∑.i 1SNRi
Questo risultato può essere espresso con la frase
l’SNR prodotto da più cause indipendenti è il parallelo degli SNR dovuti alle diverse cause di rumore
per via della analogia formale con l’espressione della resistenza equivalente di un parallelo di resistenze; l’analogia evidenzia, tra l’altro, che se una tratta è considerevolmente peggiore delle altre, SNRT dipenderà essenzialmente da questa.
Il risultato a cui siamo giunti ha validità più generale del caso illustrato, e può essere invocato ogni volta che un sistema di comunicazione è affetto da più cause di disturbo additivo indipendenti tra loro, per ognuna delle quali si sia separatamente in grado di giungere ad una espressione di
SNR, come illustrato anche al §
8.4.1.
Proseguiamo l’analisi ipotizzando ora che tutte le tratte siano
uguali tra loro, ovvero con eguali
Ad e
Gd, uguali temperature di rumore, ed uguali
SNRi. In tal caso si ottiene
SNRT = 1MSNRi = SNRiM
ovvero un
M − esimo dell’
SNRi locale di ciascun ripetitore. Sembrerebbe dunque che per migliorare l’
SNR complessivo sia sufficiente aumentare la potenza di trasmissione di tutti gli stadi, in modo da elevare la potenza ricevuta. In realtà la potenza trasmessa non può aumentare a piacere, in quanto intervengono fenomeni di non-linearità.
18.3.1.2 Compromesso tra rumore termico e distorsione
Ai §§
8.3 e
13.3 si è studiato come per un segnale modulato la presenza di un elemento a comportamento non lineare (tipicamente l’amplificatore di potenza del ripetitore) produce
interferenza in banda, la cui potenza
PNL dipende con legge cubica dalla potenza del segnale trasmesso. Indichiamo quindi con
SNRNL = PmPNL il rapporto
SNR complessivo del collegamento dovuto a cause di non linearità, ed osserviamo che questo
diminuisce all’aumentare della potenza trasmessa da ogni ripetitore. L’
SNR complessivo deve tener conto sia del rumore termico che della distorsione non lineare, e dato che questi sono
statisticamente indipendenti, può essere espresso come “il parallelo” di entrambi, ossia
SNR = 11SNRT + 1SNRNL
Dato che all’aumentare della potenza di trasmissione
SNRT diminuisce mentre
SNRNL aumenta, l’
SNR complessivo presenta
un massimo per un certo valore di potenza trasmessa, ovvero esiste un dimensionamento
ottimo in grado di fornire il miglior
SNR complessivo.
Esempio
La figura a lato mostra l’andamento di
SNR = 11SNRT + 1SNRI
dovuto ai due termini .
SNRT = Pm e SNRNL = Pm.1 ⋅ P2m + .01 ⋅ P3m
Come si vede, con questi valori
SNR presenta un massimo per
Pm ≃ 2.5.
18.3.2 Ripetitore rigenerativo
Affrontiamo ora il caso in cui la trasmissione sia di natura numerica (§
16): in tal caso i dispositivi intermedi di amplificazione anziché essere di tipo
trasparente, vengono detti
rigenerativi, ovvero mentre dal lato ricevente svolgono l’intero processo di decisione (§
15.4) sui simboli del messaggio, dal lato di trasmissione generano un
nuovo segnale in cui è
assente il rumore presente in ricezione.
La valutazione delle prestazioni
complessive nel caso si adottino
M ripetitori
rigenerativi posti in serie lungo un medesimo collegamento è piuttosto semplice, qualora siano equispaziati, ed ognuno caratterizzato dalla stessa
p = Pbite. In tale circostanza si ricade infatti nel caso delle
prove ripetute, permettendo di esprimere la probabilità che lo stesso bit sia sbagliato da
n ripetitori (su
M) mediante la distribuzione di Bernoulli (§
22.1)
p(n) = ⎛⎝Mn⎞⎠pn(1 − p)M − n. Ovviamente il bit risulterà sbagliato solo se avrà subito un numero
dispari di errori, e dunque complessivamente possiamo scrivere
PTe = M⎲⎳n = 1
n disparip(n) = Mp(1 − p)M − 1 + M(M − 1)(M − 2)3!p3(1 − p)M − 3 + ⋯
Nel caso, come spesso accade, che
p ≪ 1, l’espressione indicata è bene approssimata dal solo primo termine, e dunque si può affermare che
PTe ≃ MPbite, ovvero che la prob. di errore sul bit è proporzionale al numero di tratte.
Esempio con un valore di p = 10 − 6 occorrono 10 tratte per arrivare a PTe = 10 − 5.
Ripetitore trasparente nelle trasmissioni numeriche
In questo caso ogni ripetitore
trasparente amplifica oltre al segnale anche il rumore già presente, e ne aggiunge di suo: come mostrato al §
18.3.1.1 nel caso di tratte identiche all’estremo di destinazione del collegamento si osserva un
SNRT = SNRiM, pari cioè a quello di ogni singola tratta, diviso per il numero delle tratte. In tal caso l’
Eb⁄N0 del ricevitore a destinazione (l’unico ora che esegue il processo di decisione) risulta ridotto dello stesso fattore
M (vedi eq.
(21.16) pag.
1), producendo un peggioramento delle sue condizioni operative di
10log10M dB rispetto a quelle delle singole tratte.
Esercizio Una trasmissione numerica
16-qam (
§ 16.3) è realizzata mediante un collegamento suddiviso in
M = 16 tratte uguali. Qualora si desideri una
PTe complessiva pari a
10 − 5, valutare il valore di
Eb⁄N0 necessario in ingresso a ciascuna tratta, nei due casi
a) ripetitori rigenerativi oppure
b) ripetitori trasparenti. Indicare quindi l’entità del rapporto tra le potenze di segnale in ingresso ai ripetitori nei due casi.
Svolgimento Nel caso
a) risulta
PTe ≃ MPe, dunque per ogni tratta si deve ottenere una
Pe = PTe⁄M = 10 − 5⁄16 = 6.25 ⋅ 10 − 7, a cui (per un
16-qam) corrisponde (fig.
16.22) un valore
Eb⁄N0 ≃ 14.5 dB. Nel caso
b) la decisione ha luogo solamente nell’ultima tratta, e per ottenere una
PTe = 10 − 5, la modulazione
16-qam necessita di un valore
Eb⁄N0 ≃ 13.5 dB. D’altra parte, per ottenere un tale
Eb⁄N0 in ingresso al decisore,
ogni tratta che lo precede deve presentare un
Eb⁄N0 in ingresso allo stadio di amplificazione
maggiore (rispetto a quello del decisore) di una quantità pari a
log2M = 4 dB, ossia
Eb⁄N0 = 13.5 + 4 = 17.5 dB, ovvero
3 dB
in più rispetto al caso
a).
Essendo le tratte identiche per ognuna di esse il valore
N0 = 1⁄2kTei è lo stesso, in quanto (vedi eq.
21.133)
Tei = Tg + T0(F − 1), e sia
Tg che
F sono gli stessi per tutte le tratte. Pertanto la differenza di
3 dB tra i valori di
Eb⁄N0 nei casi
a) e
b) si riflette in un
raddoppio della potenza in ingresso ad ogni ripetitore trasparente, in confronto a quello rigenerativo.