20.5 Appendici
Sviluppiamo qui alcuni approfondimenti a riguardo del calcolo della Pe in condizioni di fading di Rayleigh, della architettura di ricevitore Rake, della allocazione delle frequenze radio, e della caratterizzazione del fenomeno di dispersione temporale.
20.5.1 Probabilità di errore in presenza di fading di Rayleigh
Anche se un collegamento radiomobile presenta fading piatto, con il movimento l’ampiezza del segnale ricevuto subisce fluttuazioni
alla Rayleigh rispetto al suo valor medio (fig.
20.16) tali da dover aumentare la potenza da trasmettere allo scopo di dotare il collegamento di un margine
Mps in grado di assicurare un adeguato grado di servizio (eq.
(21.187)). Dato che a pag.
1 abbiamo trovato questo procedimento un po’ macchinoso, sviluppiamo ora una discussione su come modificare le formule di calcolo della probabilità di errore in modo da valutare direttamente l’
Eb⁄N0 necessario
senza dover passare per il grado di servizio.
La variabilità temporale della potenza istantanea ricevuta può essere tenuta direttamente in conto se l’espressione della
Pbite(Eb⁄N0) ottenuta al cap.
16 per un canale gaussiano viene considerata come quella di una probabilità
condizionata Pr[ err⁄EbN0] rispetto ad un determinato valore di
Eb⁄N0, di cui valutare il
valore atteso rispetto alla variabilità statistica dei valori di
Eb ricevuto. Per poter sviluppare i passaggi indichiamo allora con
Eb l’energia per bit
media che si riceverebbe in
assenza di fading di Rayleigh, e con
E’b = ρ2Eb la stessa quantità (istantanea) ricevuta a seguito del fading, in cui
ρ è il modulo dell’inviluppo complesso ricevuto, descritto da una v.a. di Rayleigh. La
Pe è dunque definita come
Prendendo come esemplare il caso della modulazione
bpsk (pag.
(21.40)) abbiamo
Pbite(Eb⁄N0) = 12 erfc{√Eb⁄N0} e dunque possiamo scrivere
Per applicare la
(21.205) alla
(21.204) occorre specificare la d.d.p. di
ρ pari a
p(ρ) = ρσ2 e− ρ22σ2 (eq.
(21.185)) e ricordare l’espressione di
erfc{α} = 2√π ∫∞αe− y2dy ((§
6.2.4)), in modo che la
(21.204) divenga
Pbite, Rayleigh = 1√π ∞⌠⌡0∞⌠⌡ρ√Eb⁄N0 e− y2dy ρσ2 e− ρ22σ2 dρ
ed invertendo l’ordine di integrazione otteniamo
Allo scopo di semplificare la
(21.206) notiamo innanzitutto che (essendo
ρ una v.a. di Rayleigh) risulta
E{ρ2} = 2σ2 (vedi eq.
(14.101)), da cui ne deriva che l’energia per bit
Eb’ media ricevuta ha espressione
Eb’ = E{ρ2Eb} = 2σ2Eb. Indichiamo quindi con
Γ = 2σ2EbN0 = Eb’N0 l’
SNR per bit
medio che viene
ricevuto in modo che la
(21.206) possa essere riscritta come
Tenendo ora conto che
∫∞−∞e− y2dy = √π il primo termine di
(21.207) risulta pari ad
12, mentre dato che
− y2 − y2Γ = − Γ + 1Γ y2 e che risulta anche
∫∞−∞e− αy2dy = √π⁄α, il secondo termine di
(21.207) si riscrive come
1√π ∫∞0 e− Γ + 1Γy2dy = 12√Γ1 + Γ, in modo da ottenere per la
(21.207) il risultato
in forma chiusa
che confrontato in fig.
20.29 con l’espressione di
Pbite, BPSK = 12 erfc⎧⎨⎩√Eb⁄N0⎫⎬⎭ per un canale
agwn evidenzia come in presenza di fading di Rayleigh la
Pe sia sensibilmente peggiore, e diminuisca molto più lentamente all’aumentare di
Eb⁄N0. Se poi valutiamo la differenza in
Eb⁄N0(dB) mostrata in fig.
20.29 per i casi di presenza ed assenza di fading e per una stessa
Pe, troviamo valori confrontabili con quelli del margine
Mps mostrati in fig.
20.16.
Procedendo in modo simile si possono valutare le prestazioni per le altre forme di modulazione numerica, il cui risultato è pure riportato in fig.
20.29 come anche nella tabella seguente, assieme al valore approssimato di
Pbite per grandi valori di
Γ.
modulazione |
Pbite, Rayleigh |
Pe|Γ → ∞ |
bpsk antipodale coerente |
12 − 12√Γ1 + Γ |
14Γ |
dbpsk |
12(1 + Γ) |
12Γ |
bfsk ortogonale coerente |
12 − 12√Γ2 + Γ |
12Γ |
bfsk ortogonale incoerente |
12 + Γ |
1Γ |
Esempio Determinare l’incremento di potenza necessario a conseguire una Pbite = 10 − 4 nel caso di una modulazione bpsk affetta da fading di Rayleigh, rispetto alla potenza necessaria su di un canale awgn.
-
Dal grafico di fig. 20.29 osserviamo che nel caso awgn è necessario un Eb⁄N0 circa pari a 8 dB, mentre in presenza di fading ne occorrono circa 34, dunque l’incremento di potenza assomma a 26 dB.
20.5.2 Ricevitore Rake
Questa particolare architettura di ricevitore
trae vantaggio da una modulazione
dsss (§
16.9.2) che occupa una banda maggiore della banda di coerenza
Wp > Bc e per la quale il canale presenta dunque una attenuazione
selettiva in frequenza (§
20.4.5) legata alla ricezione di più repliche del segnale trasmesso a causa del fenomeno dei cammini multipli. Se infatti le repliche prodotte dal multipath arrivano con intervalli temporali maggiori del periodo di chip
Tp la proprietà di
bassa autocorrelazione delle sequenze
pn (§
16.9.1) utilizzate nel
dsss rendono le repliche equivalenti ad una qualsiasi altra interferenza a larga banda, ed il ricevitore svolge la funzione di equalizzazione in modo
del tutto particolare.
Per capire ciò che accade occorre affrontare un po’ di conti. Indichiamo allora con
{bi} la sequenza dei
bit trasmessi e con
x̃(t) = ⎲⎳i bi pn(t − iTb)
l’inviluppo complesso del segnale
dsss, mentre come discusso al §
20.4.5 la risposta impulsiva del canale ha espressione
h(t) = ⎲⎳N− 1n = 0 Zn δ(t − τn)
(eq.
(21.191)) in cui i coefficienti
Zn = ane− j2πf0τn sono i guadagni
complessi dovuti ai cammini multipli: il
trucco del ricevitore Rake è quello di
conoscere i valori di
Zn e
τn. Trascurando il fattore
1⁄2 della convoluzione tra inviluppi complessi (eq.
(14.67)), il segnale ricevuto in presenza di multipath ha quindi espressione
r̃(t) = x̃(t) * h̃(t) = ⎲⎳N− 1n = 0 Zn x̃(t − τn) = ⎲⎳N− 1n = 0 Zn ⎲⎳i bi pn(t − iTb − τn)
La decodifica (§
16.9.2.2) del
j − esimo simbolo
bj inizia (ad esempio) moltiplicando
r̃(t) per
pn(t − jTs − τ0) (allineata cioè al primo ritardo
τ0) ed integrando il risultato su di un periodo di bit, realizzando così un
correlatore (pag.
1) alla sequenza
pn, ovvero
b̂j = 1Tb (j + 1)Tb + τ0⌠⌡jTb + τ0r̃(t) pn(t − jTb − τ0) dt = = 1Tb (j + 1)Tb + τ0⌠⌡jTb + τ0[⎲⎳N− 1n = 0 Zn ⎲⎳i bi pn(t − iTb − τn)] pn(t − jTb − τ0) dt = = 1Tb Tb⌠⌡0⎲⎳N− 1n = 0 Zn bj pn(α − τ’n) pn(α) dα = = ⎲⎳N− 1n = 0 Zn bj 1Tb Tb⌠⌡0pn(α − τ’n) pn(α) dα = Z0 bj + ⎲⎳N− 1n = 1 Zn bj RPN(τ’n)
in cui alla terza riga sopravvive solo il termine j − esimo della ∑i in quanto è l’unico entro gli estremi di integrazione, dopodiché si pone α = t − jTb − τ0 e τ’n = τn − τ0. Il primo termine del risultato finale per b̂j è pari (a meno del coeff. complesso Z0) al simbolo cercato bj, mentre il secondo rappresenta N − 1 termini di interferenza associati agli altri percorsi, in cui il prodotto tra i coefficienti Zn ≠ 0 e lo stesso simbolo bj viene ridotto di una quantità pari all’autocorrelazione RPN(τ’n) della sequenza pseudonoise calcolata per slittamenti pari alla differenza τ’n tra ritardi, in modo che il secondo termine risulta ridotto rispetto al primo del rapporto RPN(τ’n)⁄RPN(0).
Interrompiamo per un attimo l’aspetto analitico per indicare la stima a cui siamo arrivati come
b̂0j in quanto ottenuta dalla replica con ritardo
τ0, e notare che lo stesso tipo di elaborazione è applicabile fruttuosamente
a tutti i ritardi
τn per ottenere, mediante un banco di correlatori, altrettante stime
b̂nj che il ricevitore
rake (letteralmente,
rastrello) ricombina come mostrato alla fig.
20.30.
La figura schematizza i passaggi discussi adottando una notazione lievemente diversa, in quanto anziché ritardare la sequenza pn viene ritardato il segnale in arrivo; inoltre, viene evidenziato il ruolo ed i punti di intervento del risultato della stima di canale.
Le uscite dei correlatori sono quindi combinate tra loro con il duplice intento di rendere la somma
coerente eliminando il contributo di fase dovuto al multipath, e di applicare il principio di
massimo rapporto (§
21.3.1.2) per trarre vantaggio dallo schema a diversità. Ciò avviene moltiplicando l’uscita del correlatore
n − esimo per
Z * n, e dato che l’uscita stessa contiene il fattore
Zn, tale operazione elimina il contributo di fase, e
pesa il contributo del ramo con
|Zn|2, ovvero con l’energia associata al ritardo
τn. Tali pesi sono infine
scalati di una quantità
α = 1∑N− 1n = 0Z2n in modo da mantenere la dinamica del risultato entro valori noti.
20.5.3 Allocazione delle frequenze radio
L’assegnazione generale dello spettro radio ai diversi utilizzi è riportata in tabella
20.2, che non pretende di essere completa né tanto meno esatta, così come per le tabelle che seguono.
Table 20.2 Allocazione delle frequenze radio
VHF: Numerati da 1 a 6 a partire da 55.25 MHz, spaziati di 6 MHz, fino a 83.25 MHz; numerati da 7 a 13 a partire da 175.25 MHz, fino a 211.25 MHz, ancora spaziati di 6 Mhz. Nell’intervallo 88-108 Mhz è presente il broadcast FM.
UHF: Numerati da 14 a 69 a partire dalla portante video di 471.25 MHz, fino a 801.25 MHZ, spaziati di 6 MHz.
Per le stesse frequenze, sono state attivate le trasmissioni televisive in digitale terrestre, ad eccezione dei canali da 61 a 69, che sono stati assegnati agli operatori di telefonia mobile di 4a generazione, detta lte/4g.
Oltre alle bande hf, vhf ed uhf, le trasmissioni radar che operano in shf ed ehf distinguono tra i seguenti intervalli di frequenze:
ism sta per Industrial, Scientific and Medical, per i cui usi sono state riservate le seguenti frequenze per le quali non occorre il rilascio di licenza. Gli intervalli più usati sono
|
|
27.283 MHz |
Banda cittadina dei radioamatori CB, ma anche dei camionisti |
2.5 GHz |
Forni a microonde, Bluetooth, WiFi 802.11b e g |
5.875 GHz |
WiFi 802.11a |
|
|
|
0 - 915,0 |
0 - 960,0 |
gsm 900 |
0 - 890,0 |
0 - 935,0 |
gsm 900 esteso |
0 - 1785,0 |
0 - 1880,0 |
gsm 1800 |
1920 - 1980 |
2110 - 2170 |
umts |
20.5.4 Caratterizzazione della dispersione temporale
Valori tipici per la dispersione temporale da cammini radio multipli
Dispersione potenza-ritardo ETSI-GSM (900 MHz)
|
ambito collinare |
area urbana |
cammino n. |
τn [μsec] |
a2n [dB] |
τn [μsec] |
a2n [dB] |
1 |
0 |
-10 |
0 |
-4.0 |
2 |
0.1 |
-8 |
0.1 |
-3.0 |
3 |
0.3 |
-6 |
0.3 |
0.0 |
4 |
0.5 |
-4 |
0.5 |
-2.6 |
5 |
0.7 |
0 |
0.8 |
-3.0 |
6 |
1.0 |
0 |
1.1 |
-5.0 |
7 |
1.3 |
-4 |
1.3 |
-7.0 |
8 |
15.0 |
-8 |
1.7 |
-5.0 |
9 |
15.2 |
-9 |
2.3 |
-6.5 |
10 |
15.7 |
-10 |
3.1 |
-8.6 |
11 |
17.2 |
-12 |
3.2 |
-11.0 |
12 |
20.0 |
-14 |
5.0 |
-10.0 |