Sezione 20.3: Fenomeni propagativi e atten. supplementare Su Capitolo 20: Collegamento radio Sezione 20.5: Appendici 

20.4 Collegamenti radiomobili

Le condizioni di propagazione per comunicazioni radiomobili, come nel caso della telefonia cellulare, presentano diversi aspetti particolari che influenzano il fading.
Innanzitutto l’antenna del terminale mobile è molto vicina al suolo, e ciò comporta la presenza di una eco fissa da terra, quasi sempre il mancato rispetto delle condizioni di Fresnel[1137]  [1137] Alla frequenza di 1 GHz si ha λ = 30 cm e per una distanza di 100 metri dal trasmettitore si ottiene un raggio massimo dell’ellissoide pari a 12 .3 ⋅ 100 = 1230 ≃ 2.7 metri., ed una attenuazione supplementare da assorbimento terrestre. Inoltre (specie
figure steetcanyon.jpg
in ambito urbano) si verifica un elevato numero di cammini multipli e diffrazioni, che per di più variano nel tempo in conseguenza dello spostamento del terminale. Infine l’uso condiviso di una stessa banda di frequenze radio da parte di una moltitudine di terminali determina la necessità di riusare le stesse frequenze in regioni differenti[1138]  [1138] Vedi ad es. i §§ 11.1.1.3, 16.9.2.5, 16.8.12., e l’attuazione di meccanismi di codifica di canale (§ 17.4) per ridurre gli effetti delle interferenze e del fading variabile[1139]  [1139] Mentre il fading produce una attenuazione variabile sul segnale, la stessa variabilità delle condizioni di propagazione può portare a livelli di interferenza variabili, causati da altre trasmissioni nella stessa banda. La variabilità temporale della qualità del segnale ricevuto, in particolare quella veloce (vedi § 20.4.6), produce errori a burst, che possono essere corretti mediante codifica di canale ed interleaving (vedi § 15.6.2.3)..
Analizziamo di seguito i fenomeni legati a posizione ed ambiente, fornendo modelli che descrivono le attenuazioni supplementari ed i fenomeni di multipath variabile, rimandando la discussione sulle tecniche di accesso multiplo ai §§ 16.8.12 e 16.9.2.5.

20.4.1 Le componenti del fading

Al fine di distinguere tra le diverse cause di fading, la rappresentazione grafica del bilancio di collegamento mostrata a pag. 1 può essere re-impostata come illustrato in fig. 20.12, in cui si considera una componente di attenuazione nominale Apl indicata come path loss (o attenuazione di percorso), e due componenti aleatorie di attenuazione
figure fadingmargin.png
Figure 20.12 Bilancio di collegamento
per il caso radiomobile
supplementare legate a posizione e movimento, indicate rispettivamente come fading su larga scala o shadowing (ombreggiatura) alss e fading su piccola scala apss.
Il valore di attenuazione Apl del path loss risulta maggiore di quello Asl di spazio libero (eq. 21.177) a causa delle condizioni di propagazione non ideali, determinando una attenuazione disponibile Ad più elevata, come analizzato al § 20.4.2. L’attenuazione supplementare su larga scala alss tiene conto dei fenomeni lentamente variabili nel tempo, come la frapposizione di rilievi, edifici, ed alberi: essa non varia di molto con il movimento del ricevitore, ed al § 20.4.3 si mostra come il suo valore in dB possa considerarsi quello di una v.a. gaussiana a media nulla e varianza σ2ls, consentendo di determinare il margine su larga scala MlsdB come quel valore di alssdB che viene superato con probabilità sufficientemente bassa.
La variabilità su piccola scala è quella che maggiormente caratterizza il fading, e tiene conto degli innumerevoli cammini multipli presenti in ambito urbano ed indoor, che possono produrre una attenuazione supplementare apssdB maggiore del caso precedente, una H(f) selettiva in frequenza, e se è presente movimento del ricevitore e/o delle superfici riflettenti, la variabilità temporale di apssdB; a seconda se la rapidità di variazione sia maggiore o minore del periodo di simbolo, si distingue ulteriormente in fast e slow fading. Questi effetti sono analizzati al § 20.4.4, dove si determina il margine MpsdB necessario a rendere trascurabile la probabilità che apssdB > MpsdB; mentre ai § 20.4.5 e 20.4.6 si illustrano gli effetti dei fenomeni di variabilità in frequenza e nel tempo.
figure fadingmargin2.png
La fig. 20.12 mostra come queste tre componenti di attenuazione si sommano[1140]  [1140] Considerando le v.a. statisticamente indipendenti. al fine di determinare la potenza che occorre trasmettere
WT = WRmin + Ad + MlsdB + MpsdB
mentre quella a lato tenta di rappresentare come varia la somma dei tre contributi di attenuazione con la posizione del ricevitore.

20.4.2 Path loss

La dipendenza della attenuazione dal quadrato della distanza espressa dalla (21.177) si riferisce al caso ideale di spazio libero; misurazioni reali mostrano che invece l’esponente di d aumenta fino alla quarta potenza, a seconda del tipo di ambiente (urbano, rurale) e dell’altezza dell’antenna ricevente[1141]  [1141] Inoltre, la condizione di nlos introduce una attenuazione supplementare costante. Per una rassegna dei diversi modelli di propagazione, si veda ad es.
http://www.slideshare.net/deepakecrbs/propagation-model.
. Pertanto il termine 20log10d(Km) che compare in (21.179) viene sostituito con Apl = n ⋅ 10log10d(Km) + α, e quindi in questo caso anziché la (21.179), l’espressione da usare per l’attenuazione disponibile è
(21.182)
Ad(dB) = 32.4 + 20 log10 f(MHz) + n ⋅ 10 log10 d(Km) + α − GT(dB) − GR(dB)
in cui n ed α sono determinati in base a campagne di misura, e tengono conto delle condizioni operative. Il valore di n varia da 4 a 3 con d < 100 metri, all’aumentare dell’altezza dell’antenna fissa, mentre il termine α può variare da 7 a 15 dB con antenna fissa alta 30 e 10 metri rispettivamente, e subire un incremento di quasi 30 dB passando da un ambiente aperto ad un ambito urbano.
Esercizio Valutare il path loss per un collegamento a 2 GHz lungo un chilometro, considerando le antenne omnidirezionali, in un ambiente per il quale sono stati stimati i parametri n = 4 e α = 32.
E’ sufficiente applicare la (21.182) utilizzando i valori forniti per i parametri:
Ad(dB) = 32.4 + 20log102 ⋅ 103 + 4 ⋅ 10log101 + 32 = 130.4 dB.

20.4.3 Fading su larga scala e shadowing

La stima delle grandezze n ed α ora introdotte è svolta mediando i risultati di diverse misure condotte nel territorio che si intende caratterizzare, misure che in realtà variano spostandosi tra territori diversi, in cui si riscontrano valori di fading diversi, anche per uguali valori di d. Questo fenomeno è indicato come slow fading oltre che su larga scala, poiché non si presenta muovendosi di poco in una stessa zona, dipendendo dalla orografia del territorio e dalla natura degli oggetti limitrofi. Ma anche stando fermi, non conoscendo a priori in che zona ci si trovi, l’effetto del fading su larga scala (ls) si manifesta come una attenuazione supplementare as aleatoria, che risulta avere un andamento gaussiano in dB[1142]  [1142]  La d.d.p. gaussiana discende dall’ipotesi che uno dei cammini multipli pervenga al ricevitore con una potenza nettamente predominante rispetto agli altri. In questo caso l’inviluppo complesso x del segnale ricevuto è adeguatamente rappresentato da una v.a. di Rice (vedi pag. 1) x = a + r, in cui |r| ha d.d.p. di Rayleigh e rappresenta l’effetto di molte cause indipendenti, relative ai cammini multipli, ed a è l’ampiezza della eco di segnale ricevuta con la maggiore ampiezza. Se a ≫ |r| possiamo scrivere
     as(dB) = 10log101|a + r|2 = − 10log10((a + rc)2 + r2s) = 
                = − 10log10a2a2(a2 + 2arc + r2c + r2s) = 10log10a2 + log101 + 2rca + |r|2a2 = 
                ≃ 10log10a2 + log101 + 2rca ≃ 10log10a2 + 2rca = 10log10a2 + 20rca
in quanto log(1 + α)α con α≪1, e quindi as(dB) ha media 10log10a2 (compresa nel path loss) ed esibisce una d.d.p. gaussiana, la stessa di rc.
(per questo detto lognormale) ed a media nulla, cioè del tipo
pAs(as(dB)) = 12πσ exp − (as(dB))22σ2ls
dove σls varia tra 6 ed 8 dB per una altezza dell’antenna tra 5 e 15 metri[1143]  [1143] Anche se l’aumentare dell’altezza di una antenna ne estende la relativa area di copertura, in ambito urbano questo corrisponde ad una maggiore variabilità delle effettive condizioni operative.. Per velocità del mobile non superiori ai 15 Km/h si può assumere as costante in frequenza per qualche MHz, e nel tempo per poche centinaia di millisecondi.
Esempio Una trasmissione los per la quale occorre ricevere una potenza di almeno WR = − 50 dBm è realizzata mediante un collegamento radio tra antenne omnidirezionali poste a d = 20 Km e con portante f0 = 27 MHz. Determinare la potenza WslibT che occorre trasmettere in condizioni di spazio libero, e la nuova potenza WsfadT necessaria a garantire una probabilità di fuori servizio pari al 5%, in presenza di un fading su larga scala caratterizzato da σls = 3 dB. Utilizziamo la (21.179) per calcolare
Ad(dB)  =  32.4 + 20log10f(MHz) + 20log10d(Km) − GT(dB) − GR(dB) =   =  32.4 + 20log1027 + 20log1020 = 32.4 + 28.6 + 26 = 87  dB
da cui si ottiene
WslibT(dBm) = WR(dBm) + Ad(dB) = − 50 + 87 = 37  dBm
pari a 7 dBW ovvero 100.7 = 5 Watt. Il fading su larga scala produce una attenuazione supplementare aleatoria con d.d.p. gaussiana in dB, e la probabilità di fuori servizio del 5% corrisponde al punto della curva di pag. 1 per cui 0.05 = 12 erfc MlsdB2σls, e quindi graficamente si ottiene MlsdB2σls = 1.5, da cui MlsdB = 1.5 ⋅ 2 ⋅ 3 = 1.5 ⋅ 1.41 ⋅ 3 = 6.3 dB, che ci consente di calcolare la nuova WsfadT come
WsfadT(dBW) = WslibT(dBW) + MlsdB = 7 + 6.3 = 13.3  dBW
ovvero 101.33 = 21.4 Watt.

20.4.4 Fading su piccola scala

Consiste nella fluttuazione di livello del segnale radio osservata durante il movimento, e causata dalla variazione dei ritardi con cui i cammini multipli giungono al ricevitore: spostandosi infatti di λ2 si può passare[1144]  [1144] A frequenza di 1 Ghz, si ha λ ≃ 30 cm. Questo fenomeno può essere facilmente sperimentato quando, durante una sosta al semaforo, si perde la sintonia di una radio fm, riacquistandola per piccoli spostamenti dell’auto; un altro esempio può essere la ricerca del campo per poter telefonare. da una situazione di somma coerente ad una completa opposizione di fase. Analizziamo ora la situazione dal punto di vista del livello di segnale ricevuto, distinguendo tra i casi di fading piatto, di Rayleigh e di Rice.
Fading piatto
Considerando che la (21.180) consente di scrivere il segnale ricevuto come y(t) = Nn = 1 anx(t − τn), il relativo inviluppo complesso y(t) in presenza di cammini multipli può essere espresso in funzione di quello trasmesso x(t) come[1145]  [1145]  La (21.183) discende dal considerare un generico segnale modulato x(t) = a(t)cos(2πf0t + φ(t)) ed il suo inviluppo complesso x(t) = a(t)e jφ(t): per ogni sua replica ritardata xn(t) = x(t − τn) possiamo scrivere
xn(t) = a(t − τn)cos[2πf0(t − τn) + φ(t − τn)] = a(t − τn)cos(2πf0t − 2πf0τn + φ(t − τn))
ed il cui inviluppo complesso rispetto ad f0 può quindi essere espresso come
xn(t) = a(t − τn)e jφ(t − τn)x(t − τn)e −j2πf0τn = x(t − τn)e −j2πf0τn
(21.183)
y(t) = Nn = 1anx(t − τn)e −j2πf0τn = Nn = 1anx(t − τn)e −jφn
in cui τn è il ritardo dell’n-esimo cammino, an il rispettivo guadagno, e φn = 2πf0τn la rotazione del associata. Se durante il tempo che intercorre tra l’arrivo della prima replica (ritardata di τmin) e l’arrivo dell’ultima (ritardata di τmax) il segnale x(t) non varia di molto (e cioè x(t − τmin) x(t − τn) x(t − τmax))[1146]  [1146] Si consideri che il risultato dell’esempio di pag. 1 valuta i ritardi in gioco dell’ordine di grandezza delle decine di nanosecondi, mentre (ad esempio) ad un segnale x(t) limitato in banda a 10 KHz corrisponde un periodo di campionamento Tc = 50 μsec. il risultato equivale alla moltiplicazione di x(t) per un numero complesso, senza quindi produrre distorsione lineare (vedi § 13.1.2.4). Infatti in tal caso la (21.183) può essere riscritta come
(21.184)
y(t) x(t) Nn = 1ane −jφn = x(t) Nn = 1an(cosφn − jsinφn)  =  x(t)(X + jY) = x(t)ρe jφ
in cui il valore complesso
X + jY = ρe jφ = Nn = 1ancosφn − jNn = 1ansinφn
figure f12.140.png
riassume l’effetto delle diverse repliche e costituisce una v.a. gaussiana complessa, in quanto a partire da valori della portante f0 dell’ordine dell’inverso di 1τn, e tanto più per f0 più elevate[1147]  [1147] Se ad esempio i ritardi τn sono dell’ordine di 10 − 8, l’ipotesi è valida per f0 > 100 MHz, quasi 110 delle frequenze a cui operano i radiomobili., bastano piccole variazioni di ritardo τn per produrre una fase φn = 2πf0τn (nota 1145) uniformemente distribuita tra 0 e 2π e del tutto indipendente per le diverse repliche. Pertanto se anche i valori an sono realizzazioni di v.a. indipendenti ed equidistribuite, e se i cammini multipli sono in numero elevato, si applica il teorema centrale del limite (§ 6.7.2), e quindi i valori di X ed Y nella (21.184) possono considerarsi realizzazioni di v.a. indipendenti, gaussiane, a media nulla ed uguale varianza σ2.
Fading di Rayleigh
Consideriamo ora l’ampiezza |y(t)| del segnale ricevuto, che dalla (21.184) risulta pari a |y(t)| = ρ|x(t)|, in cui nelle condizioni descritte ρ = X2 + Y2 è una v.a. di Rayleigh (pag. 1) la cui d.d.p. ha espressione
(21.185) pP(ρ) = ρσ2 e− ρ22σ2
con ρ ≥ 0. Il valore della potenza istantanea ricevuta, legata[1148]  [1148] Per semplicità nel seguito consideriamo x(t) a potenza unitaria, in modo che ρ2 sia proprio la potenza istantanea ricevuta. a |y(t)|2 = ρ2|x(t)|2, risulta pertanto variato di una quantità pari a ρ2, che è una v.a. esponenziale negativa[1149]  [1149] Impostando il cambiamento di variabile s = ρ2 si possono applicare le regole viste al § 6.4, individuando la funzione inversa come ρ = s, la cui dds ρ(s) fornisce 12s. Pertanto la d.d.p. della nuova v.a. s vale
pS(s)  = pP(s)dds ρ(s) = sσ2 exp− (s)22σ212s =   = 12σ2 exp− s2σ2
In figura si mostra il processo di costruzione grafica che produce una d.d.p. esponenziale negativa a partire dal quadrato di una d.d.p. di Rayleigh.
figure f12.142.png
, descritta dalla d.d.p. (vedi § 22.2.1)
(21.186) pE(ρ2) = λe− λρ2 = 12σ2 e− ρ22σ2
dove si è posto in evidenza il valor medio
mρ2 = E{ρ2} = 1λ = 2σ2
figure f12.149.png
margine su piccola scala
In base alla (21.186) è possibile determinare il margine MpsdB necessario a contrastare un fading di Rayleigh, qualora si desideri una probabilità di fuori servizio pari a p[1150]  [1150]  A tal fine osserviamo che il collegamento va fuori servizio quando la potenza ricevuta è inferiore alla sensibilità del ricevitore WRmin, e la probabilità di questo evento si esprime come p = Pr(ρ2 < WRmin) = 1 − exp − WRminmρ2, essendo appunto ρ2 una v.a. a d.d.p. esponenziale con media mρ2 = 2σ2, e tenendo conto dell’eq. (26.3) a pag. 1. Al tempo stesso, mρ2 = E{ρ2} rappresenta la potenza media ricevuta, ovvero lo zero dB di fig. 20.16: esprimendo dunque il margine M (non in dB) come il rapporto tra la potenza media ricevuta e la sensibilità del ricevitore M = mρ2WRmin, si ottiene p = 1 − e− 1M, e quindi  − 1M = ln (1 − p) e, passando ai decibel,  − 10log10M = 10log10( − ln (1 − p)), da cui la (21.187).:
(21.187)
MpsdB = − 10 log10(− ln (1 − p))
il cui andamento è mostrato a lato al variare del grado di servizio.
Qualora trasmettitore, ricevitore ed ambiente siano statici, ρ assume un unico valore casuale distribuito come indicato dalla (21.185).
figure f12.145a.png
Figure 20.16 Intensità del segnale con fading di Rayleigh
Se invece (ad es.) il ricevitore è in movimento i cammini multipli si modificano nel tempo, e la figura 20.16 mostra come varia la potenza in dB del segnale ricevuto, relativamente alle condizioni di ricezione medie (ovvero su larga scala, rappresentate dalla condizione di zero dB), per posizioni via via più distanti: si nota chiaramente come la potenza possa diminuire anche di molto, condizione indicata come deep fade.
Frequenza e durata media del fading
Se è presente movimento a velocità costante la fig. 20.16 rappresenta altrettanto bene l’andamento di ρ2mρ2 (dB) in funzione del tempo. In tal caso è interessante valutare per quanto tempo la potenza istantanea ρ2 del segnale ricevuto scende sotto la soglia WRmin, e dunque valutare quanti bit, ricadendo in tale
figure f12.145b.png
intervallo temporale, saranno soggetti ad una Pe peggiore di quella desiderata. Come osservato alla nota 1150 la probabilità che ρ2 sia minore di WRmin vale
(21.188)
p = Pr (ρ2 < WRmin) = 1 − exp− WRminmρ2
e la durata media τa di questo evento si ottiene dividendo p per il numero medio Na di affievolimenti per secondo[1151]  [1151] Infatti in tal modo la percentuale di tempo p viene spalmata su di un secondo, e suddivisa per il numero (medio) di volte (in un secondo) per cui avviene che ρ2 < WRmin. Esempio Se p = 0.1 ed Na = 5 fading/sec allora τa = 0.15 = 0.02, ossia 20 msec, ripartendo i 100 msec (10% di 1 secondo) sui 5 affievolimenti medi., ovvero τa = pNa. D’altra parte, si può mostrare che risulta
(21.189) Na = 2π fD α e− α2
in cui si è posto α2 = WRminmρ2 = 1Mps, mentre fD è la massima deviazione doppler (pag. 1) che come vedremo è direttamente legata alla velocità di movimento: infatti, per velocità maggiori aumenta la frequenza dei fenomeni di fading. Combinando le (21.188) e (21.189) si ottiene pertanto
(21.190)
τa = pNa = 1 − e− α22π fDα e − α2 =  eα2 − 12π fDα
il cui andamento normalizzato è rappresentato nella figura 20.18 assieme a quello di Na, al variare di α ovvero di MpsdB = 10 log10 1α2 = − 20 log10 α.
figure f12.149c.png
Figure 20.18 Frequenza e durata media del fading di Rayleigh per fD=1 Hz in funzione di α ovvero di MpsdB
Esercizio Valutare la durata media del fading di Rayleigh in presenza di doppler fD = 20 Hz e di un margine MpsdB = 20 dB. Consideriamo quindi errato un bit se durante il suo periodo Tb si verifica un affievolimento che rende la potenza istantanea ricevuta minore di quella media per più di MpsdB. In presenza di una modulazione bpsk a velocità fb = 50 bit/sec, quanti sono in media i bit errati per secondo, e la corrispondente Pbite?
Come evidente, ottenere il margine a partire dal % di fuori servizio (eq. (21.187)), e poi dal margine risalire alla Pe, è un procedimento un po’ contorto. Un’elegante alternativa che non richiede di passare dal margine viene esposta all’appendice 20.5.1.
Fading di Rice
figure f12.146a.png
 figure f12.147a.png
Si verifica nel caso in cui le ampiezze an dei diversi percorsi che compaiono nella (21.183) non sono identicamente distribuite, ma ne esiste una (a0 in figura) che prevale su tutte le altre, come quando l’antenna trasmittente si trova in visibilità (anche parziale) del ricevitore.
In questo caso il canale produce un guadagno aleatorio ρ caratterizzato da una d.d.p. di Rice, espressa dalla eq. (14.104) a pag. 1, essendo la risultante X + Y tipicamente ora vicina al cammino prevalente a0 ej2πf0τ0. In particolare il rapporto K = a202σ2 tra la potenza a202 dell’onda diretta e quella σ2 della componente dovuta al multipath prende il nome di fattore di Rice, e nella figura a lato si mostra come in presenza di una forte componente diretta la profondità del fading si riduca sensibilmente.
Effettivamente in corrispondenza di un K elevato il fading di Rice può essere descritto nei termini di un fading su larga scala (§ 20.4.3), come discusso alla nota 20.4.3. Viceversa qualora la ricezione avvenga principalmente in assenza di visibilità i valori del modulo dell’inviluppo complesso del segnale ρ(t) = |y(t)| sono soggetti al fading di Rayleigh precedentemente discusso.

20.4.5 Fading selettivo in frequenza

Individua il caso in cui H(f) non può essere considerata costante, equivalente[1152]  [1152] Visto che la causa nota per cui H(f) ≠ cost è l’eccessiva banda del segnale, a ciò corrisponde un maggior contenuto di alte frequenze e dunque una maggiore velocità di variazione temporale. a rimuovere l’ipotesi fatta a pag. 1 e dunque accettare che nell’intervallo temporale Δτ = τmax − τmin tra l’arrivo della prima e dell’ultima replica, detto anche dispersione temporale, il segnale possa modificare il suo valore. Per analizzare cosa succede partiamo dalla (21.183) per scrivere l’espressione dell’inviluppo complesso della risposta impulsiva del canale come[1153]  [1153] Il cambiamento negli indici della sommatoria è legato a considerare l’origine dei tempi in corrispondenza al primo arrivato dei cammini multipli.
(21.191)
h(t) = N− 1n = 0an δ(t − τn) ej2πf0τn = N− 1n = 0Zn δ(t − τn)
in cui si è posto Zn = anej2πf0τn. Facciamo quindi l’ipotesi semplificatrice che i ritardi τn siano multipli di un comune intervallo T, cioè τn = nT, considerando eventualmente nullo qualche valore an: in tal modo la (21.191) può essere assimilata all’espressione di un segnale campionato (§ 4.1) h(t) = N− 1n = 0 Znδ(t − nT), interpretando dunque i coefficienti complessi Zn come campioni di un processo Z(t)[1154]  [1154] Si sottintende che T sia minore dell’inverso del doppio della banda di Z(t), ovvero T < 12W., ovvero Zn = Z(nT) = ane −j2πf0nT. Ciò consente di esprimere la risposta in frequenza equivalente di b.f. del canale come la dtft (vedi § 4.4) della sequenza Zn, ovvero
(21.192) H(f) = N− 1n = 0Zne −j2πfnT
Notiamo ora che i valori di H(f) in funzione di f sono variabili aleatorie, dipendendo dalle caratteristiche statistiche dei termini Zn che per i motivi illustrati a pag. 1 sono v.a. complesse, indipendenti ed a valor medio nullo, e quindi (vedi § 7.5.3)
(21.193)
E{Z * nZn + m} =  0  sem ≠ 0  σ2an altrimenti
in cui la sequenza di valori σ2an = E{a2n} è indicata nel seguito come...
Dispersione potenza-ritardo[1155]  [1155] Libera traduzione del termine power delay spread.
E’ costituita dalla sequenza Pn = E{a2n} e rappresenta la distribuzione temporale (media) della potenza (o energia) delle repliche del segnale. Infatti, trasmettendo un impulso di energia unitaria δ(t) si ricevono N impulsi di energia En = a2n, ovvero viene ricevuto l’inviluppo complesso h(t) espresso dalla (21.191), la cui energia vale
Eh = −∞ h*(t)h(t)dt =  a2n =  En
ed il cui valore atteso rispetto all’aleatorietà degli an risulta E{Eh} =  E{a2n} =  En.
Misura della dispersione potenza-ritardo
Può essere portata a termine con tre diverse tecniche, di cui ci si limita ad accennare i principi operativi:
Una volta pervenuti alla misura della sequenza delle ampiezze a2n l’operazione è ripetuta più volte spostandosi di poco alla volta[1156]  [1156] Tipicamente di 14 della lunghezza d’onda relativa alla portante adottata., ed alla fine i risultati sono mediati tra loro in modo da ottenere una stima di Pn = σ2an = E{a2n}.
Da questa si possono derivare parametri statistici come il ritardo medio
τ = .n Pnτn.n Pn
e la deviazione standard dei ritardi
στ = τ2 − τ2
in cui τ2 = n Pnτ2nn Pn, mentre la dispersione temporale
Δτ = τmax − τmin
figure Power-Delay-Profile.png
Figure 20.20 Profilo di dispersione potenza-ritardo per ambito indoor
è definita con riferimento ad una soglia che permette di distinguere le repliche dal rumore.
La figura 20.20 mostra la curva di dispersione potenza-ritardo misurata per un ambiente al coperto, per il quale sono calcolate τ, στ e Δτ per una soglia di -10 dB. In appendice 20.5.4 sono riportati alcuni valori tipici di questi parametri per diversi contesti ambientali. L’andamento tendenziale rilevato per le Pn misurate suggerisce l’approssimazione della dispersione potenza-ritardo mediante una densità esponenziale:
(21.194)
P(τ) = 1στ exp− τστ      ovvero     Pn = 1στ exp− nTστ
Banda di coerenza
Per poter descrivere la H(f) definita dalla (21.192) ma in cui i termini Zn sono aleatori, impostiamo l’analisi con lo scopo di valutare per quale intervallo Δf si ottengano coppie di valori della risposta in frequenza (H(f), H(f + Δf)) che iniziano a divenire incorrelati, dato che in tal caso un segnale che occupa una banda comparabile a Δf è affetto da distorsione lineare. A tal fine, partendo dalla (21.192) interpretiamo H(f) come un processo ad aleatorietà parametrica (§ 6.3.7) in frequenza, e dunque ne calcoliamo la funzione di autocorrelazione (appunto, in frequenza):
(21.195)
RH(Δf)  =  E {H*(f)H(f + Δf)} =   =  N− 1n = 0N− 1m = 0E{Z * nZm} e j2πfnTej2π(f + Δf)mT = N− 1n = 0 Pn ej2πΔfnT
in cui all’ultimo passaggio si è applicata la (21.193) considerando m = n: RH(Δf) è dunque pari alla trasformata di Fourier di sequenze (§ 4.4) della dispersione potenza-ritardo Pn = σ2an = E{a2n}.
La banda di coerenza Bc è quindi definita come l’intervallo di frequenze Δf entro cui H(f) si mantiene correlata, e può essere fatto corrispondere alla larghezza di banda di RH(Δf). Pertanto, quanto più la dispersione temporale Δτ (o, più in generale, la deviazione στ) risulta elevata, tanto minore sarà il valore di Bc. Convenzionalmente una sua valutazione approssimata ricade nell’intervallo
(21.196) 150 στ ≤ Bc ≤ 15 στ
Esempio Consideriamo un canale radio in un contesto urbano, caratterizzato da una deviazione standard dei ritardi στ = 5 μsec, e per il quale si assume valida l’approssimazione del profilo di dispersione potenza-ritardo esponenziale (21.194), ovvero P(τ) = 1στ e − τστ. L’applicazione della (21.196) porta ad una stima di Bc compresa tra 4 e 40 KHz. 
Ricapitolando
se la banda W del segnale modulato non eccede Bc ci si trova nelle condizioni di fading piatto, mentre se W > Bc le componenti spettrali di x(t) subiscono alterazioni statisticamente indipendenti, i cammini multipli causano un effetto filtrante, si manifesta isi, ed il canale corrispondente viene detto selettivo in frequenza. Approssimando l’occupazione di banda di un segnale numerico modulato come il reciproco del periodo di simbolo W1Ts, osserviamo che la condizione di fading piatto W < Bc implica che Ts1W > 1Bc > στ, ovvero la deviazione standard dei ritardi è ben inferiore al periodo di simbolo, limitando gli effetti dell’isi.
Conseguenze e rimedi
Dato che la correzione degli effetti di distorsione lineare e isi richiede al ricevitore complesse operazioni di equalizzazione (§ 18.4) si tenta di operare per quanto possibile in condizioni di fading piatto, occupare una banda W < Bc, e limitare di conseguenza la velocità di segnalazione fs. Un conveniente escamotage è l’adozione di una trasmissione ofdm che suddivide W in tante sotto-bande più piccole, e adotta un Ts > στ. Occupare una banda W > Bc è possibile anche ricorrendo alla modulazione dsss, dato che in tal caso al § 20.5.2 mostreremo come poter evitare uno stadio di equalizzazione classico adottando una speciale architettura di ricevitore detta Rake. L’adozione infine di più antenne in trasmissione e/o ricezione (cap. 21) offre una ulteriore via per rendere i fenomeni di attenuazione selettiva un vantaggio del collegamento.
Dimensione di cella e velocità trasmissiva
Per celle molto grandi la differenza di percorso tra cammini multipli può essere notevole (vedi § 20.5.4), determinando una Bc ridotta, e quindi una bassa velocità di trasmissione. Riducendo la dimensione di cella è possibile aumentare la velocità, dato che le differenze di ritardo si riducono. Pertanto se celle con raggio di chilometri e τ > 10 μsec possono richiedere equalizzazione anche per trasmissioni a 64 kbps, al contrario comunicazioni indoor con τ < 1 μsec possono presentare flat fading per velocità dell’ordine del Mbps. Celle di dimensione minima, dette anche picocelle, presentano una dispersione temporale di solo qualche decina di picosecondi, permettendo di operare a molti Mbps anche senza equalizzazione.

20.4.6 Dispersione spettrale e variabilità temporale

Addentriamoci nella descrizione dell’effetto prodotto dal movimento. Finché il ricevitore e gli oggetti riflettenti sono fermi la distribuzione dei ritardi τn non varia nel tempo, e la componente di attenuazione supplementare su piccola scala mantiene uno stesso (casuale) valore, sia esso di Rayleigh o di Rice; in tal caso il fading (piatto o selettivo) è costante nel tempo. Viceversa nel caso in cui ci sia movimento[1159]  [1159] Del ricevitore, del trasmettitore, o degli oggetti riflettenti. l’inviluppo complesso ricevuto (21.183) si riscrive come
y(t) = Nn = 1an(t)x(t − τn(t)) ej2πf0τn(t)
evidenziando come ora sia le ampiezze an che i ritardi τn dipendono dal tempo.
Allo scopo di analizzare le conseguenze di questa non stazionarietà, consideriamo una portante non modulata x(t) = cos2πf0t, con inviluppo complesso x(t) = 1[1160]  [1160] Come evidente dalla eq. (14.3) a pag. 1, che produce la ricezione di
(21.197)
y(t) = Nn = 1an(t) e −j2πf0τn(t) = Nn = 1an(t) e −jαn(t)
Si ottengono quindi N diversi segnali modulati sia in ampiezza che angolarmente, anche se è stata trasmessa una sola frequenza. In generale le ampiezze an(t) non variano di molto con il movimento, mentre come già osservato sono sufficienti piccole variazioni di τn(t) per causarne di grandi per αn(t) = 2πf0τn(t): ad esempio, con una f0 = 1 GHz basta la variazione di τ pari ad 1 nsec per produrre una rotazione di 2π.
Esempio
Riprendiamo i dati
figure f_delay_vs_time.png
ed il modello usati a pag. 1 per ottenere il risultato in figura, relativo ad un mobile che viaggia a 50 Km/h, e che in 100 sec percorre 1.4 Km a partire da una distanza di 1 Km dal trasmettitore, in presenza di una superficie riflettente posta a 100 metri da metà percorso. Il ritardo del cammino riflesso varia da 66 a 27 nsec, con la legge mostrata in figura,
dovuta al variare nel tempo dell’angolo di riflessione.
Effetto Doppler
A lato è raffigurato
figure mobilino-doppler.png
un mobile che viaggia a velocità costante v ed impiega Δt = dv secondi per spostarsi tra i punti X ed Y distanti d, mentre riceve una portante a frequenza f0 = cλ dalla sorgente S. La differenza di distanza Δl dalla sorgente nei due punti risulta[1161]  [1161] Approssimiamo θ come uguale in X e Y, nell’ipotesi che S sia molto lontana rispetto a d.
Δl = d cosθ = vΔt cosθ
e quindi la differenza di fase nel segnale ricevuto in X e Y vale[1162]  [1162] Il rapporto n = lλ indica quanti periodi di portante entrano in l, che moltiplicato per 2π fornisce appunto la differenza tra le fasi di arrivo, nulla se n è intero.
(21.198) Δα = 2π Δlλ = 2π vΔtλ cosθ
Pertanto durante il tragitto la frequenza ricevuta differisce da f0 per una quantità[1163]  [1163] La (21.199) si ottiene applicando alla (21.198) la definizione di deviazione di frequenza fd come differenza fd(t) = fi(t) − f0 in cui la frequenza istantanea fi è data dalla (14.49) come fi(t) = f0 + 12π ddtα(t)
(21.199)
fd = 12π ΔαΔt = vλ cosθ = cc vλ cosθ = f0 vc cosθ
denominata scostamento Doppler[1164]  [1164] Si tratta dello stesso effetto che produce la variazione del suono della sirena di un mezzo di soccorso, vedi http://it.wikipedia.org/wiki/Effetto_Doppler.
Dispersione Doppler
Se al posto di una singola sorgente S sono presenti tutti gli N riflettori che danno origine al multipath l’effetto Doppler si verifica per ciascuno di essi, causando la ricezione di N diverse frequenze fn = f0 ± fnd, ognuna aumentata (o diminuita) rispetto alla portante f0 della frequenza Doppler
(21.200) fnd = f0 vc cosθn
in cui θn è l’angolo tra la direzione del moto e la congiungente con il riflettore[1165]  [1165] La stessa analisi è valida anche nel caso di un ricevitore fermo ma con i riflettori in movimento, come per la la riflessione ionosferica: in tal caso l’espressione si scrive come fnd = f0vnccosθn, considerando cioè la possibilità che i riflettori abbiano velocità diverse tra loro.. Con i dati dell’esempio precedente (relativo ad un moto con v = 50 Km/h ovvero 13.8 m/sec) e ponendo f0 = 1 GHz si ottiene una fnd massima di 46.3 Hz, relativa al caso di θn = 0[1166]  [1166] Notiamo che se θn = 0 ci stiamo riferendo al caso in cui il moto si realizza lungo la congiungente tra ricevitore e sorgente (o riflettore).; indichiamo con
fD = maxn{fnd} = f0 vc
tale valore. Dato che ogni diverso percorso è caratterizzato da una fnd compresa tra zero e fD, il segnale ricevuto contiene frequenze che si discostano da f0 in più o in meno, entro una deviazione massima pari ad fD, per questo indicata come dispersione (o spread) Doppler, ed il canale è detto dispersivo in frequenza.
Dispersione spettrale e variabilità temporale
Considerando il mobile raggiunto da infiniti percorsi con direzione di arrivo distribuita uniformemente (condizione di scattering isotropo), si può mostrare[1167]  [1167] Notiamo che il risultato è diretta conseguenza della condizione di scattering isotropo: infatti la (21.200) costituisce un processo armonico (pag. 1) quando  − π < θn < π con d.d.p. uniforme, ed al tempo stesso rappresenta la deviazione della frequenza istantanea fi rispetto ad f0 (§ 11.2.2), e dunque si verifica l’effetto
figure mobilino-doppler-2.png
di conversione am-fm descritto al § 12.3.3.3. Se viceversa esistono ad es. due soli cammini, il primo diretto (S) e l’altro riflesso (R) con il mobile nel mezzo, Py(f) corrisponde a due impulsi in ± fD.
che la densità spettrale ricevuta a partire da una singola portante trasmessa è pari a
(21.201)
Py(f) =  PyπfD1 − ffD2     con |f| ≤ fD 0      altrove 
figure spettro_doppler.png
mostrata a lato, e del tutto simile a quella di pag. 1.
La dispersione Doppler fD costituisce nella pratica una misura della velocità di variazione del canale[1168]  [1168] In questo modo si ottiene una trattazione unificata sia per il caso di un ricevitore mobile in un contesto statico, sia per quello di un ricevitore fermo con riflettori in movimento. In entrambi i casi il doppler spread fD può essere effettivamente misurato al ricevitore, in presenza di una portante non modulata., come già evidenziato in relazione alla frequenza degli affievolimenti di cui all’eq. (21.189). Infatti l’inviluppo complesso ricevuto y(t) descritto dalla (21.197) è il risultato della somma vettoriale nel piano complesso dei termini an(t) e −j2πf0τn(t), che in virtù dei diversi scostamenti Doppler sono ognuno in rotazione ad una diversa velocità angolare 2πfnd, tanto maggiore quanto più è grande fD, che quindi determina la rapidità con cui il risultato y(t) varia nel tempo.
Tempo di coerenza
Dettagliamo meglio il legame tra la dispersione Doppler fD ed una valutazione quantitativa del tempo per cui il canale può essere considerato stabile, di nuovo ricorrendo a considerazioni di tipo statistico. Calcoliamo a tal fine l’antitrasformata di Py(f), ovvero l’autocorrelazione Ryy(τ) di y(t), che nel caso della (21.201) fornisce Ryy(τ) = Jo(2πfDτ) in cui J0 è la funzione di Bessel del primo tipo di ordine zero graficata a pag. 1. Sappiamo poi che una correlazione nulla corrisponde a valori non predicibili l’uno dall’altro, e da pag. 1 troviamo che il primo passaggio per zero di Ryy(τ) avviene per τ0.4fD, corrispondente al minimo intervallo di tempo necessario per osservare valori di y(t) incorrelati; viceversa, un intervallo τ sufficientemente più piccolo trova il canale in condizioni pressoché immutate. Definendo allora
(21.202) Tc = 0.1fD
come tempo di coerenza, osserviamo che una trasmissione con periodo di simbolo Ts ≥ Tc subisce condizioni del canale differenti nell’arco di tempo di un simbolo, ostacolandone la sincronizzazione[1169]  [1169] Ciò avviene perché in pratica è come se due simboli consecutivi pervenissero attraverso due differenti canali, e dunque non è possibile eseguire operazioni di media., ed in tal caso il fading viene detto veloce. Se invece TsTc il canale si mantiene in condizioni pressoché stazionarie per tutto il periodo di simbolo, il fading è detto lento, ed il movimento non produce conseguenze sensibili. Utilizzando di nuovo i dati dell’ultimo esempio, ad un doppler spread fD = 46.3 Hz corrisponde un tempo di coerenza Tc = 21.6 msec.

20.4.7 Tipologia di canale radiomobile

E’ univocamente
figure tipi_di_fading.png
determinata dalla tipologia del fading su piccola scala, denominato in base allo schema rappresentato a lato, e che a sua volta dipende dalla natura del messaggio trasmesso, come ora mostriamo.
Condizione di sottodispersione
Notiamo che il verificarsi contemporaneo della
W < Bc = 0.1στ no dist. lin. Ts < Tc = 0.1fD stazionario
Condizioni di slow flat fading
assenza di distorsione lineare in quanto W < Bc (fading piatto) e della stazionarietà del canale in quanto Ts < Tc (fading lento) equivale al verificarsi della condizione di canale perfetto (pag. 1). Ciò accade a patto che[1170]  [1170] Infatti le due condizioni W < Bc e Ts < Tc possono essere riscritte in base alle (21.196) e (21.202) come Wστ < 0.1 e fDTs < 0.1, e moltiplicando queste ultime tra loro si ottiene WστfDTs < 0.01. Ponendo quindi W1Ts (eq. (21.5)) si ottiene la condizione fDστ < 0.01, in cui sostituendo fD = 0.1Tc e στ = 0.1Bc (di nuovo in virtù delle (21.196) e (21.202)) si ottiene la seconda relazione.
(21.203)
fDστ < 0.01     ovvero    TcBc > 1
detta condizione di sottodispersione (underspread). Nella pratica i valori di fD e στ per i canali in uso nelle telecomunicazioni soddisfano tale condizione.
Classificazione del canale
Come anticipato dipende da come i valori della banda W e del periodo di simbolo Ts del messaggio si relazionano rispetto a banda Bc e tempo Tc di coerenza del canale radio in uso[1171]  [1171] Ovvero contesto rurale, urbano, indoor, oltre ovviamente ai fenomeni legati al movimento..
figure piano-Tc-Bc.png
A lato viene raffigurato il piano Ts − W in cui è evidenziato il ramo di iperbole corrispondente alla relazione WTs = 1[1172]  [1172] Come osservato alla nota precedente W1Ts, da cui WTs ≃ 1 assieme ad una coppia di possibili valori per Bc e Tc tali da rispettare[1173]  [1173] Trovandosi il prodotto sopra l’iperbole unitaria. la condizione TcBc > 1. Osserviamo come la (21.203) sia necessaria ma non sufficiente ad individuare un canale perfetto: muovendosi infatti lungo l’iperbole (ovvero variando W e Ts) ci si può comunque trovare in condizioni di canale selettivo in frequenza (in alto a sin.) qualora divenga W > Bc, oppure (in basso a destra) in condizioni di variabilità temporale quando diventa Ts > Tc.
Esempio Dato un canale con assegnati Tc e Bc, determinare la massima velocità per una trasmissione qpsk con impulso a coseno rialzato e γ = 1, in modo da evitare l’uso di un equalizzatore. Affrontiamo l’analisi fissando la banda occupata B = fs(1 + γ) pari a Bc, da cui si ottiene una fb = fs ⋅ 2 = Bc2 ⋅ 2 = Bc. In tal caso Ts = 1fs = 2Bc, e se il canale verifica la condizione di sottodispersione (21.203) si ottiene anche Ts < Tc, ovvero il canale può essere ritenuto stazionario per la durata di un simbolo.
 Sezione 20.3: Fenomeni propagativi e atten. supplementare Su Capitolo 20: Collegamento radio Sezione 20.5: Appendici