E’ l’acronimo di
Bi-Phase Shift Keying, e individua una tecnica per il trasporto dell’informazione basata sull’utilizzo di 2 possibili fasi per la portante:
con i valori
φk pari a
± π2 per rappresentare le cifre binarie
0 ed
1 trasmesse agli istanti
kTb. Sebbene l’operazione così definita corrisponda ad una modulazione di fase (§
12.3), è facile mostrare come possa essere realizzata mediante una comune modulazione di ampiezza
bld-ps (§
12.1.1) con segnalazione antipodale (§
7.6.1). Se definiamo infatti un segnale
m(t) come un codice di linea
nrz bipolare (§
15.2.1), che assume valori
±1 in corrispondenza delle cifre binarie
0 ed
1, allora il segnale
xBPSK(t) = m(t) cosω0t
è equivalente a quelle espresso dalla
(21.33), e la sua mo-demodulazione coerente avviene mediante l’architettura mostrata alla fig.
16.1. Il segnale uscente dal moltiplicatore di demodulazione ha espressione
y(t) = x(t) ⋅ 2cosω0t = 2m(t) ⋅ cos2ω0t = m(t) + m(t) ⋅ cos2ω0t
e dunque il codice di linea
m(t) può essere riottenuto mediante filtraggio passa-basso. La parte centrale di fig.
16.1 mostra la
forma d’onda che corrisponde alle elaborazioni previste, mentre nella parte inferiore sono raffigurate le densità spettrali corrispondenti (espresse in dB, vedi §
8.1), tenendo conto di eq.
(21.2), di fig.
3.18, e della mo-demodulazione
bld-ps (§
12.1.1.1).
Una buona caratteristica di questa tecnica è il valore
costante dell’ampiezza della portante modulata, che permette di utilizzare la massima potenza al trasmettitore, appena inferiore al valore che inizia a produrre fenomeni di distorsione (§
13.3). L’aspetto negativo è l’elevata occupazione di banda, legata all’uso di forme d’onda rettangolari per
m(t) che, nel caso di trasmissione su canali con limitazioni di banda, causa vincoli sulla massima frequenza binaria. Pertanto il metodo è particolarmente indicato nel caso di collegamenti in cui è limitata la potenza di trasmissione, ma non la banda.
Alternative per l’impulso di banda base
g(t)
Riprendendo i concetti discussi al §
15.2, in questo capitolo il segnale dati di
banda base (ovvero pre-modulazione) è realizzato mediante una delle seguenti possibilità di scelta per l’impulso
g(t):
- nrz o rettangolare (pag. 1), che determina una occupazione di banda multipla di fb = 1⁄Tb;
- con trasformata a coseno rialzato (§ 15.2.2.3), con una banda pari a fs2 (1 + γ);
- a banda minima (pag. 1), che riduce l’occupazione di frequenza ad fs2, ma presenta difficoltà realizzative.
Gli aspetti prima evidenziati per il
bpsk sono
sovvertiti qualora il segnale
m(t) sia basato su forme d’onda
g(t) con una limitata occupazione di banda, come per il coseno rialzato, con una banda
a frequenze positive pari a
BBPSK = fb(1 + γ), doppia rispetto al caso di banda base, a causa della modulazione
bld, mentre l’ampiezza del segnale modulato
non è più costante. Infatti in corrispondenza degli istanti
kTb l’ampiezza di
xBPSK(t) assume esattamente uno dei valori
(±1) del segnale dati
m(t), ma nell’intervallo tra due istanti
kTb < t < (k + 1)Tb l’ampiezza dipende della somma di tutte
le code delle funzioni
g(t) relative ai simboli trasmessi (vedi fig.
15.23 a pag.
1).
16.1.2 Modulazione L-ASK
Ci riferiamo ora al caso in cui si operi una classica
am-
bld (da cui il termine
Amplitude Shift Keying -
ask) a partire da un segnale dati
m(t) multilivello (§
15.1.2.4), producendo un segnale modulato di espressione
xL−ASK(t) = m(t) cos(2πf0t) dove m(t) = ∑∞k = −∞ ak ⋅ rectTs(t − kTs)
in cui
m(t) agli istanti
kTs assume valori
ak distribuiti uniformemente, in un intervallo
Δ, su
L livelli di ampiezza centrati sullo zero. L’ampiezza di
l-ask subisce dunque variazioni, come mostrato nella figura soprastante per un caso con
L = 8, in cui è rappresentato anche un diagramma detto
costellazione, che rappresenta i valori assunti dall’inviluppo complesso in corrispondenza degli istanti di simbolo, che in virtù della
am-bld presenta la sola c.a. di b.f.
xc(t).
Ogni
ak rappresenta dunque
M = log2L bit, ed il periodo di simbolo
Ts = MTb ha durata multipla di
Tb, pertanto la banda occupata da
l-ask è
minore rispetto a quella del
bpsk di un fattore pari a
M = log2L(). Anche in questo caso, se
m(t) è generato mediante un impulso a coseno rialzato anziché con uno
nrz, la densità spettrale assume il noto andamento (vedi pag.
1) riportato ora in figura
16.4, assieme ai corrispettivi valori in dB. Pertanto la banda a frequenze positive occupata da
xL − ASK(t) con
g(t) a coseno rialzato vale
Efficienza spettrale
o densità di informazione
E’ definita come il rapporto
ρ tra la frequenza binaria e la banda occupata
e si esprime in
bit/sec/Hz, rappresentando appunto quanti bit/sec sono trasmessi per ogni Hz utilizzato. Nel caso di
l-ask con impulsi a banda minima (
γ = 0) si trova allora
mentre per altre forme di modulazione e/o di impulsi si ottengono altri valori, confrontando i quali si valuta la bontà di un metodo rispetto all’altro nei termini dell’utilizzo di banda.
Esempio Se compariamo il risultato per
ρL − ASK con quello relativo ad una trasmissione numerica di banda base (vedi eq.
(21.5)), notiamo un
peggioramento di un fattore 2, dovuto all’uso di una
am-
bld.
Come per il caso analogico, la banda potrebbe essere dimezzata adottando una am-blu, ma troveremo invece tra breve che si preferisce seguire approcci diversi, come ad esempio psk e qam.
16.1.3 Valutazione delle prestazioni
Dopo alcune considerazioni relative al legame tra
SNR ed occupazione di banda, la valutazione della
Pe fa tesoro di quanto ottenuto al §
15.4.
SNR,
Eb ⁄ N0 ed efficienza spettrale
Nell’analisi delle prestazioni che affronteremo la probabilità di errore per simbolo
Pe(simbolo) o per bit
Pe(bit) è espressa in funzione della grandezza
EbN0 introdotta a pag.
1, e che rappresenta l’equivalente del rapporto segnale rumore
di sistema SNR0 = PxN0W definito al §
14.2.1.1, nel senso che come questo consente il confronto tra tecniche diverse. D’altra parte, una trasmissione
am-bld numerica che occupi una banda a frequenze positive
B si presenta in ingresso al decisore con un
in cui
Pn è limitata da un filtro di ricezione, e
ρ è l’efficienza spettrale definita alla
(21.35): pertanto
Eb⁄N0 è anche indicato come
SNR normalizzato o
SNR per bit. Nel caso di
g(t) a banda minima (§
15.2.2.3) la
(21.36) fornisce
ρL − ASK = log2L e dunque
SNR = log2L EbN0, mentre a pag.
1, eq.
(21.16), si deriva la relazione tra
Eb⁄N0 e
SNR per il caso particolare di un segnale dati
a coseno rialzato.
Invertendo la
(21.37) si ottiene
Eb⁄N0 = SNR⁄ρ evidenziando come, a parità di
SNR, al miglioramento dell’efficienza spettrale
ρ corrisponda una diminuzione di
EbN0, che a sua volta è causa di un peggioramento della probabilità di errore, in accordo con il
compromesso banda-potenza, vedi §
15.4.7.
Probabilità di errore BPSK e L-ASK
La Pe viene calcolata per un segnale l-ask in funzione di Eb ⁄ N0, al variare del numero di livelli, ottenendo il caso bpsk per L = 2.
Al §
16.1.2 abbiamo osservato come l’
l-ask sia ottenibile mediante una modulazione
am-bld di un segnale dati di banda base (vedi anche fig.
16.5), e come discusso al §
14.2.1.1, l’
SNR in uscita dal filtro di ricezione (e dunque l’
Eb⁄N0, vedi eq.
(21.37)) per una modulazione
am-bld è pari al rapporto
SNR0 tra potenza ricevuta e potenza di rumore nella banda del segnale
modulante.
Pertanto l’
SNR (e l’
Eb⁄N0) dopo demodulazione di
l-ask è pari a quello che si avrebbe per il segnale dati di banda base da cui ha origine. Le prestazioni per un segnale dati
di banda base a coseno rialzato sono ricavate al §
15.4.9, che riportiamo sotto come probabilità di errore
per simbolo dell’
l-ask
valida per un segnale con
γ = 0, ossia a
banda minima. Le curve di
PL − ASKe(bit) in funzione di
Eb⁄N0|dB sono quelle di fig.
15.39 a pag.
1, dove si tiene anche conto dell’uso di un codice di Gray (§
15.4.9.1) per associare i livelli a configurazioni binarie.
Come anticipato, per
L = 2 la
(21.39) esprime le prestazioni del
bpsk, ovvero
che come prima si riferisce al caso di banda minima, ed i cui valori sono graficati in fig.
16.6, identica alla
(21.18) ottenuta per il caso di banda base, ed alla
(10.176) relativa al filtro adattato. Per completare i confronti osserviamo che ora all’aumentare di
L la banda
(21.34) (per
γ = 0)
BL − ASK = fs = fblog2L
si riduce, mentre la
Pe (21.39) aumenta: ciò può tornare utile in presenza di canali con limitazioni di banda ma non di potenza, dato che in tal caso la
Pe può essere ripristinata aumentando la potenza e quindi
Eb⁄N0, in base al cosiddetto
compromesso banda-potenza. Al §
16.5.1 vedremo come nella tecnica di
fsk ortogonale lo stesso compromesso operi in direzione opposta, ovvero riuscendo a migliorare
Pe al prezzo di aumentare l’occupazione di banda.