Sezione 14.3: Prestazioni della modulazione di frequenza Su Capitolo 14: Prestazioni delle trasmissioni modulate Sezione 14.5: Appendice 

14.4 Detezione di sinusoide nel rumore

Concludiamo questo capitolo con un argomento diverso dai precedenti: anziché calcolare l’SNR dopo democulazione, affrontiamo il problema di decidere se nelle vicinanze di una determinata frequenza f0 sia presente o meno un segnale a banda stretta, ad esempio per effettuare una operazione di sintonizzazione automatica. A questo scopo torniamo ad occuparci della demodulazione incoerente in fase e quadratura introdotta al § 12.2.4, ora applicata al problema di rilevare la presenza (o meno) di una sinusoide s(t) immersa nel rumore entro una banda BN, affrontato mediante il formalismo della verifica di ipotesi (§ 6.6.1) basata sul confronto tra il valore di una variabile di osservazione ρ, che rappresenta il modulo dell’inviluppo complesso ricevuto, ed una soglia di decisione λ, da posizionare a seconda del criterio adottato. Lo scopo è quello di arrivare ad una espressione per la d.d.p. di ρ a partire dalle uscite del demodulatore in fase e quadratura, secondo lo schema di fig. 14.14. Al § 16.6 verrà adottato uno schema simile, applicato al caso della trasmissione numerica.
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Figure 14.14 Detezione incoerente di sinusoide immersa nel rumore

14.4.1 Descrizione statistica del modulo dell’inviluppo complesso

Negli sviluppi che seguono scegliamo di indicare le uscite in fase e quadratura del demodulatore iq rispettivamente come x(t) e y(t). Se in ingresso è presente il solo rumore n(t), x(t) e y(t) corrispondono alle c.a. di b.f. νc(t) e νs(t) della sua versione filtrata[696]  [696] Ovvero (§ 14.1.3) x(t) e y(t) sono processi congiuntamente gaussiani ed incorrelati con media nulla e varianza σ2 = N0BN.; se invece in ingresso è presente anche s(t) = Acosω0t, nell’uscita x(t) del ramo in fase troviamo anche la componente in fase di s(t), pari ad A, che diventa dunque il valor medio della v.a. estratta da x(t). La fig. 14.15-a) rappresenta la d.d.p. delle v.a. x ed y estratte dai processi x(t) e y(t), mostrando anche le curve di livello (vedi § 6.5) della gaussiana bidimensionale risultante.
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Figure 14.15 v.a. gaussiana
bidimensionale in coordinate polari
Consideriamo ora che la sinusoide s(t), quando presente, può in realtà avere una fase φ qualsiasi, e dunque come discusso al § 13.1.2.3 il piano (x, y) ruota dello stesso angolo φ, causando la traslazione della d.d.p. bidimensionale della stessa quantità, come illustrato in fig. 14.15-b). Dunque la differenza tra quando s(t) è presente o meno consiste nello scostamento dall’origine del valor atteso della gaussiana, in qualsiasi direzione, e per questo in ingresso al comparatore di fig. 14.14 viene posta la grandezza ρ = x2 + y2, che è a sua volta una v.a., ed il cui valore viene rapportato alla soglia λ.
Allo scopo di valutare la d.d.p. della v.a. ρ ovvero del modulo dell’inviluppo complesso demodulato z = x + jy e dunque poter individuare λ secondo il criterio di massima verosimiglianza (§ 6.6.2.1), applichiamo i risultati ottenuti al § 6.4.2 sulle trasformazioni di v.a. , in modo da passare dalla rappresentazione cartesiana z = x + jy a quella polare z = ρe jφ , come rappresentato in fig. 14.15-c). Definiamo dunque la trasformazione in oggetto, assieme alle rispettive funzioni inverse, come
(14.98)
ρ = x2 + y2 φ = arctan yx         x = ρ cos φ y = ρ sin φ
e mostriamo che, nei due casi di segnale assente o presente, la v.a. ρ assume rispettivamente la d.d.p. di Rayleigh oppure quella di Rice.
Variabile aleatoria di Rayleigh
In assenza di segnale, x ed y sono due v.a. gaussiane indipendenti, a media nulla e uguale varianza σ2, la cui d.d.p. congiunta si ottiene[697]  [697] Vedi anche il § 6.5.1. Basta moltiplicare: pX(x)pY(y) = 12πσexp − x22σ212πσexp − y22σ2 come prodotto delle d.d.p. marginali, e vale
(14.99)
pX, Y(x, y) = 12πσ2 exp− x2 + y22σ2
La pP, Φ(ρ, φ) viene quindi calcolata come prescritto dalla (10.135) di pag. 1, valutando[698]  [698] Il calcolo dei due termini si esegue come
pX, Y(x(ρ, φ), y(ρ, φ)) = 12πσ2 exp − ρ2(cos2φ + sin2φ)2σ2 = 12πσ2 exp − ρ22σ2
|J(x, y ⁄ ρ, φ)| = ||| xρ xφ yρ yφ ||| = ||| cosφ  − ρsinφ sinφ ρcosφ ||| = ρ(cos2φ + sin2φ) = ρ
le espressioni per pX, Y(x(ρ, φ), y(ρ, φ)) e |J(x, y ⁄ ρ, φ)|, e ottenendo così
pP, Φ(ρ, φ) = ρ2πσ2 exp − ρ22σ2   con  0  < ρ <   − π  < φ <  π
Le d.d.p. marginali pP(ρ) e pΦ(φ) si ottengono quindi saturando[699]  [699] Svolgiamo il calcolo solo per la prima relazione:
pP(ρ) = π − πpP, Φ(ρ, φ)dφ = ρ2πσ2exp − ρ22σ2π − πdφ = ρσ2exp − ρ22σ2
la d.d.p. congiunta rispetto all’altra variabile, in modo da ottenere
(14.100) pP(ρ) = ρσ2 exp − ρ22σ2     con ρ ≥ 0;       pΦ(φ) = 12π    con −π < φ ≤ π
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Figure 14.16 Densità di probabilità di Rayleigh
L’espressione di pP(ρ) in (14.100) prende nome di d.d.p. di Rayleigh, graficata in fig. 14.16, mentre il valor medio e la varianza della v.a. ρ valgono rispettivamente
(14.101) mP = σπ2 e σ2P = σ22 − π2
E’ inoltre possibile mostrare[700]  [700] Dato che ddρexp − ρ22σ2 = − ρσ2exp − ρ22σ2, si ottiene
λρσ2e − ρ22σ2dρ = − λ − ρσ2e − ρ22σ2dρ =    −  e − ρ22σ2 λ = e − λ22σ2
che per la v.a. di Rayleigh vale la proprietà
(14.102)
Pr{ρ > λ} = λpP(ρ)dρ = exp − λ22σ2
Il valore (14.102) può rappresentare la probabilità di mancare un bersaglio per una distanza superiore a λ, considerando gli errori di puntamento orizzontale e verticale entrambi gaussiani, indipendenti, a media nulla ed uguale varianza.
Variabile aleatoria di Rice
Consideriamo ora il caso in cui il tono s(t) sia presente, e senza perdita di generalità assumiamo che abbia fase φ = 0 in modo che la trasformazione (14.98) possa ancora essere applicata considerando, al posto di x, una v.a. x, sempre gaussiana con varianza σ2, ma ora con media pari ad A, ovvero la componente in fase di s(t). In questo caso il prodotto tra le d.d.p. marginali si scrive come[701]  [701] Infatti in questo caso risulta
pX(x)pY(y) = 12πσexp − (x’ − A)22σ212πσexp − y22σ2
(14.103)
pX’, Y(x’, y) = 12πσ2 exp − (x’ − A)2 + y22σ2
e l’operazione di cambio di variabile porta[702]  [702] Sostituendo nell’esponente della (14.103) x’ = ρcosφ e y = ρsinφ, si ottiene
(x’ − A)2 + y2 = ρ2cos2φ + A2 − 2ρAcosφ + ρ2sin2φ = ρ2 + A2 − 2ρAcosφ
Osservando ora che il giacobiano della trasformazione ha un valore pari a ρ anche in questo caso, otteniamo
pP, Φ(ρ, φ)  =  pX’, Y(x(ρ, φ), y = y(ρ, φ))|J(x’, y ⁄ ρ, φ)|  =  ρ2πσ2 exp − ρ2 + A22σ2expρAcosφσ2
A questo punto la saturazione della d.d.p. congiunta, operata eseguendo pP(ρ) = π − πpP, Φ(ρ, φ)dφ, determina il risultato (14.104).
alla d.d.p. pP(ρ) detta di Rice, che ha espressione
(14.104)
pP(ρ) = ρσ2 exp− ρ2 + A22σ2 I0ρAσ2      per  ρ ≥ 0
dove I0(z) = 12π 2π0 ezcosφdφ è la funzione modificata di Bessel del primo tipo ed ordine zero[703]  [703] Anche nella figura a pag. 1 si parla di funzioni di Bessel Jn(x), ma queste modificate sono in relazione a quelle, come In(x) = j − nJn(jx) - vedi
https://it.wikipedia.org/wiki/Armoniche_cilindriche.
, la cui espressione non ne permette il calcolo in forma chiusa, ma che può essere approssimata come I0(z) ~  ez24  per z≪1, e come I0(z) ~ ez2πz per z≫1.
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Figure 14.17 Densità di probabilità di Rice con σ = 1 (a sin) e coppia di gaussiane bidimensionali a varianza unitaria, la prima a media nulla, la seconda centrata in (5,0) (a ds)
Nella parte sinistra di fig. 14.17 è mostrato l’andamento di pP(ρ) con σ = 1 e tre diversi valori di A, in modo da poterlo confrontare con quello della seconda curva per la d.d.p. di Rayleigh alla fig. 14.16, ottenuta per lo stesso valore di σ. Notiamo infine che per A = 0 si torna al caso di Rayleigh, mentre per valori crescenti di A l’andamento della d.d.p. di Rice approssima sempre più quello di una gaussiana. Nella parte a destra di fig. 14.17 sono invece raffigurate le gaussiane bidimensionali che danno luogo alle distribuzioni di Rayleigh e di Rice.

14.4.2 Detezione incoerente di sinusoide nel rumore

Come fatto osservare nella discussione di fig. 14.15, se il segnale s(t) si presenta con una fase φ ≠ 0 ovvero s(t) = Acos(ω0t + φ), il piano dell’inviluppo complesso ruota dello stesso angolo, ed è per questo motivo che abbiamo scelto il modulo ρ dell’inviluppo complesso come grandezza su cui operare la decisione, di cui abbiamo trovato la d.d.p. per i casi di segnale assente e presente.
Compromesso tra banda di ricerca e probabilità di detezione
Prima di procedere osserviamo che qualora la frequenza di s(t) fosse pari a f = f0 + Δf, l’inviluppo complesso z = x + jy ruoterebbe con velocità angolare 2πΔf, ma il suo modulo ρ resterebbe costante e pari ad A, dando luogo anche in questo caso alla d.d.p. di Rice. Ciò consente l’adozione dello schema di fig. 14.14 per la ricerca di una sinusoide che cade entro tutta la BN del filtro di ingresso; d’altra parte, all’aumentare di BN aumenta anche la potenza σ2 del rumore, causando come vedremo tra breve un peggioramento delle prestazioni del decisore.
Definizione del problema
Analizziamo i risultati fin qui ottenuti nell’ottica della decisione di ipotesi statistica (§ 6.6.1), allo scopo di definire il criterio con cui scegliere la soglia di decisione λ da utilizzare nello schema di fig. 14.14.
Il caso di segnale assente (in cui la v.a. di osservazione ρ ha d.d.p. di Rayleigh) viene quindi indicato come ipotesi H0, mentre quello in cui s(t) è presente ipotesi H1 (e ρ ha d.d.p. di Rice). In entrambi i casi la dinamica dei valori di ρ è direttamente legata (attraverso le (14.100) e (14.104)) alla potenza di rumore in ingresso σ2 = N0BN, pari a quella delle c.a. di b.f. νc(t) e νs(t), mentre per quanto riguarda il valor medio di ρ, nell’ipotesi H0 si ha mρ = σπ2 (eq. (14.100)), e per H1 risulta mρ → A quando Aσ.
Decisione di massima verosimiglianza
figure f5.31.png
Figure 14.18 Posizione della soglia
per il decisore di massima verosimiglianza
In figura 14.18 oltre alle d.d.p. condizionate alle ipotesi p(ρ ⁄ H0) e p(ρ ⁄ H1) e calcolate per σ = 1 ed A = 4, viene mostrato anche il valore λML[704]  [704] Il valore di λML va calcolato per via numerica una volta noti σ ed A. per cui esse si intersecano ovvero p(ρ ⁄ H0)|ρ = λML = p(ρ ⁄ H1)|ρ = λML, e la regola di decisione p(ρ ⁄ H1)p(ρ ⁄ H0) H1H0 1 che ne consegue corrisponde al criterio di massima verosimiglianza (§ 6.6.2.1), attuato nella forma ρλML H1H0 1 ovvero ρ H1H0 λML.
Probabilità di errore
A seguito della decisione si possono verificare i due tipi di evento di errore
rispettivamente pari alle aree colorate in celeste e giallo di fig. 14.18. Osserviamo quindi che la scelta λ = λML risulta ottima qualora non sussistano costi per i due tipi errori Pfa e Pp (vedi sotto), e le probabilità a priori di H0 ed H1 siano uguali. Infatti in tal caso la probabilità di errore complessiva
(14.105)
Pe = Pr(H0)Pr(e ⁄ H0) + Pr(H1)Pr(e ⁄ H1) = 12 Pfa + 12 Pp
risulta minima, dato che spostando λ a destra o sinistra rispetto a λML, una delle due aree aumenta più di quanto non diminuisca l’altra.
Calcolo della soglia Tutto bello, ma volendo ottenere il valore di λML, come si fa? La condizione che per ρ = λML risulti p(ρ ⁄ H0) = p(ρ ⁄ H1) comporta l’uguaglianza tra le d.d.p. di Rayleigh (14.100) e di Rice (14.104), ovvero
ρσ2 exp− ρ22σ2 = ρσ2 exp− ρ2 + A22σ2 I0ρAσ2
figure BesselI_plot.png
Figure 14.18 Posizione della soglia
per il decisore di massima verosimiglianza
da cui con alcuni passaggi si ottiene
expA22σ2 = I0ρAσ2
Una volta noti i valori di A e σ il primo membro è un numero, e dunque per via numerica si trova il valore di λML = ρ che rende il secondo membro pari al primo.
Decisione Bayesiana
Qualora si conoscano i valori di Pr(H0) e Pr(H1) e questi siano diversi da 12, ponendo λ = λML la (14.105) non è più minimizzata. In tal caso la soglia ottima viene invece stabilita secondo il criterio di massima probabilità a posteriori o map, vedi § 17.1.2, ovvero scegliendo l’ipotesi Hi la cui probabilità a posteriori p(Hi ⁄ ρ) è massima. Applicando il teorema di Bayes (§ 6.1.4) si ottiene p(Hi ⁄ ρ) = p(ρ ⁄ Hi)Pr(Hi)p(ρ) e dunque la regola di decisione diviene
(14.106)
p(H1 ⁄ ρ)p(H0 ⁄ ρ) = p(ρ ⁄ H1)Pr(H1)p(ρ ⁄ H0)Pr(H0)  H1H0 1     ovvero     p(ρ ⁄ H1)p(ρ ⁄ H0)  H1H0  Pr(H0)Pr(H1)
che nel caso di ipotesi equiprobabili Pr(H0) = Pr(H1) degenera nel criterio di ml.
Costo delle decisioni
Allarghiamo ora il campo di applicazione della decisione statistica a situazioni in cui può essere associato un differente costo ai due tipi di errore, così come si può associare un guadagno all’evento di decisione corretta (o detezione) la cui probabilità Pd = λp(ρ ⁄ H1)dρ è misurata dall’area verde in fig. 14.18. Ad esempio, nell’ambito del telerilevamento si tenta di massimizzare la probabilità di detezione a spese di quella di falso allarme[705]  [705] A meno che decidere per H1 non possa provocare danni collaterali documentabili dai media., mentre in campo medico si tende a preferire un falso allarme, piuttosto che trascurare l’importanza di un sintomo o referto. In questi casi nella 14.106 compare un altro termine[706]  [706] Vedi ad es. http://webuser.unicas.it/tortorella/TTII/PDF2003/decisione_bayes.pdf che tiene conto dei costi associati alla decisione, in modo da preferire uno dei due tipi di errore rispetto all’altro.
Criterio di Neyman-Pearson
In alcuni casi la probabilità a priori Pr(H1) che il segnale sia presente non è nota in quanto l’evento è di natura sporadica, e noi lì, in attesa che si verifichi. Un possibile approccio è allora quello di fissare la Pfa massima tollerata, e quindi tentare di massimizzare la prob. di detezione Pd, come avviene adottando il criterio di Neyman-Pearson[707]  [707] Vedi ad es. https://en.wikipedia.org/wiki/Neyman-Pearson_lemma, sulla cui descrizione non ci addentriamo.
Decisore per SNR elevato
Torniamo ad investigare sulla applicazione del criterio di massima verosimiglianza, la cui soglia di decisione λML può essere fissata una volta nota l’ampiezza A della sinusoide e la deviazione standard σ del rumore; a volte però tali grandezze non sono note, se non a grandi linee!
In particolare, qualora sia noto solamente che Aσ≫1 e dunque in presenza di una ampiezza A ≳ 10σ ben maggiore della dinamica del rumore[708]  [708] Un modo di ricondursi a questo caso è quello di diminuire la banda del filtro di ingresso, riducendo così σ2 = N0BN. In questo modo però, come osservato a pag. 354, si riduce l’intervallo di frequenza Δf che può essere analizzato., notiamo che all’aumentare di Aσ le curve di fig. 14.18 si allontanano ma non cambiano larghezza, ed il valore di λML si avvicina (da destra) ad A2. Ponendo quindi λ = A2 e sostituendo le espressioni di Rayleigh (14.100) e di Rice (14.104) per le d.d.p. condizionate in quella (14.105) della Pe, otteniamo
(14.107)
Pe = 12 A2 ρσ2 exp− ρ22σ2dρ + 12 A20 ρσ2 exp − ρ2 + A22σ2 I0ρAσ2 dρ
Per ciò che riguarda il primo termine, applicando il risultato (14.102) si trova il valore
A2 ρσ2 exp− ρ22σ2 dρ = exp− A28σ2
Per il secondo termine, osserviamo che il suo valore è ben più piccolo del primo (si veda la figura 14.18 tracciata per A = 4, o le considerazioni riportate al § 14.5.1), e quindi può essere trascurato, fornendo in definitiva
(14.108) Pe12 exp− A28σ2
per Aσ ≫ 1. Ricordando ora che A22 rappresenta la potenza della sinusoide, e che σ2 è la potenza del rumore, il risultato trovato ha una immediata interpretazione in termini di SNR = A2 ⁄ 2σ2:
(14.109) Pe12 exp− SNR4
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