Sezione 16.11: Sincronizzazione Su Capitolo 16: Modulazione numerica Capitolo 17: Capacità e codifica di canale 

16.12 Appendici

16.12.1 Ortogonalità tra simboli sinusoidali

Al § 16.5.1 si è introdotta la modulazione fsk ortogonale, e nelle note è iniziata la discussione relativa alla condizione di ortogonalità tra la forma d’onda sinusoidale di durata Ts ricevuta, e quella prodotta al ricevitore come ingresso ai correlatori di un banco. Prendiamo pertanto ora in considerazione segnali del tipo
sk(t) = cos [2π(f0 + k ⋅ Δ)t + φk] con k  intero
separati da un intervallo di frequenza Δ, in cui è inclusa una differenza (o errore) di fase aleatorio φk tra le forme d’onda, in modo da esaminare le differenze tra il caso di modulazione coerente ed incoerente, ovvero con φk = 0 ∀k, oppure φk v.a. incorrelate uniformi tra 0 e 2π.
Iniziamo dunque con lo sviluppare l’espressione dell’integrale di intercorrelazione tra due di questi segnali
ρ = Ts0sn(t)sm(t)dt = Ts0cos [2π(f0 + mΔ)t] cos[2π(f0 + nΔ)t + φ] dt
che quando si annulla indica la condizione di ortogonalità. Facendo uso della relazione cosα cosβ = 12 [cos(α + β) + cos(α − β)] e riferendoci per semplicità al caso di due frequenze contigue (ponendo m = 0 ed n = 1) si ottiene
(21.75) ρ(Δ, φ)  =  12 Ts0cos[2π(2f0 + Δ)t + φ]dt + 12 Ts0cos[2πΔt − φ]dt
Verifichiamo che il primo integrale della somma assume un valore nullo indipendentemente da φ quando 2f0 + Δ = kTs, poiché in tal caso in un intervallo Ts entrano un numero intero k di periodi, ed il coseno ha valor medio nullo. Concentriamoci allora sul valore di Δ che annulla anche il secondo integrale, che riscriviamo facendo uso della relazione cos(α − β) = cosα cosβ + sinα sinβ:
(21.76) Ts0cos(2πΔt − φ)dt =   =  Ts0[ cos(2πΔt) cosφ + sin(2πΔt) sinφ ] dt =   =  sin(2πΔt)2πΔ||Ts0 ⋅ cosφ −  cos(2πΔt)2πΔ||Ts0 ⋅ sinφ =   =  Tssin(2πΔTs)2πΔTs ⋅ cosφ + 1 − cos(2πΔTs)2πΔTs ⋅ sinφ
Osserviamo ora che qualora φ = 0 (coerenza di fase) il secondo termine della (21.76) si annulla per qualunque Δ. Se a questo punto esaminiamo solamente il primo termine, individuiamo le condizione di ortogonalità sul valore di Δ per il caso di
Modulazione coerente
Quando φ = 0 il termine sin(2πΔTs)2πΔTs =  sinc(Ts) della (21.76) si annulla per Δ = k2Ts, e quindi la minima spaziatura tra portanti risulta Δ = 12Ts = fs2; pertanto, le frequenze utilizzate dovranno essere del tipo f0 + kfs2.
Per fare in modo che anche il primo termine della (21.75) si annulli deve sussistere la relazione già osservata 2f0 + Δ = kTs = kfs, sostituendo nella quale il vincolo Δ = fs2 appena trovato fornisce
2f0 + Δ = 2f0 + fs2 = kfs
a cui corrisponde la la condizione
f0 = fs2k − 14
ossia f0 deve essere scelta come uno tra i valori 14fs,  34fs,  54fs,  74fs, …, il che significa che la portante di riferimento f0 da cui partire deve essere essa stessa ortogonale alle frequenze che codificano i simboli: infatti in tal modo ogni termine della serie dista dall’altro[915]  [915] Infatti 14 + 12 = 34, 34 + 12 = 54 .... per una frequenza pari a fs2, coincidente con il valore Δ necessario a che le frequenze di segnalazione siano ortogonali.
La parte sinistra della figura 16.66 quindi rappresenta, disegnate in un intervallo pari a Ts, sia le portanti f0 che possono essere usate, sia le prime frequenze fk = k ⋅ Δ che è possibile adottare per un modulazione fsk coerente basata sul valore minimo di f0 pari a 14fs[916]  [916] Possiamo notare come la spaziatura tra le frequenze di segnalazione di fs2 fa si che due forme d’onda con una differenza di frequenza nΔ = nfs2 accumulino in un intervallo Ts una differenza di fase di nπ, ovvero un numero intero di semiperiodi. .
figure f10.19.png
figure f10.191.png
Figure 16.66 Forme d’onda ortogonali nei casi di modulazione coerente ed incoerente
Nel caso in cui f0 non assuma uno dei valori individuati il primo termine di (21.75) non si annulla, ma se f01Ts, risulta trascurabile rispetto al secondo. Pertanto, se f0fs la scelta di f0 non è più determinante.
Modulazione incoerente
In questo caso si ha φ ≠ 0. In generale la (21.76) presenta entrambi i termini; mentre il primo (come già osservato) si annulla per Δ = k2Ts, il secondo invece è nullo solo se Δ = kTs. Questa circostanza determina il risultato che quando φ ≠ 0 i segnali sk(t) sono ortogonali purché la spaziatura tra portati sia doppia della precedente, e pari cioè a Δ = fs.
Torniamo ad esaminare la (21.75): ora il suo primo termine si annulla se 2f0 + Δ = 2f0 + fs = kfs, che determina la condizione
f0 = fsk − 12
ossia f0 = 0, 12fs, fs, 32fs, …. Notiamo come la spaziatura fs2 tra i possibili valori per la portante di riferimento f0 sia identica al caso precedente, mentre la spaziatura necessaria alle frequenze di segnalazione fk = k ⋅ Δ è raddoppiata. La circostanza che ora sia ammessa anche una “portante a frequenza nulla” consente quindi di tracciare la parte destra della figura 16.66, che mostra le prime frequenze di segnalazione che è possibile adottare per una modulazione fsk incoerente basata sul valore minimo di f0 = 0.
Verifica grafica
In figura 16.67 è mostrato il risultato del prodotto di due frequenze distanti fs2 e calcolate in assenza di errore di fase (a sinistra) e con un errore di fase pari a φ = π2. Si può notare come in questo secondo caso si perda l’ortogonalità tra i segnali, essendo il risultato prevalentemente negativo.
figure f10.192.png
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Figure 16.67 Prodotto di due frequenze ortogonali distanti fs2 in assenza di errore di fase (a sn) e con errore pari a φ = π2 (a ds)

16.12.2 Prestazioni della modulazione OFDM

Il calcolo della Pe per bit accennato al § 16.8.5 si basa su quello relativo alle probabilità di errore Pen condizionato alle singole portanti. Dato che la portante n-esima trasporta Mn bit/simbolo, la probabilità che un bit generico provenga dalla portante n-esima risulta pari a Pr(n) = MnM e quindi la probabilità che sia errato è pari a
(21.77) Pe = − 1n = 0Pr(n)Pe ⁄ n = 1M− 1n = 0MnPen

16.12.2.1 Calcolo della Pe per portante

Per determinare il valore di Pen per la portante n-esima si applica il risultato trovato al § 16.3.1 per la modulazione qam, che esprime Pen in funzione del numero di livelli Ln = 2Mn e del rapporto EbN0n per tale frequenza. Ma l’eq. (21.47) è ricavata considerando la densità di potenza del rumore in ingresso al ricevitore limitata da un filtro con banda pari a quella del segnale qam, mentre ora tale filtro lascia passare l’intera banda NΔ occupata dal segnale ofdm, e quindi occorre valutare l’effetto prodotto da questo rumore sui valori an ottenuti mediante fft. Inoltre, vorremmo pervenire ad un risultato valido anche in presenza di rumore non bianco, e/o di una distribuzione di potenza sulle portanti non uniforme. Pertanto, al posto del rapporto EbN0 che compare nella (21.47) utilizziamo ora il rapporto SNRn tra la quota di potenza di segnale che raggiunge l’n-esimo decisore, e la varianza (dovuta al rumore) della v.a. an su cui si basa tale decisione, ottenendo così[917]  [917] La (21.78) può essere derivata dalle (21.46) e (21.47) considerando EnbNn0 = SNRnlog2Ln, ovvero invertendo l’eq. (21.16) SNR = EbN0 2log2L(1 + γ) con γ = 0 e notando che a differenza del caso di banda base, per segnali am la banda (e la potenza di rumore) raddoppia. Ma se questa è una spiegazione troppo sintetica, ripercorriamo tutti i passaggi.
Partiamo dalla probabilità di errore condizionata (21.10) Pδ =  erfcΔ22σN(L − 1) del caso di multilivello di banda base, ed osserviamo che per un impulso rettangolare g(t) = rectT0(t) la (21.12) si modifica in PR = Δ212 L + 1L − 1 in quanto PR = PR(f)df = σ2A|G(f)|2T0df dove σ2A = Δ212 L + 1L − 1 come ottenuto al § 15.8.1, mentre |G(f)|2df = T20sinc2(fT0)df = T0 (vedi nota 858).
In tal modo, eseguendo i passaggi di cui alla nota 758 a pag. 15.4 otteniamo Pδ =  erfc{12 PR(L − 1)(L + 1)22σn(L − 1)} =  erfc{32 1L2 − 1SNR} che conduce alla (21.78) ricordando che per il qam ogni ramo ha L livelli, e che eseguendo il valore atteso rispetto alle probabilità dei simboli si ottiene Pe(bit) = 1 − 1LPδ (vedi eq. (21.11)).
(21.78)
Pe ⁄ n = 2log2 Ln Pαn     in  cui    Pαn = 1 − 1Ln erfc32 SNRn1Ln − 1
ed in cui Pαn esprime la probabilità di errore su di uno dei rami (in fase od in quadratura) della n-esima costellazione qam con Ln punti, che rappresentano gruppi di bit secondo la codifica di Gray. Per il calcolo di
SNRn = PcRnPcNn = PsRnPsNn = 12 PRn12 PNn = PRnPNn
osserviamo che la potenza PRn dell’inviluppo complesso del segnale ricevuto sulla portante n-esima è pari a
PRn = 2 PRn = 2 T0T αn P
in cui P è la potenza totale ricevuta, e αn = PnP è la frazione di potenza assegnata alla n-esima portante. Resta quindi da determinare PNn.

16.12.2.2 Potenza di rumore per portante

Per quanto riguarda PNn, si tratta di applicare la (21.65) alla sequenza {( − 1)hn(hTc)} dei campioni dell’inviluppo complesso del rumore, e determinare il valore
PNn = E{(Nn)2} = σ2Nn     in  cui     Nn = 1N N− 1h = 0( − 1)hn(hTc)e −j2πhNn
tenendo conto del fatto che i valori n(hTc) sono a media nulla, che (con n fissato) la fft ne effettua una combinazione lineare con coefficienti e −j2πhNn, e che essendo n(t) ergodico è possibile scambiare medie temporali e di insieme. Sviluppando
(Nn)2 = NnN * n = 1N2 N− 1h = 0 N− 1k = 0( − 1)h − kn(hTc)n*(kTc)e −j2πh − kNn
e tenendo conto che
E{( − 1)h − kn(hTc)n*(kTc)} = e jπ(h − k)RN((h − k)Tc)
otteniamo[918]  [918] La riduzione da due ad una sommatoria si ottiene scrivendo esplicitamente tutti i termini della doppia sommatoria, e notando che si ottiene per N volte lo stesso termine RN(0), N − 1 volte i termini
                          RN(Tc)e jπe −j2π1Nn        e         RN( − Tc)e −jπe j2π1Nn
N − 2 volte quelli RN(2Tc)e j2πe −j2π2Nn    e      RN( − 2Tc)e −j2πe j2π2Nn, e così via.
(21.79) PNn  =  1N2 N− 1h = 0 N− 1k = 0RN((h − k)Tc)e jπ(h − k)e −j2πh − kNn =   =  1N N− 1m = − (N − 1)N − |m|N RN(mTc)e j2πmTc2Tce −j2πmNn =   =  1N N− 1m = − (N − 1)z(m) e −j2πmNn
in cui l’ultima riga semplifica l’espressione introducendo la sequenza {z(m)} di lunghezza N, che si ottiene campionando
(21.80) z(t) = 1 − |t|NTc RN(t) e j2πt2Tc
agli istanti t = mTc con Tc = 1NΔ. Mostriamo ora come, per N sufficientemente elevato, la (21.79) possa essere calcolata in funzione dei campioni di Z(f) = F {z(t)}, ed in particolare di come risulti
PNn ≃ Δ ⋅ Z(f)|f = nΔ ≃ 4Δ ⋅  PN(fn)
Analizzando i termini che compaiono in (21.80), osserviamo che il prodotto RN(t)e j2πt2Tc ha trasformata pari a PN(f), traslata in frequenza di − 12Tc = − NΔ2, ovvero
F {RN(t) e j2πt2Tc} = PNf − NΔ2
mentre il termine 1 − |t|NTc =  tri2NTc(t) =  tri2Δ(t) possiede come noto trasformata F { tri2Δ(t)} = 1Δ sinc2fΔ; pertanto per N elevato il prodotto z(t) = RN(t)e j2πt2Tctri2Δ(t) ha trasformata
Z(f) = PNf − NΔ2 * 1Δ sinc2fΔPNf − NΔ2
avendo approssimato 1Δ sinc2fΔ come un impulso di area unitaria, per NΔ grande rispetto a Δ.
Dato che PN(f) è limitato in banda tra ± NΔ2, allora Z(f) è limitato in una banda compresa tra f = 0 ed f = NΔ, e z(t) è perfettamente rappresentato dai suoi campioni z(m) = z(mTc) che compaiono nella (21.79); in particolare, per N sufficientemente elevato si ottiene che
PNn  =  1N N− 1m = − (N − 1)z(m)e −j2πmNn ≃ Δ ⋅ Z(f)|f = nΔ =   =  Δ ⋅ PNnΔ − NΔ2 = Δ ⋅ PNΔn − N2 =   =  4Δ ⋅ P + Nf0 + Δn − N2 = 4Δ ⋅ PN(fn) = 2Δ ⋅ N0(fn)
(passaggi alla nota[919]  [919] Se campioniamo z(t) con periodo Tc = 1NΔ, il segnale Z(f) = m = −∞Z(f − mNΔ) non presenta aliasing (vedi figura),
figure f10.235.png
ed il passaggio di z(t) = m = −∞z(mTc)δ(t − mTc) attraverso un filtro di ricostruzione   H(f) = 1NΔ rectNΔf − NΔ2 restituisce il segnale originario. Scriviamo pertanto
z(t) = z(t) * h(t) = m = −∞z(mTc)δ(t − mTc)* sinc(NΔt)e jπNΔt
ed effettuiamone la trasformata:
Z(f)  =  F {m = −∞z(mTc)δ(t − mTc)}1NΔ rectNΔf − NΔ2  =  [m = −∞z(mTc)e −j2πmNΔf]1NΔ rectNΔf − NΔ2
che, calcolata alle frequenze f = nΔ con n = 0, 1, ..., N − 1 fornisce
Z(f)|f = nΔ = 1NΔ m = −∞z(mTc)e −j2πmNn
Se ora non disponiamo di tutti i campioni z(mTc), ma solo dei 2N − 1 valori con m = − (N − 1), ..., 0, 1, ..., N − 1, la relazione precedente si applica ad un nuovo segnale z(t) = z(t) ⋅ rect2NTc(t), fornendo
Z(f)|f = nΔ = 1NΔ N− 1m = − (N − 1)z(mTc)e −j2πmNn
   In virtù delle proprietà delle trasformate, risulta
Z(f) = Z(f) * F { rect2NTc(t)}Z(f) * δ(f) = Z(f)
in cui l’approssimazione è lecita per N elevato.
) in cui si è tenuto conto che PN(f) = 4 P+N(f + f0) e si è indicata la densità di potenza in ingresso come PN(f) = N0(f)2.

16.12.2.3 Prestazioni per portante

Siamo finalmente in grado di scrivere
SNRn  =  PRnPNn = 2 T0T αn P N0(fn) = T0T αnT0 PN0(fn) = T0T αnEsN0(fn) =   =  T0T αn EbMN0(fn) = T0T EbnEb EbMN0(fn) = T0T EbnMN0(fn)
avendo posto T0 P = Es = EbM pari all’energia di un simbolo di durata T0 = 1Δ, ed avendo riscritto αn = PnP come αn = EbnEb in modo da porre in evidenza la Ebn della portante n-esima. La Pe per portante risulta quindi
(21.81)
Pe ⁄ n = 2Mn 1 − 1Ln erfc32 T0TEbnN0(fn)MLn − 1

16.12.2.4 Caso di rumore bianco

Se PN(f) non dipende da f, possiamo scrivere
P + N(f) = N02 rectNΔ(f − f0)
e semplificare la (21.81) sostituendo ad N0(fn) la costante N0. In questo caso il risultato PNn = 2Δ ⋅  N0 può essere ottenuto direttamente dalla (21.79): risulta infatti
RN(t) = F −1{ PN(f)} = F −1{4 P+N(f + f0)} = 2 N0 NΔ sinc(NΔt)
e dunque RN(t) = 0 con t = mTc = mNΔ per m ≠ 0. Ciò in definitiva permette di scrivere
PNn = 1NRN(0) = 1N 2 N0 NΔ = 2Δ ⋅ N0

16.12.2.5 Confronto con la portante singola

Proviamo a verificare se la modulazione ofdm è vantaggiosa in termini di prestazioni rispetto ad una qam monoportante che trasporti il medesimo flusso binario fb, occupi la stessa banda, ed a parità di potenza impiegata.
Nel caso ofdm, considerando un tempo di guardia Tg = T − T0 nullo, in presenza di rumore bianco, e scegliendo un intervallo di simbolo T0 = 1Δ da cui derivare MOFDM = T0fb, si ottiene αn = 1 e dunque valori Ebn = αnEb = Eb uguali per le diverse portanti; pertanto la 21.81 diviene
POFDMe = Pe ⁄ n = 2MOFDM 1 − 1Ln erfc32 EbN0 1 MOFDMLn − 1
Nel caso qam a portante singola, considerando un impulso a coseno rialzato e roll-off γ = N − 1 si determina una occupazione di banda pari a B = fs(1 + γ) che, se eguagliata a quella del caso ofdm, fornisce fs = Δ = T0 e quindi MQAM = fbfs = MOFDM. Pertanto, visto il risultato del § 16.3.1 si ottiene
PQAMe  =  2MQAM 1 − 1L erfc32 EbN0 MQAML − 1  =  2MOFDM1 − 1L erfc32 EbN0 1 MOFDML − 1
che risulta identico a POFDMe qualora si noti che Ln = 2Mn = 2MOFDM e L = 2MQAM = 2MOFDM = Ln.

16.12.3 Allocazione ottima della potenza OFDM

Affrontiamo la derivazione della (21.69) fornita a pag, 1 come soluzione al problema di trovare la PR(f) che rende massima la quantità
(21.82) C = f ∈ Iflog21 +  PR(f)PN(f)df
con If = {f:  PR(f) > 0}, nel rispetto dei vincoli
f ∈ IfPR(f)df − PR = 0       e      PR(f) ≥ 0
che esprimono rispettivamente la limitazione sulla potenza totale PR a disposizione e la necessità che la densità di potenza PR(f) del segnale ofdm non sia negativa. Un problema di massimo vincolato siffatto viene tipicamente affrontato con la tecnica dei moltiplicatori di Lagrange (vedi 9.6.1) tranne che ora la presenza del vincolo di tipo disuguaglianza PR(f) ≥ 0 comporta alcune considerazioni aggiuntive, note come condizioni di Karush–Kuhn–Tucker[920]  [920] Vedi ad es. https://it.wikipedia.org/wiki/Condizioni_di_Karush-Kuhn-Tucker, i cui aspetti però non approfondiamo.
Scriviamo dunque la funzione lagrangiana (10.258) come
L(PR(f), λ)  =  ln 1 +  PR(f)PN(f) df + λ(PR(f)df − PR)  =  ln 1 +  PR(f)PN(f) + λPR(f) df − λPR
in cui si sono usati i logaritmi naturali anziché in base 2 dato che ciò comporta solamente una variazione di ampiezza e non inficia il procedimento di massimizzazione. Valutiamo quindi la derivata parziale
(21.83)
LPR(f)  =  11 +  PR(f)PN(f) 1 PN(f) + λ df =  1 PN(f) + PR(f) + λ df
in cui come al § 9.6.2 ci si è avvalsi della proprietà di derivata sotto il segno di integrale. Il massimo della capacità C (eq. (21.82)) si ottiene eguagliando (21.83) a zero, ovvero azzerando il termine tra parentesi quadre; per questa via otteniamo
PR(f) = − 1λ − PN(f)
ma, per rispettare i vincoli, scegliamo un valore μ = − 1λ > 0 tale che scrivendo
(21.84) PR(f) = max{0, μ − PN(f)}
si abbia sempre PR(f) ≥ 0 e risulti PR(f)df = PR. A questo punto è immediato riconoscere la (21.84) come una notazione alternativa delle (21.69) di pag. 1.
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