Sezione 21.7: Trasmissione MIMO - OFDM Su Capitolo 21: Sistemi multiantenna o MIMO Sezione 21.9: Appendice 

21.8 Single frequency network - SFN

Il caso della diffusione televisiva digitale terrestre dvb-t[1286]  [1286] Vedi ad es. https://en.wikipedia.org/wiki/DVB-T rientra nella casistica di un sistema miso in quanto prevede la ricezione da parte dell’apparecchio televisivo di segnali trasmessi da più antenne dislocate sul territorio, ognuna delle quali effettua una trasmissione ofdm
  1. centrata sulla stessa frequenza portante, i cui simboli
  2. contengono esattamente gli stessi bit e
  3. sono trasmessi esattamente allo stesso istante.
Notiamo come i requisiti 1) e 3) siano comuni a quelli necessari a realizzare il collegamento di uplink di un sistema mu-mimo (§ 21.7.3), conseguiti in tale contesto per mezzo dei protocolli di controllo peculiari dei relativi sistemi di accesso multiplo, che non abbiamo approfondito[1287]  [1287] In effetti nella trasmissione di uplink di un sistema mu-mimo il requisito 3) è ancora più stringente, dato che in tal caso è richiesto che i simboli trasmessi dagli ue arrivino alla bs allo stesso istante, cosa resa possibile dalla conoscenza della distanza tra ciascuno di essi e la bs; ciò non è possibile in un sistema broadcast, data la presenza di molteplici ricevitori ad antenna singola, al posto di una singola bs.. In questa sezione illustriamo invece come sia affrontato il problema per i sistemi di diffusione dvb-t, non prima però di aver discusso le differenze rispetto alla tecnica multiple frequency network (mfn) adottata dalla diffusione televisiva analogica.
Rete a frequenza multipla o mfn
La televisione analogica (§ 25.1) si basa sulla assegnazione di una diversa portante (o canale) a ciascuna emittente (o broadcaster), su cui trasmettere il proprio segnale con modulazione am-blr, tipicamente ricevuto dall’apparecchio tv mediante una antenna direttiva posta sul tetto ed orientata verso il ripetitore più vicino, dunque in condizione di visibilità. Nel caso di antenna indoor si verifica(va) di frequente la comparsa di immagini sdoppiate (dette ghost o fantasma[1288]  [1288] Vedi ad es. https://en.wikipedia.org/wiki/Ghosting_(television)) dovute all’insorgenza di cammini multipli, con conseguente ricezione di copie ritardate dello stesso segnale. La presenza di più ripetitori, necessari a coprire differenti regioni del territorio per le emittenti nazionali, richiede(va) quindi l’adozione di frequenze portanti differenti per ciascuna regione, pena la comparsa di ghost legati alla ricezione del segnale trasmesso (per la stessa emittente) dai diversi ripetitori, ognuno posto ad una differente distanza dalla tv, qualora utilizzanti la stessa portante.
Fantasmi televisivi ma non radiofonici Cogliamo l’occasione per investigare sul meccanismo di formazione dei ghost televisivi in una sfn: sono causati dalla sincronizzazione di quadro (§ 25.1.2) che l’apparecchio analogico consegue con riferimento al segnale più forte ricevuto. In virtù della linearità della am, la demodulazione della somma delle repliche produce un segnale di immagine (luminanza e crominanza) che è la somma delle relative immagini, sfalsate dei corrispondenti ritardi nel tempo di arrivo. Nel caso della radio am-bld-pi (§ 12.1.1.2) manca invece la necessità di sincronizzazione, la frequenza portante ridotta rende trascurabile la differenza di fase tra le repliche ritardate, e la minore occupazione spettrale rende trascurabile l’entità della distorsione lineare. Infine nella radio fm il pll del ricevitore (§ 12.3.2.1) si aggancia alla portante del segnale più forte.
Vantaggi di una sfn
Il vantaggio più evidente rispetto ad una mfn è una migliore efficienza spettrale, in quanto lo stesso programma diffuso via mfn in regioni limitrofe necessita di altrettanti canali radio, contro l’unico canale necessario con una architettura sfn. A questa considerazione si può aggiungere che mentre nel caso di tv analogica basata su mfn ogni emittente necessita di un proprio canale, nel dvb i canali radio sono usati per trasmettere interi transport stream mpeg o ts (§ 10.3.2.1), ognuno dei quali ospita un multiplex di elementary stream (§ 10.3.2) provenienti da più emittenti, che così condividono la medesima sfn e dunque un unico canale radio.
Un secondo vantaggio è indicato come network gain e consiste nel vantaggio tipico della trasmissione miso di poter sommare in modo coerente più repliche dello stesso messaggio, purché giunte nei limiti del tempo di guardia per come descritto appresso. A questo corrisponde una migliore qualità del segnale in termini di SNR, ovvero una minore criticità nei confronti della figura di rumore del ricevitore. I dispositivi che ne traggono maggior vantaggio sono i ricevitori mobili o nomadici, che non utilizzando antenne direttive possono facilmente trovarsi nelle condizioni di ricevere segnali da più fonti.
Tempo di guardia per una sfn
Come anticipato, la diffusione in una rete sfn si avvale di una trasmissione ofdm sincronizzata da parte dei diversi trasmettitori Txi,
figure snf-dist.png
Figure 21.29 Ricezione sfn: a) - tre trasmettitori a diversa distanza
dal ricevitore b) - tempo di guardia Tg somma di due ritardi massimi:
δτ del mutipath, e Δτ tra prima e ultima replica
che grazie all’inserimento del prefisso ciclico di durata Tg (o tempo di guardia, pag. 1) rende il ricevitore esente da interferenza intersimbolica qualora Tg sia maggiore del massimo ritardo legato al multipath (che indichiamo con δτ), sommato (vedi fig. 21.29) alla massima differenza dei ritardi Δτ con cui viene ricevuto il segnale trasmesso dalle antenne Txi.
Dalla formula τ = dc che fornisce il ritardo τ con cui si riceve un segnale radio trasmesso da una distanza d e che si propaga alla velocità c = 3 ⋅ 108 metri/sec si ottiene che per d = 100 metri τ ha un valore di 330 nsec, mentre per 100 Km si ottiene τ = 330 μsec: la scelta del valore di Tg impone quindi quello del massimo distanziamento tra antenne che prendono parte allo stesso sistema sfn.
Valori di Tg ≃ 200 μsec sono adeguati per le reti a diffusione nazionale con ripetitori distanziati di una cinquantina di Km, mentre reti di ambito regionale o locale possono adottare valori inferiori.
Legame tra Tg ed efficienza spettrale
Come illustrato in fig. 21.29, dalla somma delle repliche ricevute si individua una finestra di durata T0 secondi (il periodo principale) i cui campioni di inviluppo complesso vengono inviati (vedi fig. 21.26) al computo di una fft in grado di ri-ottenere i punti di costellazione con cui sono modulate le sottoportanti. A questo riguardo il sistema dvb-t prevede di poter operare nelle modalità dette 2k ed 8k[1289]  [1289] Le cui sigle non hanno nulla a che vedere con la qualità dell’immagine!, corrispondenti ad una fft di dimensione N pari a 2048 e 8192 (vedi tab. 21.2) di cui solamente un sottoinsieme di portanti sono attive ovvero effettivamente modulate (§ 16.8.2), in parte con dati di servizio[1290]  [1290] Come dati di servizio si intendono le portanti pilota di sincronizzazione in frequenza e nel tempo, di ausilio alla stima di canale, e che trasportano dati di segnalazione a riguardo (tra l’altro) del tipo di modulazione (m-qam con M = 4, 16   o 64) e di codifica di canale, parametri questi ultimi che determinano la velocità binaria conseguita dal flusso dati trasmesso, variabile in un intervallo da 5 a 31 Mbps., ed in larga misura con i dati relativi alla trasmissione[1291]  [1291] Che consistono nel transport stream mpeg che multiplexa le emittenti che prendono parte alla sfn, a cui sono stati applicati stadi di codifica di canale e di scrambling, vedi ad es. Lo standard DVB-T, Centro Ricerche RAI, da cui è anche tratta la tab. 21.2. Notiamo inoltre che i parametri di tab. 21.2 si riferiscono ad un distanziamento tra canali sfn (ovvero ts differenti) pari ad 8 MHz, mantenendo quindi una separazione (o banda di guardia) di 580 KHz tra due canali sfn.

modo 8k modo 2k
dimensione fft N 8192 2048
portanti attive (di cui dati) 6817 (6048) 1705 (1512)
periodo principale T0 896 μsec 224 μsec
intervallo tra portanti Δ = 1T0 1116 Hz 4464 Hz
banda occupata B = Δ 7.61 MHz
rapporto Tg/T0 1/4 1/8 1/16 1/32 1/4 1/8 1/16 1/32
durata Tg (μsec) 224 112 56 28 56 28 14 7
Table 21.2 Parametri di una trasmissione dvb-t per una canalizzazione di 8 MHz
Rimarchiamo ora il fatto che solamente la porzione di simbolo ofdm relativa al periodo principale (di durata T0) trasporta informazione, e dunque una volta determinato il valore Tg necessario a supportare le caratteristiche territoriali della sfn che si intende sviluppare è opportuno far si che la somma Tg + T0 sia la massima possibile, in quanto minore è il rapporto TgT0 e maggiore sarà l’efficienza del collegamento[1292]  [1292] Indicando con d il numero di portanti che trasportano informazione, con Rc il tasso di codifica fec, e con M il numero di bit/portante della costellazione adottata, se il tempo di guardia fosse nullo si otterrebbe una velocità fmaxb = dRcMT0. Dato però che il periodo di simbolo è pari a Ts = Tg + T0, la velocità si riduce a fb = fmaxbT0Tg + T0 e dunque l’efficienza è pari a η = T0Tg + T0 = 11 + TgT0. Con i valori di TgT0 in fig. 21.2 si ottiene η =  \strikeout off\xout off\uuline off\uwave off0.8, 0.88, 0.94 e 0.97., e dunque la velocità binaria effettivamente trasferita.
Sempre con riferimento alla tab. 21.2 osserviamo che, fissata la durata di T0 per le due modalità 8k e 2k, il numero delle possibili scelte per il rapporto TgT0 è ristretto a 4 alternative, ovvero 1/4, 1/8, 1/16 ed 1/32; in particolare, i valori più elevati di Tg (associati a ripetitori più distanti) sono possibili solo in modalità 8k. Per lo stesso motivo la modalità 2k, che impone l’uso di valori di Tg inferiori, può essere adottata solamente in regioni in cui la densità delle antenne è particolarmente elevata.
Rete di distribuzione e sincronizzazione in frequenza
Descriviamo per ultima la soluzione che si è adottata per soddisfare le condizioni elencate a pag. 1 e che permettono la realizzazione di una sfn, ovvero come fare in modo che le diverse antenne trasmettano allo stesso istante e frequenza simboli ofdm che contengono gli stessi bit. Questi ultimi fanno parte di un flusso di trasporto mpeg o ts (§ 10.3.2.1)[1293]  [1293] Costituito da una serie di pacchetti di 188 byte il cui contenuto è descritto dal campo pid presente nell’header, che può anche specificare un pacchetto nullo inserito per adattare la velocità variabile dei contenuti multimediali con quella fissa offerta dal canale a disposizione., che deve poi essere ulteriormente elaborato aggiungendo una protezione fec mediante due stadi di codifica di canale associati ad interleaving (§ 17.4.2.6). La trasmissione ofdm del risultato viene anche indicata come trasmissione cofdm (§ 16.8.10).
La soluzione cercata è ottenuta grazie all’adozione della architettura di fig. 21.30,
figure f-138-SFN-DVB-dist.jpg
Figure 21.30 Distribuzione ai ripetitori del segnale dvb-t mediante adattatori sfn
che centralizza la creazione del flusso di bit da trasmettere in un unico luogo e lo inoltra ai ripetitori che realizzano la sfn per mezzo di una differente rete di distribuzione, tipicamente in fibra ottica, oppure realizzata con ponti radio, o via satellite.
La sincronizzazione in frequenza tra le diverse antenne è conseguita grazie al comune utilizzo da parte delle antenne di una medesima sorgente esterna di sincronismo, come quella offerta dal segnale gps[1294]  [1294] Vedi https://it.wikipedia.org/wiki/Sistema_di_posizionamento_globale che provvede a fornire due riferimenti temporali, uno (detto pps o pulse per second) che scandisce intervalli di 1 secondo, e l’altro a 10 MHz che suddivide lo stesso secondo in 107 parti ovvero individua intervalli di 100 nanosecondi. Lo stadio di modulazione finale di ciascuna antenna può pertanto lavorare ad una frequenza ottenuta per sintesi digitale (§ 12.4.3) a partire dal comune riferimento a 10 Mhz.
Pacchetto mip e megaframe
Lo stesso segnale gps, ricevuto oltre che dalle antenne anche dal nodo di controllo, permette a quest’ultimo di orchestrare la sincronizzazione temporale dei simboli ofdm trasmessi (e del loro contenuto) grazie all’inserimento nel flusso mpeg di uno speciale pacchetto ts (con pid 0x15) denominato mega frame initialization packet o mip, contenente oltre ad un timbro temporale ottenuto con riferimento al pps e con risoluzione 100 nsec, anche le direttive a riguardo dei parametri per lo stadio fec e per il tipo di costellazione m-qam da applicare alle portanti.
L’inserimento del pacchetto mip avviene in un punto qualunque di una struttura sintattica denominata mega frame e che viene definita dallo sfn adapter del multiplexer, delimitando una sequenza di pacchetti ts che sono a loro volta contenuti in 8 frame[1295]  [1295] La definizione esatta di frame dvb-t trascende lo scopo di questa sezione, e verrà (forse) affrontata in una prossima edizione. Il lettore interessato può affrontare la lettura di ETSI EN 300 744 V1.6 - Digital Video Broadcasting (DVB); Framing structure, channel coding and modulation for digital terrestrial television dvb-t in modalità 8k (oppure in 32 frames in modalità 2k). La durata temporale di un megaframe dipende solamente dal rapporto TgT0 e dalla banda del canale, ma non da T0 né dalla scelta della costellazione o dal tipo di fec, variando tra circa 0.5 e 0.6 secondi per un canale di 8 MHz.
Sincronizzazione temporale
Dato che la rete di distribuzione presenta ritardi di attraversamento differenti per raggiungere le diverse antenne, la sincronizzazione temporale è ottenuta inserendo in un punto qualunque del megaframe m il pacchetto mip contenente (tra le altre) le informazioni
L’evento indicato come B alla figura seguente rappresenta l’arrivo
figure f-138-sfn-megaframe.png
del megaframe presso una delle antenne che prendono parte alla sfn, ed il valore Trec individua il ritardo con cui si verifica B rispetto al pps che precede l’inizio del megaframe. Il compito del SYNC system (mostrato in fig. 21.30) di ciascuna antenna della sfn è dunque quello di
In tal modo l’inizio della trasmissione del megaframe sarà lo stesso per tutte le antenne che partecipano alla sfn. Come anticipato, il mip convoglia anche altre informazioni, come il tipo di codifica fec e la costellazione da adottare: questi (eventualmente nuovi) parametri vengono inseriti nelle portanti pilota dei simboli ofdm utilizzati per trasmettere il contenuto del megaframe m + 1, e resi operativi a partire dal megaframe m + 2[1298]  [1298] Vedi ETSI TS 101 191 V1.4 - Digital Video Broadcasting (DVB); DVB mega-frame for Single Frequency Network (SFN) synchronization, in modo da permettere ai dispositivi riceventi di adattare a loro volta lo stadio di demodulazione alla nuova configurazione del modem ofdm.
Il sistema di diffusione dvb-t presenza molteplici aspetti qui solamente accennati o del tutto trascurati; il lettore interessato può approfondirli presso ETSI TR 101 190 V1.3 - Digital Video Broadcasting (DVB); Implementation guidelines for DVB terrestrial services; Transmission aspects.
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