Sezione 3.5: Moltiplicazione in frequenza e nel tempo Su Capitolo 3: Trasformata di Fourier e convoluzione Sezione 3.7: Treno di impulsi 

3.6 Derivazione ed integrazione nel tempo

Queste due proprietà sono di applicazione meno frequente, ma talvolta utile. In particolare, si verifica che le operazioni di derivata ed integrale di un segnale possono essere realizzate mediante il passaggio dello stesso attraverso un filtro, dato che derivata ed integrale nel tempo sono equivalenti a prodotti in frequenza, e quindi realizzabili come convoluzione del segnale con una appropriata risposta impulsiva.
Derivazione nel tempo
La trasformata Y(f) di un segnale y(t) = ddtx(t) è esprimibile in funzione della trasformata di x(t) come[127]  [127] La dimostrazione viene svolta per segnali di energia, applicando in modo diretto la regola di integrazione per parti [f(t)g(t)]dt = f(t)g(t) − [f(t)g(t)]dt:
F dx(t)dt = −∞dx(t)dte −j2πftdt =  x(t)e −j2πft|−∞ + j2πf −∞x(t)e −j2πftdt = j2πf X(f)
in quanto il termine x(t)e −j2πft|−∞ si annulla, dato che se x(t) è un segnale di energia, tende a zero per t → ∞.
(10.54)
Y(f) = F ddtx(t) = j2πfX(f)
e più in generale si ha F {dndtn x(t)} = (j2πf)nX(f). L’andamento del modulo dello spettro originario |X(f)| risulta pertanto esaltato alle frequenze più elevate, con legge proporzionale ad f, come risulta dal prodotto per 2π|f|. Osservando poi che il numero immaginario puro j2πf = 2πf e jπ2sgn(f) ha fase ± π2 con segno uguale a quello di f,
figure f3.16a.png
troviamo che la fase di X(f) subisce un incremento di π2 per frequenze positive, ed un eguale decremento per quelle negative. Pertanto, la derivata di un segnale corrisponde all’uscita di un filtro descritto dalla risposta in frequenza riportata a lato.
Esercizio Calcolare Y(f) = F {y(t)}, considerando y(t) = ddt x(t) e x(t) = cos2πf1t + cos2πf2t. Valutare poi y(t) = F −1{Y(f)} nel caso in cui f1 = 10 e f2 = 100 Hz.
Il doppietto Viene da chiedersi quale sia la risposta impulsiva h(t) di un filtro derivatore. Dato che per definizione h(t) rappresenta l’uscita corrispondente ad un ingresso impulsivo δ(t), evidentemente deve risultare h(t) = δ(t), ovvero pari alla derivata dell’impulso. ok, ma come è fatto δ(t), e perché viene detto doppietto ? Per rispondere occorre fare un passo indietro, e tornare a pensare l’impulso come una distribuzione, ad es. δ(t) = limτ → 0 1τ rectτ(t), e considerare che ddt rectτ(t) = δt + τ2 − δt − τ2 , ossia due impulsi di segno opposto, centrati in corrispondenza delle discontinuità[128]  [128] 
figure f3.16c.png
Se infatti valutiamo t−∞δθ + τ2 − δθ − τ2dθ con t > τ2, otteniamo due gradini ut + τ2 − ut − τ2, che combinati assieme, riproducono il rectτ di partenza.
. Pertanto risulta δ(t) = limτ → 0 1τ δt + τ2 − δt − τ2, ovvero due impulsi di area infinita e segno opposto, entrambi centrati in t = 0.
Integrazione nel tempo
Indicando il segnale integrale (o primitiva) come y(t) = t−∞x(θ)dθ, il legame tra integrale e derivata permette di scrivere[129]  [129] Essendo x(t) = ddt y(t), ed applicando la (10.54) otteniamo X(f) = j2πfY(f), da cui la (10.55).
(10.55) Y(f) = F {t −∞x(θ)dθ } = X(f)j2πf
figure f3.16b.png
In analogia alla derivata, la (10.55) rappresenta l’uscita di un filtro integratore con risposta in frequenza H(f) = − j12πf, che quindi esalta le frequenze più basse del segnale originario in accordo all’andamento iperbolico di |H(f)| = 12π|f|, mentre la fase arg{H(f)} = − π2 sgn(f) subisce una alterazione opposta al caso della derivata, dato che ora j ha cambiato segno.
Notiamo però che il risultato (10.55) manifesta la comparsa di una singolarità in f = 0 se X(0) ≠ 0: come mostrato a pag. 1, ciò corrisponde ad un segnale x(t) che sottende un’area non nulla, e quindi y(t) = t−∞x(θ)dθ non si azzera per t → ∞. In questo caso y(t) non è di energia, ed il calcolo della sua trasformata richiede qualche espediente[130]  [130] Si può giungere ad un risultato anche nel caso in cui X(0) ≠ 0, ricorrendo all’impulso δ(t). Occorre scrivere l’integrale di x(t) nella forma di una convoluzione con un gradino unitario u(t), cioè y(t) = t−∞x(θ)dθ = −∞x(θ)u(t − θ)dθ (si pensi alla costruzione grafica del § 3.4.3). Al § 3.8.6 si ricava che la trasformata del gradino vale U(f) = 1j2πf + 12δ(f), ed applicando la proprietà della trasformata della convoluzione si ottiene Y(f) = X(f)U(f) = X(f)j2πf + δ(f)2X(0) che è la formula più generale per l’integrazione, ed in cui l’ultimo termine scompare per segnali ad area nulla, riottenendo la (10.55)., che aggiunge ad H(f) = − j12πf il termine 12 δ(f), anch’esso mostrato in figura.
Esercizio  Trasformata di un triangolo. Consideriamo un segnale ad area nulla x(t) = rectTt  + T2  − rectTt  − T2 ed il suo integrale y(t) = t  − ∞x(θ)dθ = T tri2T(t) entrambi rappresentati in figura:
Trasformata di un triangolo
y(t) è nullo fino a t  <  − T, cresce linearmente fino a t  = 0, e quindi il contributo all’integrale dato dall’area del rect negativo torna ad annullarne il valore. Per calcolare la F -trasformata di y(t), calcoliamo prima quella di x(t), e poi applichiamo la proprietà dell’integrazione. Applicando la proprietà di traslazione nel tempo, scriviamo
X(f)  =  T ⋅ sinc(fT) ⋅ e +j2πfT2 − T ⋅ sinc(fT) ⋅ e −j2πfT2 =   =  Tsin(πfT)πfT ⋅ 2j sinπfT = j2 T sin2(πfT)πfT
Essendo x(t) ad area nulla, la trasformata del suo integrale si ottiene dividendo X(f) per j2πf, ovvero
Y(f) = j2Tj2πf sin2(πfT)πfT TT = T sin(πfT)πfT2 = (T sinc(fT))2
il cui andamento è mostrato in figura 3.18 . Da questo risultato consegue infine che F {tri2T(t)} = T sinc2(fT), come riportato al § 3.8.8.
figure f3.19.png
figure f3.20.png
Figure 3.18 Andamento di (T sinc(fT))2in scala lineare e logaritmica; T = 10.
Densità di energia del rettangolo
Lo stesso risultato mostrato nell’esempio può essere ottenuto per altra via, notando che il triangolo è il risultato della convoluzione di due rettangoli:
(10.56)
y(t) = Ttri2T(t) = rectT(t) * rectT(t)
Come verifica, si ripercorra la costruzione grafica riportata alla sezione 3.4.3. E’ quindi ora sufficiente applicare la proprietà del prodotto in frequenza, per ottenere:
(10.57)
Y(f) = F {Ttri2T(t)} = [F {rectT(t)}]2 = [Tsinc(fT)]2
Il risultato (10.57) è anche pari alla densità di energia Ez(f) di un segnale rettangolare z(t) = rectT(t): infatti per il teorema di Parseval (eq. (10.37)) si ha Ez(f) = Z(f)Z*(f), in cui Z(f) = F {rectT(t)} = Tsinc(fT), e pertanto
(10.58) Ez(f) = [Tsinc(fT)]2
Prima di terminare il capitolo, definiamo un nuovo importante tipo di segnale tuttofare.
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