3.1 Dalla serie alla trasformata
A pag.
1↑ abbiamo osservato come lo sviluppo in serie di Fourier possa essere applicato ad un segnale
limitato nel tempo, con il risultato che la formula di ricostruzione
x(t) = ∑∞n = −∞Xn e j2πnFt in tal caso rende
periodico il segnale originario. Se allo stesso tempo il periodo
fittizio T su cui sono calcolati i coefficienti
Xn = 1T ∫T⁄2 − T⁄2x(t) e −j2πnFtdt viene fatto tendere ad infinito,
le frequenze armoniche della serie di Fourier tendono ad avvicinarsi fino ad arrivare ad una distanza infinitesima; allo stesso tempo, il periodo del segnale antitrasformato tende anch’esso ad infinito, e dunque la ricostruzione nel tempo non è più periodica.
La
trasformata di Fourier è adatta a rappresentare segnali privi di struttura periodica, e da un punto di vista formale può essere vista come un
operatore funzionale che, applicato ad un segnale
x(t) funzione del tempo, ne individua
un secondo X(f) con valori complessi e funzione di variabile reale e continua, detta
frequenza ed indicata con
f; tale passaggio da tempo a frequenza viene rappresentato attraverso il formalismo
X(f) = F {x(t)}, indicando il segnale
trasformato con la stessa stessa lettera di quello di partenza, ma resa maiuscola. Dal punto di vista analitico la trasformata di Fourier è espressa come
e la sua esistenza è garantita per segnali
x(t) impulsivi (pag.
1↑) ovvero tali che
∫∞−∞|x(t)|dt < ∞, e per i quali le condizioni di Dirichlet (§
2.5.1↑) sono verificate nell’intervallo
t ∈ ( −∞, ∞). Dato che un segnale impulsivo è anche
di energia (vedi §
1.5↑), la
(10.31↑) è valida anche per segnali di energia. Vedremo al §
3.7↓ che, grazie ad operazioni di passaggio al limite, la trasformata di Fourier può essere definita anche per segnali periodici, e dunque di potenza.
Il passaggio inverso da
f a
t è detto
antitrasformata di Fourier, viene indicato come
x(t) = F− 1{X(f)}, e consente di ri-ottenere il segnale
x(t) di cui la
(10.31↑) ha calcolato la trasformata
X(f). Da un punto di vista analitico l’antitrasformata di Fourier è definita in modo del tutto simile alla
(10.31↑), ovvero
valida ovunque
x(t) sia continuo, mentre nelle discontinuità di prima specie fornisce il valore intermedio tra quelli limite destro e sinistro. Il risultato
X(f) della trasformazione viene indicato anche come
spettro di ampiezza complessa, e dato che
X(f) assume valori complessi, può esprimersi in forma esponenziale
(10.4↑) X(f) = M(f)e jφ(f) in cui
M(f) ed
φ(f) sono indicati come spettri di
modulo e di
fase del segnale
x(t).
Spettro di ampiezza come densità
L’espressione dell’antitrasformata
(10.32↑) può essere messa a confronto con quella della serie di Fourier
x(t) = ∑∞n = −∞Xn e j2πnFt, evidenziando come la prima possa essere pensata
somma integrale di
infinite componenti
X(f)df di ampiezza
infinitesima, in cui
X(f) si esprime come
segnale⁄Hz, ovvero come una
densità di ampiezza.
Spazio a dimensionalità infinita
Al §
3.8.5↓ si mostra come gli esponenziali complessi
e j2πft corrispondano ad una base di rappresentazione
ortonormale per uno spazio di Hilbert (§
2.4.3↑) con un numero di dimensioni
infinito non numerabile, e dunque
X(f) costituisce la rappresentazione di
x(t) su tale base.
Prima di procedere ad illustrare altre proprietà e caratteristiche della trasformata di Fourier, svolgiamo un semplice esercizio.
Trasformata di un rettangolo Disponendo del segnale
g(t) = A rectτ(t), se ne calcoli lo spettro di ampiezza
G(f). Si ottiene:
Il risultato è riportato in fig
3.2↓, dove possiamo notare come aumentando la durata
τ del
rect il relativo spettro di ampiezza
G(f) si
addensa verso la regione delle frequenze più basse, dato che il suo primo passaggio per zero avviene a frequenza
f = 1τ; al contrario, qualora il
rect sia più breve,
G(f) si allarga, estendendosi verso regioni di frequenza più elevata.
Notiamo quindi come il risultato assomigli a quello già incontrato al §
2.2.1.4↑ per la serie di Fourier di un segnale periodico ottenuto ripetendo con periodo
T un impulso rettangolare di base
τ, tranne che ora l’andamento di
G(f) rappresenta una distribuzione in frequenza
continua dello spettro di ampiezza.
La precedente osservazione può essere generalizzata come segue:
Relazione tra serie di Fourier e trasformata di un segnale a durata limitata
Consideriamo un segnale
g(t) a
durata limitata τ ≤ T, ed un segnale
periodico x(t) = ∑∞k = −∞g(t − kT) derivato da esso. I coefficienti
Xn della serie di Fourier
(10.6↑) ottenibili per
x(t) sono legati ai valori
G(f)|f = n⁄T dello spettro di ampiezza
(10.31↑) relativo a
g(t) calcolato in corrispondenza alle frequenze
f = nT dalla relazione
Tornando all’esercizio, troviamo infatti che valutando la
(10.33↑) per
f = nT e dividendo per
T si ottengono i valori
Xn = A τT sinc⎛⎝n τT⎞⎠ espressi dalla
(10.11↑) relativa alla serie di Fourier di un’onda rettangolare ottenuta usando lo stesso
rectτ dell’esercizio.